Milano
Milano: uccisa dopo anni violenze, confermato ergastolo al marito
L'uomo è in stato confusionale ed è convinto di non aver ucciso la moglie. La difesa molto probabilmente ricorrerà in Cassazione
Milano: uccisa dopo anni violenze, confermato ergastolo al marito
La Corte d'assise d'appello di Milano ha confermato l'ergastolo per Aurelio Galluccio, il 65enne accusato di aver ucciso la moglie, Adriana Signorelli, 59 anni. L'omicidio risale alla notte del 1 settembre 2019: la vittima era stata uccisa nel proprio appartamento, in via San Girolamo a Milano, quartiere Chiesa Rossa. La coppia non conviveva. Durante l'udienza che si e' tenuta oggi, la procura generale (rappresentata da Maria Pia Gualtieri) ha chiesto la conferma della condanna di primo grado e l'ha dunque ottenuta da parte della prima sezione, presieduta dalla giudice Giovanna Ichino. Una condanna alla quale si era opposta invece la difesa rappresentata dall'avvocata Cinzia Valnegri.
Galluccio continua a "proclamarsi innocente", ha affermato la legale. "Abbiamo cercato in tutti i modi di dimostrare che non erano state fatte indagini sufficienti e che sul coltello non c'erano sue impronte". Inoltre, in carcere, ad ottobre il presunto colpevole avrebbe incontrato "una persona che abita al piano di sopra e che gli avrebbe confessato: 'Le mie mani sono sporche del sangue di tua moglie, il coltello dalla gola gliel'ho tolto io'". Galluccio sarebbe dal momento dei fatti "in perenne stato confusionale e convinto di non aver ucciso la moglie", riferisce la difesa. "Abbiamo cercato di riaprire l'acquisizione di elementi anche perche' la perizia psichiatrica a suo carico e' stata valutata in modo molto superficiale. Nessuno, inoltre, ha considerato che si tratta di una persona attaccata alla bombola d'ossigeno 24 ore su 24, e che dunque non avrebbe potuto imprimere una forza tale da spaccare con il coltello le costole della vittima". Le motivazioni della sentenza saranno depositate in 15 giorni, ma l'intenzione della difesa e' "sicuramente quella di ricorrere in Cassazione".