Milano
Milano, spaccio di droga nel boschetto di Rogoredo: 15 arresti
Operazione della Squadra mobile per contrastare lo spaccio di droga in diverse zone boschive di Milano e hnterland: la joint venture tra albanesi e marocchini
Milano, spaccio di droga nel boschetto di Rogoredo: 15 arresti
La Questura, nell'ambito di una attività coordinata dai magistrati della Procura della Repubblica di Milano, ha eseguito un'ordinanza di applicazione di misure cautelari personali, di cui 15 in carcere e 2 di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, emessa nei confronti di un gruppo criminale composto da cittadini albanesi e marocchini, ritenuti responsabili dei reati di detenzione e traffico di stupefacenti.
Droga: sgominata una vera e propria associazione per delinquere: la joint venture tra albanesi e marocchini
L'attività investigativa condotta dai poliziotti della Squadra Mobile, iniziata a febbraio 2021, ha riguardato il fenomeno dello spaccio di droga destinato ai consumatori delle varie zone boschive cittadine e dell'hinterland milanese. Le indagini hanno permesso di accertare l'esistenza di una vera e propria associazione per delinquere con struttura verticistica, dedita al traffico di ingenti quantitativi di eroina, ma anche cocaina e hashish, proveniente dall'estero per l'immissione nel mercato illecito. Caratterizzatasi come una joint venture tra un gruppo albanese e uno marocchino, l'associazione aveva come obiettivo il traffico all'ingrosso di stupefacenti da rivendere al dettaglio nelle varie piazze di spaccio milanesi, arrivando a costituire un rapporto che è andato oltre il significato negoziale della singola cessione a favore, invece, di un vincolo che ha facilitato lo svolgimento dell'intera attività criminale.
Il gruppo albanese era dotato di una vera e propria stabile organizzazione con divisione dei ruoli: chi si occupava di intrattenere i contatti con fornitori e clienti, nonché reperire direttamente dall'Albania e dalla Turchia i cospicui quantitativi di eroina; il cassiere del gruppo, ovvero la persona incaricata della gestione dei proventi derivanti dalle vendite di droga ed al pagamento dei compensi mensili ai membri dell'associazione; l'addetto alla logistica si occupava della gestione dei veicoli necessari per il trasporto della droga (compresa la disposizione di farli controllare periodicamente per verificare la presenza di eventuali strumentazioni idonee alle intercettazioni), nonché di reperire la sostanza da taglio per la preparazione dell'eroina; gli addetti al taglio dell'eroina prima della vendita, preparandola all'interno di un appartamento adibito a laboratorio in viale Umbria, che hanno dato il loro contributo anche sotto il profilo operativo ritirando il denaro dagli acquirenti, ovvero in qualità di corrieri.
Dall'altro lato i cittadini magrebini che, mossi per assicurarsi una fonte di approvvigionamento costante e dopo che l'eroina veniva preparata in laboratorio dagli albanesi, la acquistavano da questi in ingenti quantitativi per poi a loro volta tagliarla e immetterla nelle piazze di spaccio boschive che gestivano tra le quali il bosco di Rogoredo, dove veniva venduta al dettaglio.
Droga: sequestrati complessivamente 25 chili di eroina, 33 di hashish, 134 grammi di cocaina e quasi 200mila euro in contanti
È proprio indagando sulle condotte illecite dell'associazione criminale che, nel corso delle indagini, i poliziotti della Seconda Sezione della Squadra Mobile di Milano hanno arrestato in flagranza di reato diversi persone trovate in possesso di sostanza stupefacente sequestrando complessivamente 25 chili di eroina, 33 di hashish, 134 grammi di cocaina e quasi 200mila euro in contanti quale guadagno dell'attività illecita. Le indagini della Polizia di Stato, infine, hanno permesso di accertare a carico di due degli indagati albanesi condotte illecite di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione; i due, infatti, sono risultati 'proprietari' di numerose postazioni, in zona Lambrate a Milano e sulla Strada Provinciale 40 a Carpiano, in provincia di Milano, che affittavano a molte prostitute, facendosi pagare, per la sola occupazione, un 'canone' mensile che oscillava da 500 a mille euro.