Milano, si apre settimana del 'Lavoro agile': 238 imprese coinvolte
Con 238 adesioni parte da oggi la Settimana del lavoro agile: 148 aziende, 18 enti pubblici e 72 spazi di coworking
Milano, si apre settimana del 'Lavoro agile': 238 imprese coinvolte
Con 238 adesioni parte da oggi la Settimana del lavoro agile, promossa dal Comune e presentata oggi a Palazzo Marino dall'assessore alle Politiche per il Lavoro Cristina Tajani, dal ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia e dal presidente dell'Inps Tito Boeri.
I numeri parlano di 148 aziende, 18 enti pubblici (come ad esempio la città di Bergamo o la Regione Veneto), 72 spazi di coworking che hanno aderito all'iniziativa. "Quattro anni fa - ha spiegato Tajani - c'è stata la prima giornata del lavoro agile che quest'anno è diventata una settimana. Siamo arrivati a questa edizione avendo una legge, un quadro normativo di riferimento stabile", la riforma della pubblica amministrazione promossa da Madia e che regola il lavoro agile. Quest'anno, oltre alla possibilità di lavorare a distanza, è stato chiesto alle aziende di rendersi disponibili a organizzare eventi: sono 33 le iniziative, tra tavole rotonde, workshop e incontri.
Il comune di Milano partecipa all'iniziativa non solo come promotore, ma anche come datore di lavoro con 325 dipendenti che si sono candidati per svolgere il lavoro a distanza. Così hanno fatto anche tutte le partecipate di Palazzo Marino e l'Inps, "convinti - ha sottolineato Boeri - che in questo campo contano soprattutto le prassi. Per questo noi ci impegniamo a fondo nel promuovere queste modalità di lavoro al nostro interno". E lo ha fatto anche il ministero che presenterà "una direttiva - ha detto Madia - in cui mettiamo nero su bianco che nelle amministrazioni almeno il 10% dei dipendenti che lo chiedono potranno sperimentare il lavoro agile senza avere penalizzazioni nell'avanzamento di carriera. Ci saranno dei garanti della buona attuazione che sono i comitati unici di garanzia. Noi - ha concluso - il pezzo che potevamo fare per dare una spinta normativa lo abbiamo fatto", ma "non sono le leggi che cambiano un Paese, ma gli sforzi collettivi di diversi attori"