Milano

Modella rapita a Milano: Chloe, in auto gridavo ammanettata in una borsa

Chloe Ayling è stata rapita nel 2017 da un'organizzazione romena chiamata Black Death Group che trafficava giovani donne per portarle in Medio Oriente

Modella rapita a Milano: Chloe, in auto gridavo ammanettata in una borsa

Ammanettata mani e piedi, con un nastro a coprirle la bocca e chiusa in un borsone a cui era stato fatto un foro per consentirle di respirare: "Poi qualcuno mi ha iniettato una sostanza e immediatamente mi sono sentita mancare, sono caduta a terra. E sono svenuta". Cosi' e' stata sequestrata e trasportata Chloe Ayling, la modella 22enne che l'11 luglio del 2017 e' stata resa prigioniera a Milano e portata in un paesino del Piemonte (Lemie) in cambio di un riscatto. Poi liberata e portata nel consolato britannico di Milano il 17 luglio. Per il sequestro e' stato gia' condannato in primo grado a 16 anni e 9 mesi Lukasz Pawel Herba, considerato dai giudici colui che aveva architettato il rapimento. E' attualmente in corso invece presso la corte d'Assise di Milano, presieduta dal giudice Giuseppe Fazio, il processo a carico del fratello Micheal Konrad, che avrebbe partecipato al fatto. A raccontare la sua versione oggi e' stata proprio la Modella, all'epoca dei fatti 20enne, che nel precedente processo a carico di Lucasz era stata ascoltata solo in incidente probatorio, mentre oggi ha risposto in collegamento da un'aula britannica alle domande del pm Paolo Storari. Nonostante le difficolta' tecniche dovute al collegamento e alle due traduzioni giurate richieste nelle due aule, la giovane madre (Ayling ha un figlio di 4 anni) ha raccontato quanto le e' successo nell'estate di due anni fa, quando e' caduta nelle mani di un'organizzazione - stando al racconto - capeggiata da romeni e chiamata Black Death Group, che traffica giovani donne per portarle in Medio Oriente e renderle schiave di ricchi uomini del posto.

"La mattina dell'11 luglio ho lasciato il mio albergo a Milano e preso un taxi per andare nello studio dove avrei dovuto girare una pubblicita' sull'abbigliamento per motociclisti" un lavoro che le era stato organizzato dal suo "agente" Pgil Green, ha raccontato Ayling, che prima di cominciare ha avuto un momento di commozione. Una volta arrivata nello studio dove avrebbe dovuto posare, la ragazza ha trovato la porta chiusa e contattato il numero che le era stato fornito via mail come organizzatore del lavoro. Il contatto fornitole via mail era stato quello di un personaggio di nome "Andre'e", che "sarebbe poi stato riconosciuto proprio come Lucasz Herba". Nel momento in cui ha tentato di aprire la porta ha avuto inizio il sequestro: "Qualcuno mi ha messo un braccio sul collo e l'altra mano me l'ha messa sulla bocca (coperta con un guanto): non riuscivo a respirare quindi cercavo di togliere quella mano dalla mia faccia. E nel frattempo e' arrivato un altro uomo che indossava un passamontagna nero" ha proseguito Ayling. Quindi lo svenimento e il trasporto in auto, verso il Piemonte. I due uomini si sarebbero rivelati proprio i due fratelli Herba. La modella ha raccontato inoltre di un precedente incontro con il presunto "Andre'e" avvenuto a Parigi nell'aprile dello stesso anno, quando avrebbe dovuto realizzare lo stesso servizio fotografico a Parigi: i due si erano incontrati nella capitale francese, per poi non portare a termine il lavoro a causa del furto dell'attrezzatura fotografica. Questa versione pero' era soltanto una copertura: durante il tentato rapimento parigino gli stessi aguzzini le avrebbero raccontato che avevano tentato di portarla via, ma che l'organizzazione aveva mandato all'aria il piano perche' "per codice etico non 'trattava' donne con figli". Poiche' il Black Death aveva scoperto dell'esistenza del figlio di allora due anni, aveva deciso di interrompere l'operazione. Che sarebbe poi stata ripetuta a Milano, per una incomprensione tra i vertici della stessa associazione. 

E' stata rinviata al 14 giugno l'udienza in cui Chloe Ayling, la modella britannica rapita tra l'11 e il 17 luglio 2017 a Milano dai due fratelli di origine polacca Lucasz e Micheal Herba. La modella sta raccontando per la prima volta in dibattimento la sua versione dei fatti nel corso del processo a Micheal Herba, mentre durante quello a carico di Lucasz, considerato colui che ha architettato il rapimento e per questo condannato in primo grado a 16 anni e 9 mesi, era stata solo ascoltata in incidente probatorio. La 22enne ha risposto oggi alle domande del pm Paolo Storari, mentre nella prossima udienza dovra' anche sottoporsi al controesame dell'avvocato Simone Zancani, del foro di Venezia, che difende Micheal Herba. La Modella si e' sottoposta alla deposizione da un'aula di un tribunale londinese, in videoconferenza con la corte d'Assise di Milano, guidata dal giudice Giuseppe Fazio, adducendo la motivazione di aver paura di prendere l'aereo e di tornare a Milano, dove ha subi'to il rapimento. 








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