Milano

Moderno esponente post-keynesiano. Si è spento Luigi Pasinetti

Nel 1964 fu chiamato alla facoltà di Economia e commercio della Cattolica

Moderno esponente post-keynesiano. Si è spento Luigi Pasinetti

Si è spento oggi all'età di 92 anni Luigi Lodovico Pasinetti, professore emerito dell'Università Cattolica. Esponente di spicco del moderno approccio classico e post-keynesiano all'economia politica, è sempre stato apprezzato dagli economisti di ogni Paese e orientamento.

Nel 1964 fu chiamato alla facoltà di Economia e commercio della Cattolica

Come riporta l'ANSA, nel 1964 fu chiamato alla facoltà di Economia e commercio della Cattolica per ricoprire la cattedra di Econometria e poi di Analisi economica (dal 1981 al 1999). Dal 1980 al 1983 fu anche preside della facoltà di Economia e commercio e dal 1984 al 1987 fu direttore del Dipartimento di Scienze economiche. Fu Visiting Professor in diverse università straniere.

L'economista keynesiano è stato presidente della Società Italiana degli economisti

L'economista keynesiano è stato presidente della Società Italiana degli economisti, membro del Comitato esecutivo della International Economic Association, presidente della Confederation of European Economic Associations, e della European Society for the History of Economic Thought. È stato membro di diverse accademie scientifiche, tra cui l'Accademia Nazionale dei Lincei. È stato inoltre membro dei Comitati scientifici di varie Istituzioni, tra cui la Fondazione "Raffaele Mattioli" di Milano e la Fondazione "Luigi Einaudi" di Torino. Pasinetti ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Invernizzi per l'Economia (1997); e il premio St. Vincent per saggi in economia (1979) e per la carriera scientifica (2002). Iniziò la sua attività scientifica pubblicando una formulazione matematica del sistema teorico ricardiano.

Negli anni Sessanta partecipò a vari dibattiti internazionali nel campo della teoria economica

Negli anni Sessanta partecipò a vari dibattiti internazionali nel campo della teoria economica, legando il suo nome al "teorema Pasinetti" secondo cui il tasso di profitto e la distribuzione del reddito sono legati alla propensione al risparmio dei "capitalisti", ma sono indipendenti dalla propensione al risparmio dei "lavoratori". I suoi studi lo hanno portato all'elaborazione di nuovi strumenti analitici (come l'analisi dei settori verticalmente integrati versus l'analisi 'input-output') e alla proposta di innovazioni nella stessa metodologia economica, specialmente con riferimento a una separazione di base delle relazioni tipiche delle società industriali da quelle specifiche relazioni che concernono invece gli aspetti istituzionali nel quadro di una spiegazione teorica più moderna ed efficace. Le tematiche analizzate da Pasinetti sono legate a settori molto attuali: dalle politiche riguardanti i salari, all'occupazione della forza lavoro alla sostenibilità del debito pubblico. Tra gli anni Sessanta e Ottanta si confrontò dialetticamente con noti economisti di fama internazionale come Franco Modigliani, Paul A. Samuelson e Robert Solow, ottenendo sempre stima e attenzione







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