Milano
Urbanistica, per la Cassazione chi compra nei palazzi abusivi deve dimostrare la propria buona fede
Sono diverse le sentenze della Cassazione che avvertono: i compratori devono dimostrare "di aver agito senza rendersi conto di partecipare ad una operazione illecita" e di essere invece stati "tratti in inganno"

Urbanistica, per la Cassazione chi compra nei palazzi abusivi deve dimostrare la propria buona fede
Le famiglie milanesi che si sono ritrovate loro malgrado coinvolte nel caos urbanistico avendo acquistato casa in alcuni dei palazzi finiti sotto inchiesta per abusi potrebbero in linea teorica dover dimostrare "di avere agito in buona fede, senza rendersi conto di partecipare ad un'operazione illecita" ed essere stati "tratti in inganno" dai costruttori. Lo sottolinea LaPresse, ricordando come esista una lunga serie di sentenze della Corte di Cassazione sul concetto di "buona fede dell'acquirente" nel reato di lottizzazione abusiva. Gli aspiranti inquilini non possono essere automaticamente considerati un "terzo estraneo".
Per la Cassazione le "posizioni" di costruttori e clienti sono "separabili" solo "se risulti provata la malafede dei venditori" che hanno "tratto in inganno gli acquirenti" convincendoli della "legittimità dell'operazione" immobiliare. Questo perché "l'utilizzazione" o la "modalità" dell'acquisto successivo degli immobili "ben potrebbe costituire un sistema elusivo". Chi compra casa può "dimostrare di avere agito in buona fede, senza rendersi conto, cioè, di partecipare ad un'operazione di illecita". Così recita una sentenza del 18 marzo 2025, firmata dalla terza sezione penale della Suprema Corte (presidente Sarno, estensore Scarcella). Ma sono numerosi i provvedimenti degli ermellini in cui si legge che non è necessaria "un'azione concordata con il venditore" o un "accordo preventivo" con chi acquista casa. E' "sufficiente, al contrario, una semplice adesione al disegno criminoso" attraverso "la violazione (deliberatamente o per trascuratezza) di specifici doveri di informazione e conoscenza". Se l'acquirente è "consapevole dell'abusività dell'intervento" o "avrebbe potuto esserlo" con "normale diligenza", si legge in un'altra pronuncia, le "azioni, apparentemente distinte" di chi vende e chi acquista "si collegano tra loro" in "modo convergente".
L'incontro del "Comitato famiglie sospese" con il sindaco Sala e il governatore Fontana
Nei giorni scorsi il 'Comitato famiglie sospese', che riunisce alcuni acquirenti di appartamenti bloccati dalle indagini e che ha già incontrato il sindaco di Milano Giuseppe Sala e il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha parlato di stime realizzate con l'Associazione degli sviluppatori immobiliari ASPESI (nelle cui fila militano diverse aziende coinvolte dalle inchieste) secondo cui circa 40mila persone e 15mila famiglie inconsapevoli stanno pagando le conseguenze del blocco edilizio. A oggi i cantieri sotto sequestro sono 3 - via Lepontina 7, Residenze Lac di via Cancano 4 e Scalo House di via Lepontina-Valtellina - per circa 300 appartamenti in costruzione.