Milano

Monsef, jihadista pentito: "Mi hanno catturato, voglio tornare a Milano"

Monsef el Mkhayar, marocchino arruolatosi nello Stato islamico e catturato dalle Forze siriane democratiche, lancia l'appello: "Sono pentito, portatemi via"

Monsef, jihadista pentito: "Mi hanno catturato, voglio tornare a Milano"

"Spero che la comunità mi riaccolga e mi aiuti a ricominciare. Voglio uscire da questo film dell’orrore": sono le parole affidate all'agenzia Reuters da Monsef el Mkhayar, marocchino che da Milano era partito nel gennaio 2015 per il fronte siriano, arruolandosi nello Stato islamico. Un foreign fighter, il più giovane tra quelli partiti dall'Italia: aveva solo 18 anni. Ma ora è stato catturato dalle Forze siriane democratiche e ha chiesto di poter tornare a Milano. "Vorrei tornare in Italia dalla famiglia e dagli amici per farmi accettare e ricominciare a vivere una nuova vita". Qui per quattro anni e mezzo è stato ospite della comunità Kayros di don Claudio Burgio, da cui era alla fine fuggito per andare in Siria a combattere. Sul suo pentimento ci sono comprensibilmente molte cautele.

Ma don Burgio è pronto ad aprirgli nuovamente le porte della comunità: "Se si ripresentasse alla nostra porta, senza ingenuità e ben sapendo che dovrà scontare una dura condanna per tentativo di propaganda jihadista proveremmo a non respingerlo", sono le sue parole al Corriere. Il 13 aprile 2017 la Corte di Assise di Milano ha condannato  Monsef a otto anni di carcere. Come riporta il Giornale, la Digos aveva intercettato ai tempi il marocchino affermare: "Se tornerò in Italia sarà per farmi esplodere".








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