Milano
Moschea Milano, dirigente Pd musulmana contesta il bando per i luoghi di culto
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A distanza di qualche giorno dalle sue dichiarazioni, esplode il "caso Ismail' nel Pd milanese. La dirigente italo-somala Maryan Ismail ha contestato l'esito del bando per l'assegnazione di tre aree a luoghi culto, ed in particolare quella relativa agli spazi di Lampugnano (ex Palasharp), che andrà ad una associazione vicina al Caim. Scelta che la donna, di fede musulmana, contesta perchè, come spiegato a Il Giornale, avrebbe voluto veder sorgere una "moschea neutra, senza fazioni", che abbracciase le diverse componenti della sua religione. Cosa che l'assegnazione ad una realtà facente parte del Caim non garantirebbe, per via di una presunta non separazione da parte del Caim stesso tra islam religioso e politico. Da qui la bocciatura dell'esito del bando da parte della donna, che sei mesi fa ha visto uccidere dai jihadisti il proprio fratello, ambasciatore somalo all'Onu di Ginevra: "Si è posto come elemento decisivo della trattativa quello economico".
BUSSOLATI: "SUA POSIZIONE NON RAPPRESENTA IL PD"/ Sul bando per i nuovi luoghi di culto "la direzione metropolitana del Pd ha votato un documento che non corrisponde a quello che sostiene Maryan Ismail. Lei puo' dire e fare quello che vuole, ma non rappresenta il Pd. Valutera' lei cosa vuole fare". Lo afferma il segretario metropolitano del Pd Pietro Bussolati, in merito alla posizione della dirigente del Pd sul bando del Comune per le aree destinate a luoghi di culto. Nessuna volonta' di "cacciare" dal partito, come hanno affermato alcuni esponenti del centrodestra, ma "la posizione che ha preso non e' quella discussa in direzione metropolitana", sottolinea Bussolati.
GALLERA (FI): "ARIA DI INTOLLERANZA NEL PD"/ “E’ incredibile come nel Pd milanese non sia consentito esprimere le proprie idee quando non sono in linea con il pensiero unico del partito. Così da Bussolati è appena partita l’operazione per epurare Maryan Ismail - che ricordo è musulmana - per aver espresso un parere negativo nei confronti del bando emesso dal Comune di Milano, grazie al quale sorgeranno due nuove moschee a Milano senza alcuna garanzia di trasparenza e sicurezza per la città. C’è aria di intolleranza nel Pd milanese. Chissà, magari faremo anche una raccolta firme per tutelare il diritto della Ismail di esprimere le proprie opinioni!”. Così ha dichiarato il coordinatore cittadino FI Milano, Giulio Gallera.
PASSERA: "SIGLE VICINE AL FONDAMENTALISMO"/ Sul tema del bando è intervenuto anche Corrado Passera, leader di Italia Unica e candidato a sindaco di Milano: “La libertà di culto non può mai andare a scapito della sicurezza. Viene il dubbio che a Palazzo Marino non si siano accorti che nell’assegnazione del Palasharp a moschea sono presenti sigle riconducibili al fondamentalismo islamico internazionale”. “La libertà di culto – aggiunge Passera – è garantita dalla Costituzione e va difesa strenuamente, esattamente come è necessario ascoltare e tutelare i cittadini che pagano le tasse e che oggi sono spaventati e chiedono garanzie per quanto riguarda la loro sicurezza. Per questo non è sufficiente gestire con regolarità un bando di gara: come ha dichiarato il deputato Dambruoso bisogna sì promuovere il dialogo interreligioso tenendo però al contempo sempre alta la soglia di attenzione sugli interlocutori in campo. Non si può mettere il fattore economico davanti a tutto, scegliendo un soggetto solo perché ha offerto più soldi senza aver provveduto a doverose verifiche sulla trasparenza dei finanziamenti piuttosto che sui rapporti con i quartieri e l’inserimento di questi luoghi di culto nel tessuto urbano. Un compito istituzionale che spetta all’amministrazione comunale. Mentre oggi, da parte della Giunta Pisapia, si avverte chiaramente una generalizzata leggerezza sulla questione. Un atteggiamento che rischia di mettere a repentaglio la convivenza nei quartieri. Milano ha accumulato buone esperienze (via Meda) e cattive esperienze (viale Jenner) e bisogna tenerne conto: un bando basato solo sull’offerta economica non è stato un modo saggio di procedere”. “Milli Gorus – conclude Passera – l’associazione del raggruppamento Caim che si &egra ve; aggiudicato l’assegnazione dello spazio di via Sant’Elia, che ha già ricevuto nel 2013 una diffida da parte degli uffici del Comune per la costruzione abusiva di una moschea in via Madera, risulta nella “black list” del Rapporto annuale sulla sicurezza del Ministero dell’Interno tedesco e anche in quella degli Emirati Arabi. Questo gruppo viene descritto come una realtà collegabile al fondamentalismo che lavora per l’islamizzazione della società, il superamento della laicità e contro il sistema democratico occidentale