Milano
Milano, la Procura apre una inchiesta sulle minacce a Liliana Segre
Anche l'istigazione all'odio razziale tra i reati ipotizzati dalla Procura nell'indagine contro ignoti. Tra i 24 denunciati da Liliana Segre anche Chef Rubio
Milano, la Procura apre una inchiesta sulle minacce a Liliana Segre
Minacce e diffamazione aggravata dall'istigazione all'odio razziale. Sono questi i reati ipotizzati dalla Procura di Milano nell'indagine, al momento ancora a carico di ignoti, aperta in seguito alla denuncia nei confronti di 24 persone, tra cui Chef Rubio, alias Gabriele Rubini, presentata dalla senatrice Liliana Segre, bersagliata da haters sui social e anche via email.
Come riferisce Ansa, il pm Nicola Rossato e il procuratore Marcello Viola hanno incaricato i carabinieri della sezione indagini telematiche del nucleo investigativo per gli accertamenti e l'identificazione degli autori dei messaggi minatori e degli insulti nei confronti della La senatrice a vita, sopravvissuta ai lager, al fine di procedere alle eventuali iscrizioni nel registro degli indagati.
L'esposto di Liliana Segre nei confronti di Chef Rubio ed altre 23 persone
L'esposto, presentato martedì scorso da Liliana Segre tramite il suo legale, l'avvocato Vincenzo Saponara, riguarda i messaggi postati negli ultimi mesi sui social, o inviati per posta elettronica, non solo da Chef Rubio, che è pure presentatore di 'Unti e Bisunti' ed ex giocatore di rugby, ma anche dai suoi follower o da no vax e no green pass: tra questi uno che risale al 6 novembre nel quale proprio Rubio commentando l'intervento di Liliana Segre sul reintegro dei medici no vax, ha citato Auschwitz, il campo di concentramento in cui fu deportata con il padre.
Si tratta di messaggi "di odio, di natura diffamatoria, spesso di carattere antisemita e contenenti auguri di morte" che hanno portato la senatrice, come aveva annunciato circa un mese fa durante un convegno a Palazzo Marino, ossia il primo Forum Nazionale delle Donne Ebree d'Italia organizzato dall'Adei-Wizo, a rivolgersi alla magistratura.
Il console di Israele contro Chef Rubio: "La differenza tra i suoi tatuaggi e quelli della Segre..."
Chef Rubio, che già ieri aveva spiegato di non aver mai minacciato ma solo invitato a "condannare i crimini di Israele", oggi è tornato a denunciare la "propaganda sionista antiaraba". Mentre si sono levate diverse voci solidali nei confronti di Liliana Segre. Tra le altre, quelle del leader di Italia viva, Matteo Renzi e di Mara Carfagna, deputata e presidente di Azione. E del console onorario di Israele Marco Carrai, che ha mandato questo messaggio al cuoco Rubio: "Dimentica che a differenza dei suoi tatuaggi, quello portato sul braccio dalla senatrice Segre è un numero perché a coloro che andavano nei campi di sterminio come massimo livello di odio levavano anche il nome, non lo cambiavano in un nome d'arte come quello di Gabriele Rubini in chef Rubio". Al quale ha consigliato pure di "conoscere la storia prima di accostare il sionismo al regime fascista. O forse non avendo tempo perché impegnato a cucinare basterebbe che aprisse Google".