Milano

Milano, stop alcolici da asporto alle 19: pochi "furbetti" della movida. VIDEO

Prima serata a Milano con il divieto di alcol da asporto dopo le 19: pochi trasgressori. Boom di richieste di dehors. Ma esercenti preoccupati

Milano, stop agli alcolici: pochi i "furbetti" della movida

Divieto di servire alcol da asporto dopo le 19: a Milano è scattato ieri il nuovo provvedimento che avrà validità sino al 15 giugno, salvo diverse indicazioni. Non si può consumare il proprio drink "su area pubblica o privata a uso pubblico, compresi parchi, giardini e vill aperte al pubblico". Il messaggio pare essere stato recepito, la Darsena ed altri luoghi che già la scorsa settimana erano tornati ad essere presi d'assalto hanno visto la presenza di piccoli gruppi di persone. E le forze dell'ordine hanno scelto la via del dialogo senza comminare sanzioni. Anche gli esercenti sembrano intenzionati ad adeguarsi. Già centinaia le richieste dei proprietari di bar,  ristoranti e locali al Comune di Milano per ampliare i propri dehors con tavolini all'aperto. Pochi, lo riporta oggi il quotidiano Il Giorno, fanno i furbetti vendendo sottobanco bottiglie di birra da asporto dopo le 19, con lo strategemma di retrodatare lo scontrino.

"C'è molto meno movimento rispetto a settimana scorsa"

Rispetto a un qualunque martedi' di maggio degli anni passati, non c'e' paragone, i titolari dei locali sui navigli di Milano, cuore della movida meneghina, sono tutti d'accordo: "C'e' meno della meta' della gente in giro". Il calo dunque e' netto. E lo stesso calo si registra anche facendo un confronto rispetto alla settimana scorsa, martedi' 19 maggio, post lockdown da Covid-19, data importante perche' segna una sorta di "recupero della normalita'" avviato dal 18 maggio: "Oggi c'e' meno gente anche rispetto a martedi' scorso", dice all'AGI un cameriere del Black, in via Corsico: "Sara' che la settimana scorsa c'era l'euforia della ripresa, sara' che la gente settimana scorsa aveva solo voglia di uscire, fatto sta che c'era molto piu' movimento rispetto a oggi". Perche' oggi si vede davvero quasi nulla della movida che nel weekend, sempre ai navigli, ha fatto allarmare il sindaco Giuseppe Sala. "Non voglio diventare sceriffo, ma cosi' non va bene", aveva detto il sindaco di Milano 'allibito' di fronte alla ressa che affollava la zona.

"Sicuramente anche la paura di tornare a un'altra stretta ha influito - continua il cameriere del Black -, la gente ha sentito l'allarme lanciato dal sindaco Sala e si e' acquietata". Dello stesso avviso il cameriere di Teresa e Patrizia, pizzeria storica di via Vigevano che prepara una pizza come se si stesse a Napoli: "Martedi' scorso c'era meno gente di un normale martedi', ma di certo di piu' rispetto a oggi, evidentemente un po' la paura, un po' gli appelli alla responsabilita' hanno avuto effetto". Fatto sta che di certo le norme anti Covid stanno portando a una nuova normalita' negli aperitivi milanesi. Il Ringhiera e lo Spritz, entrambi 'must' dei navigli, si sono organizzati per permettere l'accesso al buffet non come capita di solito (ciascuno si avvicina ai viveri quando vuole), ma si prenota con un "numerino" e si avvicina al banco vivande quando arriva il proprio turno e si viene serviti, sempre no limits, da un cameriere che prende il cibo da una bancone ricoperto in plexiglass. Comunque rimane il problema che con i posti dimezzati a causa del dovuto distanziamento, "molte persone non hanno modo di sedersi, dunque rimangono in piedi creando quegli assembramenti che hanno suscitato allarme nel weekend", dicono sempre all'AGI i gestori del Vintage e di Ugo, altri locali 'importanti' della movida dei navigli. Dal punto di vista dei locali il problema e' lo stesso: "Vogliamo far rispettare le norme anti-Covid, ma cosi' non c'e' spazio per tutti e si crea quella ressa impopolare che fa storcere il naso a tutti, nonostante l'afflusso di clienti sia oggettivamente inferiore".

I titolari di corso Garibaldi: "Temiamo il 70% di perdite". VIDEO

Ma tra i ristoratori di Milano c'è anche chi lamenta il timore di subire grosse perdite: “Almeno il 70%, visto il dimezzamento dei tavoli per rispettare le linee guida di sicurezza, almeno ora facevamo molto asporto", spiega il titolare di un bar in corso Garibaldi. “Prima hanno vietato i tavoli e concesso l’asporto e adesso chiudono l’asporto e dimezzano i tavoli, non sanno quello che fanno” dice un altro gestore.







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