Milano
Mobbing perché vuole avere il secondo figlio e i colleghi non dicono nulla
Il potere dà alla testa al datore di lavoro, ma anche i colleghi che non fanno nulla sono di fatto complici
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La storia che oggi racconta il Corriere è tremenda. Una donna, per il fatto che ha deciso di avere il secondo figlio, pare sia stata sottoposta a un vero e proprio mobbing. Prima le è stato chiesto di prendere l'incentivo a licenziarsi, poi è stata assunta la sua sostituta, poi è stata spostata a fare le fotocopie e infine le è stato detto che sarebbe stata licenziata al compimento dell'anno del secondo figlio. Francamente, non mi colpisce il fatto che il datore di lavoro possa aver fatto questo. Gli uomini sbagliano, e quest'uomo ha sbagliato - senza scusanti. Lo ha fatto perché probabilmente il potere di dare uno stipendio gli ha dato alla testa. E fin qui, nulla di nuovo. Quel che mi stupisce sempre è, stando alla narrazione della donna, l'atteggiamento dei colleghi. Esseri umani, dipendenti, lavoratori anche loro. L'hanno ignorata, e di fatto sono stati complici. Ecco, questo mi sconvolge perché ho ancora fiducia nella natura umana. Anche se sempre meno.
fabio.massa@affaritaliani.it