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Milano, uccise il vicino: Riva recitò gratis nel film sulla sua storia
Tommaso Libero Riva

Milano, uccise il vicino: Riva recitò gratis nel film sulla sua storia

Si trattava di un "film testamento, per lasciare ai posteri la sua storia. E Riva, come attrice, non volle essere pagata". Questa una delle testimonianze che sono state ascoltate oggi durante l'udienza del processo contro Tommaso Libero Riva, in arte Bianca Dolce Miele, l'attrice transessuale che nel luglio scorso uccise il vicino di casa, Giuseppe Villa, con una coltellata al braccio dopo una lite in un condominio di Milano (in via Trilussa, a Quarto Oggiaro). A parlare davanti alla prima corte d'Assise di Milano (presidente Ilio Mannucci Pacini) e' stato il regista Luca Ferri, autore del film "La casa dell'amore" presentato a febbraio scorso alla Berlinale 2020, ambientato proprio a casa di Riva

"Il film doveva essere uno spaccato della sua vita quotidiana", ha proseguito il regista, raccontando delle riprese fatte nell'appartamento durante la giornata. Il regista inoltre ha descritto Riva non come una "persona turbolenta", almeno durante il rapporto di lavoro. Un quadro confermato anche dagli altri testi della difesa chiamati a testimoniare oggi. Tra questi anche un medico legale e alcuni vicini di casa che hanno descritto l'imputata "come una persona lontana da azioni e gesti violenti".

Al contrario, in fase di indagine, era emerso che le controversie nel condominio di Quarto Oggiaro erano state frequenti: altri inquilini, infatti, rimproveravano all'attrice di causare trambusto nel palazzo a causa della vita che conduceva (avrebbe parlato di "appuntamenti" e "massaggi"). La notte dell'omicidio la vittima aveva battuto alcuni colpi al piano sottostante, forse, per intimare il silenzio; la risposta di Riva era stata di salire per discutere, portando con se' il coltello: tra i due vicini ci sarebbe stata prima una colluttazione, quindi la ferita al braccio, che si e' rivelata fatale per Villa, sofferente di una patologia cardiaca e morto per le complicazioni poco dopo in ospedale. "E' stato un fatto accidentale, una disgrazia. Non volevo ucciderlo", e' stata la difesa dell'imputata, affidata all'avvocata Ursula Lionetti, nell'ultima udienza. Su Riva pende l'accusa di omicidio volontario non premeditato ma aggravato da futili motivi, ma uno degli obiettivi difensivi potrebbe essere quello di trasformare il capo in preterintenzionale. La prossima udienza si terra' lunedi' 8 febbraio alle 12 per le eventuali richieste di prove extradocumentali, mentre la discussione finale del processo, con la requisitoria del pm Maurizio Ascione, e la controreplica della difesa e' prevista per il primo di marzo. 

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