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Milano, sequestrati quasi 16 mln in contanti a narcotrafficante Cauchi

Milano, sequestrati quasi 16 mln in contanti a narcotrafficante Cauchi

Nuovi sviluppi dell'operazione "Flashback" della Squadra Mobile di Milano del 6 giugno scorso. La Polizia ha, infatti, sottoposto a sequestro antimafia a carico di Massimiliano Cauchi, narcotrafficante milanese, quasi 16 milioni di euro in contanti ed un fabbricato commerciale in provincia di Bari. Il patrimonio e' stato sequestrato dalla Divisione anticrimine della questura di Milano con la collaborazione della questura di Bari. Il "tesoro" del narcotrafficante era stato ritrovato, nel corso dell'operazione del giugno scorso, nascosto in un muro dell'abitazione dell'uomo. 

Dopo il ritrovamento il sequestro: non solo i 15 milioni di euro suddivisi in banconote di piccolo taglio, ma anche un capannone a Bisceglie, in provincia di Bari, da oltre 300mila euro. Questo il patrimonio che la Divisione Anticrimine della questura di Milano, guidata da Alessandra Simone, ha tolto al narcotrafficante Massimiliano Cauchi, considerato uno dei 'ras' della droga a Milano, fin dai primi anni 90. Di poco piu' di un mese fa la scoperta clamorosa: i 15 milioni nascosti nell'intercapedine, a cui gli agenti della Mobile, guidati da Marco Cali', sono arrivati dopo un anno di indagini con la collaborazione di personale della Questura di Bari. Il sequestro, ultimato oggi dalla Divisione Anticrimine e disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Milano, su proposta congiunta del Questore di Milano e del Procuratore Distrettuale Antimafia, e' a tutti gli effetti un'operazione antimafia, anche perche' erano accertati i rapporti tra Cauchi e i clan della criminalita' calabrese. L'indagine "Flashback" della Mobile era partita da un'associazione che trafficava grandi quantita' di hashish dal Marocco, riversati sul mercato della droga dell'hinterland milanese. Nell'occasione emerse anche che i bancali con la sostanza venivano trasportati in barca dal Marocco, con tanto di skipper addetto alla navigazione, per poi essere sversati in un porto ligure e distribuiti sul territorio dell'hinterland. Le indagini patrimoniali da parte degli specialisti dell'Anticrimine milanese, che hanno riscontrato "un'incolmabile sproporzione tra i redditi dichiarati da Cauchi e il suo tenore di vita": negli ultimi documenti, infatti, il narcos risultava avere redditi per non piu' di 13mila euro. Gli enormi patrimoni, quindi, "non potevano che essere frutto dei profitti illeciti, accumulati dal narcotrafficante". Lo stesso capannone industriale nel Barese, da solo, valeva 300mila euro: sarebbe bastato solo questo per superare l'insieme dei redditi dichiarati nel corso della vita; redditi che, in realta', non gli sarebbero neppure bastati a sostenere le spese di vita quotidiana. A seguito del sequestro, Cauchi dovra' dimostrare la provenienza lecita dei beni e, se non dovesse riuscirci, il provvedimento diventera' confisca: in tal modo lo Stato acquisira' la titolarita' dei beni sequestrati, "ripulendo" il mercato dai capitali sospetti, reimpiegandoli in finalita' sociali nell'interesse della collettivita'.

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