Milano
Milano, i Repubblicani entrano in Forza Italia. De Angelis: “Scelta di coerenza politica”
Franco De Angelis, storico volto del Partito Repubblicano a Milano, spiega ad Affaritaliani.it l’adesione degli iscritti milanesi a Forza Italia: “Il Partito nazionale col centrosinistra non rispecchia la nostra storia”. L’intervista
Milano, i Repubblicani entrano in Forza Italia. De Angelis: “Scelta di coerenza politica”
"La nostra è una scelta esclusivamente politica”. Franco De Angelis motiva così la decisione del direttivo e degli iscritti milanesi del Partito Repubblicano di aderire a Forza Italia. Per lo storico referente del partito, più volte Assessore per Comune e Provincia di Milano, “a livello nazionale si è deciso di allearsi col centrosinistra, una scelta che non condividiamo perché la storia del PRI si colloca nell’area del centrodestra”. L’intervista.
De Angelis, perché voi Repubblicani avete scelto di aderire a Forza Italia?
Per una questione di coerenza con la storia del nostro partito. Abbiamo sempre portato avanti un discorso liberal-democratico, non socialista. Il Partito Repubblicano si è sempre collocato nell’area del centrodestra, come referente dell’area liberale e democratica.
Una scelta locale, in controtendenza con l’orientamento del partito nazionale?
Recentemente la dirigenza nazionale si era mossa in direzione differente rispetto alla storia del Partito, spostandosi verso il centrosinistra. Dapprima stringendo un patto federativo con Calenda, e ora confluendo nelle liste del centrosinistra. Alle Regionali in Emilia e Umbria il nostro logo compare, piccolissimo, nel campo del centrosinistra. Una scelta che rispettiamo, ma che non potevamo condividere perché in contrasto con la “terza via” dei padri storici del Partito Repubblicano, Spadolini e Bobbio.
La sua storia politica è più vicina al centrodestra o al centrosinistra?
La mia vita è sempre stata legata a un’area politica ben precisa, che guarda naturalmente più al centrodestra. Sono stato eletto a Palazzo Marino nel 1980, facendo tre mandati da Assessore e poi nel 2006 sono stato rieletto come indipendente dentro le liste di Forza Italia.
Cosa vi ha spinto ad aderire a Forza Italia?
Dopo un lungo momento di riflessione abbiamo deciso di non aderire più al Partito Repubblicano, da cui siamo usciti disiscrivendoci. Abbiamo trovato una nuova casa in Forza Italia, partito con cui abbiamo molto in comune: la cultura riformatrice, liberale e democratica. Lo spazio politico creato da Silvio Berlusconi è coerente con le nostre posizioni politiche di sempre.
Di recente avete incontrato il segretario di Forza Italia Tajani?
Sì, il segretario ha ricevuto la nostra delegazione stamattina a Roma. Nel corso dell’incontro Tajani ci ha mostrato grande interesse. Il nostro obbiettivo comune è allargare i confini del centrodestra.
L’allargamento al centro che potrebbe giocare un ruolo decisivo alle prossime Comunali a Milano?
Sarà fondamentale guardare al centro. Il nostro apporto può essere importante in termini di visione ed esperienza. Siamo disponibili a portare le nostre competenze per riconquistare Milano, che può permettersi tutto tranne un sindaco come Sala, il cui mandato si è contraddistinto per un protagonismo insolito.
Cosa non le è piaciuto di Sala?
Il sindaco sembra essersi interessato di tutto, tranne che della città. Da Assessore ho guidato la transizione da Provincia a Città Metropolitano, quindi la mia più grande delusione nei confronti di Sala è stata la totale assenza di riguardo nei confronti della Città Metropolitana. Un errore culturale clamoroso: se si limita all’Area C, Milano non sarà mai una città europea. Dobbiamo guardare ai 3 milioni di abitanti della città allargata per risolvere i temi della sicurezza e dei trasporti. La visione “milanocentica” annulla il sogno di una Milano europea.
L’adesione a Forza Italia riguarderà anche altre sezioni del PRI in Lombardia?
È presto per dirlo e non spetta a noi decidere. La nostra sezione – Carlo Cattaneo di Milano – ha scelto di non seguire la traiettoria in contrasto con al nostro storia di un partito che di fatto non c’è più. Gli altri iscritti decideranno autonomamente.