Milano
Milano ricorda Piazza Fontana. Sala: "Meritiamo la verità"

Cerimonia per il 47esimo anniversario della strage di piazza Fontana, il figlio di una vittima legge la lettera del ministro della Giustizia. Le parole di Sala
"Il 12 dicembre e' uno dei giorni piu' dolorosi della storia repubblicana, il giorno di un'amarezza incancellabile e di una ferita profondissima, inferta non solo ai familiari, ma alla democrazia e allo Stato di diritto. Che non ha saputo o potuto ancora colpire gli autori della strage, benche' sentenze ormai passate in giudicato abbiano individuato con chiarezza la matrice politica del vile attentato". Esordisce cosi' nella sua lettera inviata a Milano in occasione del quarantasettesimo anniversario della strage di Piazza Fontana il ministro della Giustizia Andrea Orlando. A leggerla Marco Arnoldi, nipote di una delle vittime, Giovanni, e figlio di Carlo, presidente dell'Associazione familiari vittime della strage di Piazza Fontana. Nella sua lettera il Guardasigilli ricorda le immagini di quel 12 dicembre in cui alla Banca Nazionale dell'Agricoltura morirono in 17 e 84 rimasero gravemente feriti: "Piazza Fontana e', nel ricordo di molti, il salone della Banca invaso dal fumo, il cratere scavato dall'esplosione, i calcinacci, i vetri in frantumi, le lenzuola bianche che nascondono pietosamente corpi straziati dalla bomba".
E aggiunge: "Ma e' anche la partecipazione muta e sgomenta di centinaia e centinaia di migliaia di milanesi sul sagrato del Duomo di Milano, il loro mesto, il loro commosso saluto alle vittime". Poi Orlando sottolinea: "Quella risposta e' ancora oggi la nostra risposta. Quel silenzio carico di attesa e' ancora la nostra attesa di giustizia e di verita'. Quell'argine e' ancora il nostro argine, il nostro muro di contenimento, sono le raccolte fondamenta sopra cui poggiano tuttora le istituzioni del nostro Paese". Nella missiva il ministro della Giustizia ricorda: "Memoria e testimonianza sono il cuore di un'esperienza etica che non puo' non accompagnare e sostenere la nostra vita civile, e che in giornate come queste vibra di particolare intensita'. Ma la lettura di quegli anni terribili deve essere accompagnata anche dalla forza della ricostruzione storiografica e dalla piu' rigorosa ricerca documentale" Per questo motivo, secondo il Ministro, "la direttiva del Presidente del Consiglio che, nell'aprile del 2014, ha avviato il versamento agli archivi di Stato degli atti, non coperti da segreto di Stato, conservati dalle pubbliche amministrazioni e, in particolare, dagli organismi di intelligence". Tra i passaggi fondamentali della lettera quello che ricorda come i tentativi eversivi non trovarono terreno fertile grazie alla "risposta democratica e antifascista che i partiti politici, le organizzazioni sindacali e gli altri corpi sani della societa' seppero dare in difesa dell'ordinamento repubblicano e dei suoi valori di liberta', di uguaglianza, di giustizia". Infine Orlando riallaccia quel periodo storico a quello attuale concludendo: "Non possiamo consentire che il disagio sociale, le diseguaglianze crescenti, le difficolta' dell'economia reale si scarichino sugli istituti della democrazia, sui pilastri stessi della civile convivenza. Qui vedo responsabilita' grandi e diffuse: nell'evitare che una crisi economica e sociale si saldi drammaticamente con una crisi democratica".
Alle 16:37 orario in cui il 12 dicembre 1969 scoppio' una bomba presso la sede della Banca Nazionale Dell'Agricoltura, è stata deposta dal sindaco di Milano Giuseppe Sala una corona per ricordare le vittime della strage di Piazza Fontana. Alla manifestazione di questo pomeriggio presenti circa cinquecento persone insieme alle associazioni che mantengono viva la memoria sulla strage, tra cui l'Anpi, l'Associazione familiari delle vittime della strage di Piazza Fontana, il Comitato permanente antifascista per la difesa dell'ordine repubblicano. A loro si e' rivolto Sala nel suo discorso di conclusione della manifestazione. Il sindaco ha deciso di non leggere un discorso ma di parlare a braccio della sua esperienza personale ricordando quel giorno di 47 anni fa: "Avevo 11 anni ed ero un ragazzino curioso. Mi ricordo la difficolta' di mia madre nello spiegarmi quello che stava accadendo e quello che sarebbe successo dopo". Quindi Sala ha aggiunto: "A Milano abbiamo la capacita' di guardare avanti e guardare sempre oltre, lo facciamo anche per i nuovi milanesi. Ma sarebbe diverso andare avanti se la verita' venisse fuori. Sento il dolore che noi milanesi proviamo quando, per episodi come questo o come quello di via Palestro, constatiamo l'incapacita' dello Stato di fare giustizia. E' qualcosa che non ci meritiamo". Quindi Sala ha voluto dare spazio al racconto di un suo cambiamento personale da quando e' sindaco di Milano: "A sessanta anni sto cambiando ed e' bello constatarlo: sento piu' di prima l'insofferenza e il dolore nei confronti delle ingiustizie e poi ho il timore che si perda la memoria. Per questo voglio promettervi la mia determinazione affinche' la memoria non si perda mai. Noi ci saremo nei luoghi in cui alberga il ricordo e lo trasmetteremo ai ragazzi. Ci saremo a fianco a voi, che fate della memoria la vostra forza per andare avanti. Io ci saro' perche' sono il sindaco di tutti i milanesi ma oggi mi sento soprattutto il sindaco di quelli come voi, che siete la bella Milano".