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Milano-Meda: quattro ponti pericolanti, ma i lavori non sono ancora iniziati

Milano-Meda: quattro cavalcavia devono essere chiusi a fine agosto

Ben quattro cavalcavia pericolosi in 22 chilometri. E decine di migliaia di autisti ignari alla guida. La situazione sulla Milano-Meda è tutt'altro che tranquilla, secondo quanto riporta il Corriere della Sera di Milano. Ponti pericolosi a rischio cedimento che nessuno chiude: il 14, all'altezza di via San Benedetto a Cesano Maderno (Km 140+228); il 12 all’altezza di via Alessandro Manzoni, sempre a Cesano Maderno (Km 139+318); il 10 all’altezza di via Maestri del Lavoro a Bovisio Masciago (Km 138+913) e lo svincolo 26 (Km 142+974).

Al momento è bloccato al traffico un solo ponte, il 10, ma secondo carte riservate visionate e citate dal Corriere, anche tutti e tre gli altri ponti dovrebbero essere vietati alla circolazione a partire da fine agosto. Cosa che non accadrà, a meno di clamorosi colpi di scene.

“Il ponte dovrà essere chiuso al traffico”, la frase, riportata sui documenti, è vergata nell’agosto 2017 dall’ingegnere Giuseppe Giunta, tecnico incaricato dalla Provincia di Monza e della Brianza (proprietaria delle strade) di verificare le condizioni dei cavalcavia. Per l’esperto da quel giorno, il 30 agosto 2017, i ponti sarebbero potuti essere utilizzati solo per un altro anno: “Allo stato odierno, dopo disgaggi dei calcestruzzi in fase di collasso, potranno transitare mezzi con un carico non superiore a 10 tonnellate per non più di 12 mesi”.

Quasi un anno dopo, i lavori di messa in sicurezza sono solo stati finanziati dalla Regione Lombardia (1,450 milioni di euro), ma non ancora iniziati. E si procederà a nuove ispezioni: “Solo allora valuteremo - è la posizione della Provincia, ribadita nelle ultime riunioni di fine luglio - l’eventuale limitazione al transito”.

I lavori per il consolidamento dei quattro ponti partiranno entro la fine del 2019 per concludersi nel 2020, a tre anni di distanza dalla perizia dell’ingegner Giuseppe Giunta. Le eventuali opere potranno permettere ai ponti di proseguire la loro attività per altri 10 anni, al termine dei quali le strutture dovranno essere demolite con il relativo prolungamento nello stesso tratto di strada della Pedemontana, che attraversa le province di Varese, Como, Monza-Brianza, Milano e Bergamo, ma non ancora completa.

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