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Stefano Cetti:"M60M,il racconto dell'evoluzione comune di MM e Milano"

Il direttore generale di MM SpA presenta M60M, il volume inedito che raccoglie l'evoluzione della società milanese

La storia di Milano è passata là sotto, nei vagoni che incessantemente collegano un punto e l’altro della città. Storie che si intrecciano, esperienze. Passioni, eventi gioiosi o dolorosi. La metropolitana è uno degli orgogli di Milano. La caratterizza fin da quando Metropolitane Milanesi, oggi MM Spa, ne progettò il primo tratto, lo costruì e ampliò la rete fino a quello che è oggi, e che sarà ancor di più in futuro. Affaritaliani.it ha intervistato Stefano Cetti, direttore generale della società  che ha appena pubblicato un volume che raccoglie quella storia in immagini ad alto tasso evocativo.

M60M, un libro che parla della metropolitana di Milano, della società MM Spa oppure della storia della città?

Racconta l’evoluzione della società che ha realizzato, in primis, la ormai mitica Linea Rossa sullo sfondo la trasformazione della città ambrosiana, dall’immediato dopoguerra ad oggi. In sessant’anni la nostra azienda ha accompagnato l’evoluzione di Milano. Negli appuntamenti più importanti del suo sviluppo, MM c’era. Ecco il senso di M60M. Non è un semplice libro sulla metropolitana e neppure un omaggio a Milano.

Un progetto ampio, dunque.

Un progetto che vuole dettagliare il lungo cammino comune che il milanese può facilmente riconoscere e ricordare con plauso e soddisfazione. Al contempo, si tratta anche di un processo identitario perché una memorialistica fine a se stessa non giova a nessuno e soprattutto non rappresenta una novità: lo sforzo vero è stato collocare l’azienda tra le icone rappresentative della metropoli lombarda. Per favorire questo passaggio abbiamo realizzato un poster-manifesto con le 77 icone che rappresentano la nostra comune storia. Il manifesto, a colpo d’occhio, restituisce un racconto plastico nel quale chiunque può facilmente collocarsi, anche solo domandandosi: “Io dov’ero?”. Quando, esattamente un anno fa, Luca Montani (direttore comunicazione) si è posto il tema del sessantesimo – e di quali azioni intraprendere per onorarne la ricorrenza – ha pensato di affrontare subito il tema identitario. “Brand è prima di tutto identità”, diceva.

Un cammino impegnativo e non certo facile. Con chi hai deciso di percorrerlo?

Consapevole di trovarmi di fronte ad una realtà aziendale unica nel suo genere, che ha incalzato il cambiamento infrastrutturale della città con innovazione, passione e determinazione, ho voluto collocare il brand MM nel racconto più completo, articolato e condiviso dell’identità di Milano. Ecco perché mi è apparso subito necessario coinvolgere il Comitato Brand Milano che ha avviato in città un lavoro immenso, proprio sulla dimensione identitaria. Era il solo partner possibile, insieme a Fondazione Triennale. Il prof. Stefano Rolando, responsabile del Comitato e curatore scientifico del volume ha subito lavorato con passione all’integrazione di storie diverse, comuni, convergenti. La città con i suoi protagonisti e i suoi eventi. Ne è emersa una azienda cittadina pubblica - di alto spessore tecnico - che è parte orgogliosa di quella storia. Azienda cresciuta con la stessa crescita nazionale e internazionale di Milano. Non è un accostamento pretestuoso. Tutt'altro. E i milanesi lo sanno. In quella M bianca in campo rosso c'è una parte importante dell'orgoglio cittadino. E quindi c'è una componente simbolica che, giustamente, è stata colta da chi si occupa di brand.

M60M segue un’altra operazione editoriale importante, ‘La città che sale’.

Il volume di cui parli è stato realizzato interamente dall’ufficio comunicazione di MM e muove dal medesimo presupposto: accompagnare l’evoluzione, la trasformazione della città di Milano. Lì, le voci protagoniste sono quelle che hanno vissuto nel dettaglio la sua storia: gli ex amministratori, gli ex sindaci, donne e uomini dello star system milanese, delle sue università, dei suoi centri culturali, del mondo del lavoro. Tutti soggetti che spontaneamente ci hanno offerto una loro testimonianza entusiastica. Un’opera tutt’altro che autocelebrativa, dove gli auspici, gli auguri e le considerazioni di coloro i quali hanno ‘visto la città salire’, si sono uniti a un centinaio di immagini dei lavori di MM: dall’inaugurazione della M1 fino a EXPO, altra immensa opera infrastrutturale nella quale la buona ingegneria si è sposata con criteri innovativi di sostenibilità e di project management.

Torniamo a M60M. Ieri è stato presentato a Palazzo Marino, in Sala Alessi.

Eravamo a casa, se posso dire. Molto suggestiva la cornice perché MM è una società del Comune di Milano e perché le sue opere sono il frutto di generazioni di amministratori pubblici credo accumunati dall’apprezzamento nei confronti dei dipendenti e dei dirigenti aziendali e accomunati anche dalla visione strategica di alcuni asset: le infrastrutture per la mobilità, la gestione dell’acqua pubblica e le case popolari. Una società di servizio, che gestisce alcuni beni comuni e con risultati che sono sotto gli occhi di tutti, non poteva che essere raccontata attraverso questo importante volume proprio in Sala Alessi. Stefano Rolando l’ha detto proprio bene: “Restituiamo a tutti voi il risultato di questo lavoro inedito e pregiato, prima attività di ricerca concreta che ha realizzato il Comitato Brand Milano”. Io aggiungo: “Affinché possiate apprezzarlo, condividerlo e – ovviamente – aiutarci ad integrarlo perché la storia della città che amiamo possa essere conosciuta da un maggior pubblico possibile”.

Hai qualche ringraziamento particolare da fare?

Ovviamente ringrazio il Corriere della Sera e le Fondazioni Corriere della Sera e Triennale di Milano. Gli autori che qui ricordo: Marta Boneschi, Giampaolo Nuvolati, Giovanni Scirocco, Ugo Savoia. Ovviamente un grazie particolare a Fulvio Ronchi per il progetto grafico. Sono grato anche a coloro che hanno firmato recentemente l'atto costitutivo di Brand Milano come soci fondatori (A2A – ATM – Fondazione Fiera Milano – SEA) e la rete degli atenei milanesi che hanno fin qui dato un importante contributo che ora trova sintesi nella disponibilità del rettore-coordinatore professor Gianluca Vago di assumere la presidenza del comitato tecnico scientifico del programma dell’associazione Brand Milano. In fondo, M60M, è il primo prezioso lavoro che ci accomuna. Un lavoro tutto ‘milanese’, nel senso laborioso e prospettico del termine. C’è di che andarne fieri, lo ripeto.

Il volume dove verrà distribuito?

In tutte le scuole superiori, nelle biblioteche, a tutte le fondazioni e alle aziende che lavorano sull’identità milanese, comprese le agenzie pubblicitarie e di marketing. Ovviamente, su richiesta, il volume verrà consegnato gratuitamente anche ai cittadini.

M60M – NON CELEBRAZIONE MA CIRCOLAZIONE DEI SAPERI A DISPOSIZIONE DI TUTTI

MM al centro del racconto identitario di Milano. Non poteva che essere così per storia, vocazione e significato stesso degli asset che gli sono propri: progettazione infrastrutturale per la mobilità, riqualificazione funzionale di interi quartieri e vie, la gestione dell’acqua e la gestione delle case popolari.

Accanto all’ingegneria di progetto abbiamo affiancato l’ingegneria di processo per aiutare a gestire la complessa fase di trasformazione della città e per supportare in questo l’amministrazione. MM ha acquisito, in sessant’anni di attività, competenze in settori specifici della progettazione, della costruzione e della gestione di opere, reti, infrastrutture e servizi. In tutti i suoi ambiti, l’Azienda, ha i numeri per poter assicurare il passaggio di know how sia all’interno, sia all’esterno.

Il volume M60M rappresenta due cose: un punto di arrivo per condividere la forza di questo racconto e un punto di partenza per immaginare nuovi scenari di collaborazione. Il volume, infatti, è frutto di un lavoro serio, analitico, circostanziato, che ripercorre le stagioni del cambiamento possibile, vero laboratorio dinamico che ha interessato intere generazioni.

MM si colloca lì, con la sua storia e la sua ricchezza. Nell’anno del sessantesimo abbiamo varato una Academy per passare dalla logica della celebrazione – peraltro doverosa – ad una logica di conservazione e condivisione dei saperi.

Il modello d’azione è basato sulla corporate university, che in Italia si traduce in ‘accademia d’impresa’, vera e propria scuola aperta in azienda dedicata a quadri, executive e giovani di talento.

Come dire che MM consegna alla città anche una dimensione immateriale, frutto di decenni di innovazione, ricerca, buona ingegneria, modello di gestione. Lo facciamo in un’ottica di servizio alle città, per la gestione dei beni comuni, con un’ottica sempre più marcata di responsabilità sociale d’impresa.