Milano

Morto in gita, il legale dei genitori: "Ricostruzione compagni non tiene"

"Nell’ambito dell’indagine difensiva fatta per conto della famiglia appare che ad un certo punto tutto si blocca intorno alle 5. I ragazzi che ho sentito ricostruiscono i fatti fino ad un certo punto, poi tutto si ferma perché tutti fanno dell’altro. Una ricostruzione che proprio non sta in piedi". Sono le parole dell'avvocato Eraldo Stefani, il legale nominato dai genitori di Domenico Maurantonio, studente padovano di 19 anni precipitato dal quinto piano dell'hotel di Milano in cui si trovava in gita scolastica. "I ragazzi - aggiunge - danno la percezione di una certa sicurezza a prima vista, in realtà si tratta di una sicurezza solo apparente, indice di fragilità, per lo più perché quell’albergo ha una modesta insonorizzazione. Questo significa che è inverosimile che nessuno abbia sentito nulla".

"La mia preghiera - ha detto Stefani - è che questi ragazzi portino il più possibile a completezza le loro narrazioni, perché ogni giorno che passa getta ulteriori ombre su questa vicenda. Sempre nell’ambito delle indagini difensive ho scoperto che la classe si è incontrata fuori dalla scuola in un ambiente privato subito dopo la tragica gita. Di certo in questa indagine devono essere 'attenzionati' i ragazzi, ma anche i professori, la scuola nel suo insieme, le istituzioni al di sopra della scuola e i genitori dei ragazzi"

Nel frattempo è anche nato su facebook un gruppo dal titolo "Vogliamo verità e giustizia per Domenico Maurantonio" è stato aperto poche ore fa su Facebook. E mentre gli investigatori di Padova continuano ad interrogare i ragazzi della 5E e della 5F in attesa degli esiti dei test della scientifica, la scuola ha messo a disposizione uno psicologo che possa seguire gli studenti da qui sino all'imminente maturità: "I ragazzi sono molto scossi dalla tragedia che ha riguardato il loro compagno - afferma un insegnante - è importante che abbiano qualcuno con cui confidarsi in un momento tanto delicato della loro carriera scolastica". E sale la tensione, con la dirigente del liceo Nievo che si dice pronta a querelare chi "senza sapere nulla della vicenda, si permette di indicare la scuola come corresponsabile della morte del ragazzo".







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