Milano verso il voto: un'agenda urbana in tre punti per un nuovo sviluppo
Interrompiamo per qualche settimana le puntate sulle virtù delle aree urbane e concentriamoci su un momento fondamentale per le nostre città italiane: siamo infatti a 100 giorni circa dal prossimo turno di elezioni amministrative (Roma, Milano, Torino tra le altre). Occorre allora proporre a tutti i candidati sindaci di tutte le città una vera e propria Agenda Urbana ponendo sul piatto non domande ma soluzioni per il bene di tutti. Un percorso sperimentale, un pilota territoriale di una nuova politica di sviluppo e di occupazione, funzionale all’innovazione e l’internazionalizzazione del sistema Italia nel contesto Europeo. Una chiamata alla proposta di soluzioni concrete per negoziare con il governo Italiano e con l’Europa nuovi spazi di movimento e di innovazione nella governance urbana.
In particolare si potrebbe partire da tre punti qualificanti:
A. Garantire la sostenibilità di lungo periodo del bilancio delle città metropolitane, attraverso una compartecipazione al gettito Iva del 1 percento (seguendo i principi della legge delega sul Federalismo Fiscale estendendo a tutte le città metropolitane la possibilità di variare il proprio paniere fiscale a gettito invariato per lo Stato).
B. Sostenere la qualità della vita, la sostenibilità, l’inclusione sociale, l’attrattività di talenti e la reputazione mondiale delle città metropolitane, tramite una serie di punti:
B1/ Federare le università già presenti sul territorio e predisponendo piani formativi autonomi solo in inglese
B2/ Istituzione di sopraintendenze e TAR autonomi cittadini
B3/ Creazione di parchi metropolitani che includano e trasferiscano potere sulle porzioni metropolitane dei parchi regionali presenti
B4/ Avere una delega autonoma dalla regione su competenza Turismo e Commercio, materie esclusive regionali ex tit. V, con uffici decentrati e autonomi di Ice, Enit e Invitalia
b%/ Attivare un piano di infrastrutturazione a scala metropolitana trasferendo gli asset e la governance stradale e su ferro delle partecipate delle Regioni.
C. Ottenere una ampia delega sullo sviluppo economico per le città metropolitane (si veda il decreto “zone a burocrazia zero”):
C1/ Esenzione dagli obblighi del codice della strada per la costruzione di strade/piste ciclabili/ regolazione ztl e parcheggi/multe etc.
C2/ Esenzione da alcuni obblighi legge regionale urbanistica e da alcune norme delle leggi edilizie nazionali
C3/ Prevedere facilitazione normative su avvio/startup impresa attraverso ad esempio un piano Start‐Up con l’obiettivo di incentivare la formazione di Start‐Up nell’area delle città metropolitane. Lancio di un bando internazionale che preveda la copertura delle spese a fondo perduto per circa 80‐90% del budget del progetto, incluse le spese operative, gli spazi, gli investimenti e le risorse umane
C4/ Avere potestà autonoma su fondi POR/PON smart city 2014-20 non intermediati dalla Regione.