Milano
Modella rapita a Milano: tutta la verità, tra sequestro (vero) e bugie (molte)
Gli investigatori milanesi trovano riscontri sull'effettivo rapimento di Chloe Ayling da parte di Lucasz Herba. Ma quante invenzioni da parte del polacco
Modella rapita a Milano, le indagini degli inquirenti milanesi certificano l'avvenuto sequestro
Il pm Paolo Storari e gli investigatori della Polizia di Milano da lui diretti stanno continuando giorno dopo giorno a fare luce sulla surreale vicenda del rapimento della modella inglese a Milano. E si stanno avvicinando ad un quadro tale da rendere l'intera vicenda incredibilmente reale. Quantomeno per quanto riguarda il racconto da parte della 20enne inglese Chloe Ayling.
Da dipanare c'è infatti soprattutto la rete di affermazioni inverosimili e deliranti del rapitore polacco, il 30enne Lukasz Herba. L'uomo si sarebbe inizialmente descritto come appartenente alla fantomatica organizzazione criminale segreta chiamata "Black Death". A suo dire affetto da una forma gravissima di leucemia della quale non è tuttavia in grado di presentare riscontri e certificati medici, in cerca di costose cure alternative sarebbe stato avvicinato da tre romeni di Birmingham. Che gli hanno proposto un patto: a lui subito 500mila euro in cambio dell'incarico di girare l'Europa alla ricerca di spazi commerciali in cui mettere abiti raccolti da associazioni di volontariato. Una copertura di "Black Death": in realtà tali spazi sarebbero stati usati per metterci le modelle sequestrate. Da "piazzare" poi all'asta a beneficio di ricchi emiri sfruttando il "deep web". Che dietro a Herba ci sia davvero questa associazione criminale è tutto da verificare. Ma pare tuttavia ormai certo che il polacco ha davvero rapito la sfortunata (e molto ingenua) modella inglese Chloe Ayling. La 20enne aveva già trascorso con lui del tempo a Parigi lo scorso aprile, ma Herba non aveva potuto mettere in atto il proprio piano. L'occasione si è dunque ripresentata a Milano.
Modella inglese rapita a Milano: ecco come si sono svolti i fatti
L'iniezione, pericolosissima, di ketamina per stordirla, il viaggio sino al casolare in Piemonte con la donna chiusa in un borsone: questi dettagli sarebbero tutti veri. Ma anche questa volta il piano di Herba non va come auspicato. Secondo quanto riferiscono ora i tabloid inglesi, che sulla vicenda sono scatenati, l'uomo avrebbe tentato di contattare diverse redazioni per "vendere" la notizia del rapimento della modella inglese. Ad un certo punto, si sarebbe anche presentato come emissario della mafia russa, una volta compreso che il nome "Black Death" non attirava alcun interesse. Stando ad altre sue dichiarazioni rese agli inquirenti, potrebbe essere verosimile pensare che l'uomo, descritto come un "mitomane", avrebbe pianificato il folle piano in autonomia con l'obiettivo di crearsi un nome ed una reputazione nel "deep web".
La svolta quando Herba capisce che non sarebbe riuscito veramente a vendere online la povera Chloe. A quel punto decide di cambiare ruolo e si rivela alla giovane come colui che la salverà dall'organizzazione criminale, avendo scoperto che la giovane è già madre di un bimbo. Con l'aiuto di alcune persone, tra cui forse il proprio fratello, gestisce la fase che condurrà al suo "rilascio" presso l'ambasciata inglese. Alla giovane spiega che basteranno 50mila sterline - e non le 350mila del suo presunto prezzo all'asta - per chiudere il discorso con "Black Death". E'in questo contesto che troverebbero spiegazione alcuni degli aspetti più incongruenti, come il fatto che Herba e Chloe siano stati visti comprare un paio di scarpe insieme in un negozio. I due trascorrono infatti tre giorni insieme come se fossero una coppia di amici.