Milano

Milano: tre nuove accuse su Torre Stresa, architetto indagato per falso

Con la loro "firma" avrebbero avallato la "sottostima degli standard urbanistici", cioè gli spazi minimi garantiti a ogni cittadino per i servizi

Milano: tre nuove accuse su Torre Stresa, architetto indagato per falso 

Nuove accuse di abuso d'ufficio e falso nell'inchiesta della Procura di Milano a carico di 8 fra costruttori, architetti e funzionari del Comune per la 'Torre Milano' di via Stresa. I pubblici ministeri Mauro Clerici, Paolo Filippini, Marina Petruzzella e l'aggiunta Tiziana Siciliano hanno notificato - secondo quanto scrive l'agenzia  LaPresse - sun'integrazione alla chiusura delle indagini preliminari di dicembre con due ulteriori ipotesi di reato. Oltre ai presunti abusi edilizi, lottizzazione abusiva (contestati a tutti gli indagati) e abuso d'ufficio (per i soli due ex dirigenti di Palazzo Marino, Franco Zinna e Giovanni Oggioni) l'architetto Gianni Beretta è indagato anche per falso. Il progettista e direttore lavori del cantiere per la realizzazione del grattacielo, da 24 piani per 82 metri, autorizzato con una Scia, avrebbe dichiarato il falso in due relazioni nel 2017 e 2018, mettendo nero su bianco come il progetto fosse una "ristrutturazione edilizia con demolizione e ricostruzione" della stessa superficie lorda "preesistente" di un "complesso residenziale composto da Torre ed edificio in linea".

Milano: tre nuove accuse su Torre Stresa, architetto indagato per falso 

Per i pm - sempre secondo quanto riporta LaPresse - sarebbe invece una "nuova costruzione", perché nata dalla totale demolizione e ricostruzione di due edifici, prima industriali e poi destinati a uffici, rispettivamente da 2 e 3 piani l'uno, con "rilevanti carichi urbanistici" (102 appartamenti per 320 nuovi abitanti) che deve essere preceduta da "un piano attuativo" e "istruttoria amministrativa" da parte del Comune. Nuove accuse anche per il dirigente e la funzionaria dello Sportello Unico Edilizia già indagati, Francesco Mario Carrillo e Maria Chiara Femminis. Rispondono di abuso d'ufficio per aver procurato "intenzionalmente" un "ingiusto vantaggio economico di rilevante gravità" ai privati. Il primo, in particolare, avrebbe riconosciuto la "conformità" del grattacielo, da 45 milioni di euro e realizzato da Impresa Rusconi e Storm.it, al Piano di governo del territorio e alla legge, violando "arbitrariamente" il Testo unico edilizia, la legge urbanistica fondamentale e la legge regionale lombarda del 2005 per il governo del territorio. Con la loro "firma" avrebbero avallato la "sottostima degli standard urbanistici", cioè gli spazi minimi che devono essere garantiti a ogni cittadino per servizi (verde, parcheggi, scuole e altri) e permesso la "monetizzazione" delle aree invece da cedere al Comune per la realizzazione di servizi. Secondo la Procura ciò avrebbe comportato un "ulteriore ingiusto vantaggio" derivante "dal mancato pagamento dei pesi economici" e degli "oneri di urbanizzazione" adeguati, stimati dall'architetto Beretta nella sua relazione in 530.578 euro.







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