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"L’Oro di Milano", un volume dedicato alle acque milanesi
L'Oro di Milano

E’ in distribuzione il catalogo della mostra fotografica "L’Oro di Milano. Usi agricoli e sociali delle acque milanesi", edito da Antelios edizioni nella collana Ars et Labor (album 4), che si propone lo scopo di raccogliere e mostrare a un pubblico vario e alle scuole quella cultura dell’acqua a cui la città di Milano è storicamente debitrice della propria esistenza e della propria prosperità.

Si tratta del catalogo della mostra inaugurata il 5 ottobre 2015 al Castello Sforzesco durante il Festival dell’Acqua organizzato da Utilitalia con MM e il gruppo CAP. La mostra si trova attualmente nella restaurata Villa di Breme Forno in via Martinelli 23 a Cinisello Balsamo Sede distaccata dell’Università degli Studi Milano Bicocca. L’allestimento è stato prodotto dal fotografo Luca Postini che ha anche curato la grafica e la stampa dei pannelli.

La mostra e il catalogo sono curati da Maria Antonietta Breda, architetto con una spiccata predilezione per la storia urbana e gli Archivi e docente di Storia dell’Architettura presso il Politecnico di Milano, Maurizio Brown, ingegnere, già direttore del Servizio Fognature e Corsi d’acqua del Comune di Milano e del Servizio Idrico Integrato di MM e da Pietro Redondi professore di Storia della Scienza dell’Università degli Studi di Milano – Bicocca. La mostra e il catalogo hanno richiesto diversi mesi per la ricerca delle immagini ma anche riflessioni comuni per realizzare i commenti, trovare i fili conduttori, che sono poi le Sezioni, e creare una vera e propria storia. Il primo elemento di forza del libro che si desidera sottolineare è proprio questo: di essere un racconto attraverso il tempo per immagini, degli usi agricoli e sociali delle acque milanesi.

La mostra rientra nell’ambito del progetto “Acque, agricoltura e società a Milano”, pensato per l’EXPO, promosso dall’Università degli Studi di Milano - Bicocca, in collaborazione con il Museo di Fotografia contemporanea di Cinisello Balsamo, MM Spa e con il contributo di Fondazione Cariplo.

Il Progetto è stato articolato nella Mostra fotografica e in una Giornata di studio tenutasi presso l’Università di Milano - Bicocca il 7 maggio 2015, intitolata “Dalle marcite ai bionutrienti. Passato e avvenire della depurazione irrigua delle acque usate di Milano” della quale si stanno preparando gli Atti di cui si attende a breve la stampa.

La mostra, la quale ha una versione fisica, con pannelli esposti su quattro strutture metalliche ottagonali e una versione digitale, presente sul sito http//milanocittadellescienze.it, presenta più di cento tra fotografie e carte accompagnate da testi introduttivi e ampie didascalie che indagano il medesimo tema della giornata di studi.

I documenti utilizzati sono poco conosciuti e provengono da tredici archivi tra cui l’Archivio Storico Fognatura e Corsi d’acqua del Comune di Milano conservato presso il Servizio Idrico Integrato di MM Spa che ha avviato un primo ordinamento. L’archivio del Servizio Idrico Integrato è formato da due fondi iconografici di grande interesse per gli studi sull’acquedotto, sulla fognatura e sul paesaggio urbano di Milano: uno di fotografie e l’altro di cartografie e disegni. Le fotografie sono, non solo in molti casi inedite, ma opera di studi fotografici milanesi come Varischi & Artico o di autori come Luigi Stucchi, Dario Gatti, che uniscono al loro valore di testimonianze uniche sulla tecnologia del sistema fognario, e dell’approvvigionamento dell’acqua potabile, anche un notevole valore estetico. Ciò che affascina di queste fotografie oltre al soggetto principale in sé è la capacità  di rappresentare le relazioni tra le opere e la città e di far conoscere i manufatti relegati nel sottosuolo molti dei quali sono ancora funzionanti. Non visibili a chi cammina per le vie di Milano, inimmaginabili per chi non conosce la storia dei due grandi impianti. Fanno riflettere sul fatto che sotto i nostri piedi si articola un paesaggio inaspettato, caratterizzato da odori, rumori, materiali e colori che l’obiettivo del fotografo coglie ogni volta con un “accento” specifico.

Il titolo della mostra esprime il concetto che per ogni città l’acqua è oro: acqua da bere e per trasportare cose e persone, per azionare mulini e smaltire rifiuti. Che l’acqua sia oro è ancora più vero per tutte quelle città che devono la loro ricchezza economica all’agricoltura. È questo il caso di Milano, la cui prosperità è storicamente frutto della produzione agraria, grazie a un sapiente uso agricolo di tutte le sue acque superficiali e sotterranee, naturali e artificiali: dai fiumi alle risorgive, dai canali fino alle fognature, le cui acque sono e continuano a essere protagoniste della ricchezza delle campagne a valle della città.

La prima Sezione, Una città nata dalle acque ha per oggetto la particolarissima natura idrogeologica del territorio al cui centro è sorta Milano, ricco di acque superficiali e anche sotterranee di cui i suoi abitanti seppero fare tesoro fino dalle epoche più remote, sfruttando le risorgive o fontanili con il sistema delle marcite, con un incremento della produzione di foraggio che ci spiega l’eccezionale prosperità agricola di cui Milano ha beneficiato attraverso i secoli.

La seconda sezione, L’oro di Milano, ricostruisce le origini della depurazione agricola delle acque nere milanesi grazie alle marcite. È una storia per immagini della Roggia Vettabbia, considerato il più antico corso d’acqua milanese, fin dall’epoca medievale il principale collettore delle acque di rifiuto della città e del sapiente sfruttamento irriguo delle sue acque da parte monaci cistercensi e dell’ordine degli Umiliati, le cui abbazie di Chiaravalle e di Viboldone sorgono sulle sponde della Vettabbia.

La terza sezione, Fare tesoro delle acque usate, tratta la storia dell’attuale rete di fognatura realizzata a partire dall’ultimo decennio del XIX secolo dal Comune di Milano sulla base di una lungimirante pianificazione. Le foto di questa sezione documentano i manufatti, i gesti, gli strumenti e i volti dei tecnici e del personale addetto alla fognatura e alla sicurezza igienico-sanitaria del vasto comprensorio irrigato dalle acque cloacali della Vettabbia a sud della città.

La quarta sezione, La riscoperta dell’uso agricolo della acque reflue, descrive con fotografie di grande suggestione l’attuale sistema di depurazione biologica che ha rimpiazzato nel nuovo millennio la tradizionale depurazione irrigua, resa inefficace dagli scarichi industriali e dallo sviluppo demografico e urbanistico. Rispetto agli impianti di depurazione attivi in Europa, quelli milanesi hanno tra l’altro consentito di ripristinare in forma nuova l’uso agricolo delle acque trattate, rilanciando antiche pratiche agricole periurbane e la valorizzazione del patrimonio storico-culturale di un ampio territorio a valle della città.

Al pari dell’uso agricolo delle acque reflue, anche la fruizione sociale delle acque conosce oggi un rilancio a Milano. La quinta sezione della mostra, Acque vissute, documenta il forte legame esistente storicamente tra la società milanese e le acque cittadine: dai Navigli, scenario di feste popolari e di gite in barca o in bicicletta, alle rogge, che in estate offrivano la possibilità di avere in pieno centro luoghi di balneazione popolare, come il Bagno Argelati, o di lusso come il celebre Bagno Diana.

Collegandosi alla precedente sezione, l’ultima parte della mostra, Dai navigli al mare di Milano, ricostruisce grazie a fotografie inedite e d’autore la vicenda di successo dell’Idroscalo milanese: un lago artificiale realizzato trasformando una grande cava alimentata dalla falda in un porto per idrovolanti, ma utilizzato invece come un’infrastruttura polifunzionale di grande valore sociale, luogo per sport nautici, la pesca, la balneazione, il tempo libero.

I curatori sono Maria Antonietta Breda, Maurizio Brown, Pietro Redondi, l'editore è Anthelios Edizioni. Il volume costa 25 euro, per l'acquisto rivolgersi all'editore: http://www.anthelios.it/content/oro-di-milano

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