Milano

Museo Leonardo3 a rischio chiusura: il direttore annuncia lo sciopero della fame

Massimiliano Lisa si appella a Mattarella e Meloni contro la chiusura dello spazio espositivo in Galleria. Il contenzioso con il Comune di Milano e il nodo del nuovo bando per la concessione degli spazi

di redazione

Museo Leonardo3 a rischio chiusura: il direttore annuncia lo sciopero della fame

Il Museo Leonardo3 di Milano è a un passo dalla chiusura, e il suo direttore, Massimiliano Lisa, è pronto a un gesto estremo: lo sciopero della fame. Lo ha annunciato in una conferenza stampa in cui ha denunciato l’incertezza sul futuro dello spazio espositivo, mettendo in luce il ruolo del Comune di Milano nella vicenda.

"Abbiamo dato mandato ai nostri legali di intraprendere tutte le azioni giudiziarie del caso – ha dichiarato Lisa –. E poiché siamo certi di essere nel giusto, confidiamo in un esito favorevole. Tuttavia, da cittadino milanese da 57 anni e da direttore di un’istituzione unica al mondo, mi rifiuto di accettare che la politica locale e nazionale non riconosca l’importanza di questo museo e non lo tuteli".

Il museo, che nelle ultime tre mostre temporanee (Il Cavallo, Il Mazzocchio e Il Volto del Maestro) ha registrato 42mila visitatori, è un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale. "Non siamo solo un museo, ma un centro studi indipendente, che si sostiene senza fondi pubblici e autoproduce tutti i suoi contenuti. Le nostre mostre sono richieste in tutto il mondo ed è inaccettabile che sia proprio Milano a cacciarci", ha aggiunto Lisa.

Il direttore del museo Leonardo 3: "Sciopero della fame dall'1 marzo"

Poi l’ultimatum: "Il 1° marzo, nel dodicesimo anniversario del Museo Leonardo3 in Galleria, se la politica rimarrà sorda al nostro appello, in segno di protesta civile e non violenta contro l’eventuale chiusura di un’attività culturale di grande valore, inizierò lo sciopero della fame".

La posizione del Comune di Milano

Il nodo della questione è il contenzioso con Palazzo Marino. Gli spazi del museo in Galleria sono di proprietà del Comune e concessi a una società terza con cui Leonardo3 ha un accordo di collaborazione. Dopo dieci anni di patrocinio comunale, nel 2023 il Demanio ha contestato la natura di questo contratto, ritenendolo una subconcessione non autorizzata. Leonardo3 respinge l’accusa, ma anche qualora fosse fondata, il Comune potrebbe comunque scegliere di concedere gli spazi al museo. Invece, ha optato per la decadenza del contratto e avviato la procedura di sfratto, attualmente sospesa dal TAR.

Dopo l’annuncio dello sciopero della fame, Palazzo Marino ha diffuso una nota in cui precisa: "L’Amministrazione non ha né l’intento né la facoltà di interrompere l’attività espositiva. Anzi, ha inteso salvaguardare la prosecuzione dell’attività museale quantomeno fino alla definizione del contenzioso con il concessionario".

"Nonostante Leonardo3 non abbia alcun rapporto contrattuale con l’Amministrazione comunale, il Comune ha cercato di mantenere un atteggiamento tutelante per la continuità della mostra", si legge nel comunicato. Tuttavia, Palazzo Marino ribadisce che alla scadenza del contratto con il concessionario l’assegnazione degli spazi seguirà un bando pubblico, "strumento per una gestione trasparente ed efficiente del patrimonio cittadino".

L'appello a Mattarella e Meloni per il museo Leonardo 3

Una risposta che non placa le preoccupazioni del museo né di Lisa, deciso ad andare fino in fondo con la sua protesta. Il timore è che in caso di nuova assegnazione ad un diverso concessionario, questi potrebbe ritenere di destinare gli spazi ad altro uso. Lisa ha anche lanciato un appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alla premier Giorgia Meloni, al Ministro della Cultura Alessandro Giuli, oltre che "ai vicepresidenti del Consiglio, e al Presidente Fontana, e a qualsiasi esponente politico voglia davvero ascoltarci e confrontarsi con noi. L'appello è che vengano a visitare il nostro museo e ci aiutino ad aprire un dialogo con l'amministrazione comunale che si rifiuta anche solo di dialogare con noi".

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