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Milano
Moschee a Milano, la legge regionale blocca tutto

Il comune di Milano ha avviato martedì il "procedimento di conclusione dell'avviso pubblico riguardante l'assegnazione di aree destinate alla realizzazione di nuovi luoghi di culto - approvato con determina dirigenziale lo scorso 29 dicembre 2014 - dandone comunicazione alle associazioni partecipanti ammesse: Casa della Cultura Musulmana, Centro Cristiano Evangelico, Istituto Culturale Islamico, Centro Islamico di Milano e Lombardia, Bangladesh Cultural and Welfare Association e Associazione Islamica di Milano".

E' quanto si legge in una nota del comune del capoluogo lombardo secondo la quale "l'amministrazione ha loro comunicato che le aree di via Marignano, di via Sant'Elia e la palazzina di via Esterle non possono essere assegnate in via definitiva, poiche' - per effetto della legge approvata da Regione Lombardia n. 2/2015, cosi' come modificata da recente sentenza della Corte Costituzionale - sono divenute inidonee alla realizzazione di luoghi di culto". "Tramite il bando sui luoghi di culto" - spiega la vicesindaco con delega ai Rapporti con le Comunita' religiose, Anna Scavuzzo, "il comune di Milano avrebbe voluto garantire in tempi brevi una risposta alle esigenze delle diverse comunita' religiose di disporre di spazi adeguati per la preghiera e l'incontro. Purtroppo la regione Lombardia ci impone un percorso piu' complicato, richiedendo la stesura di un piano per le attrezzature religiose che andra' ad integrare il Pgt. Rassicuro le comunita' religiose: questo non cambia in alcun modo la nostra volonta' politica, da domani saremo al lavoro per promuovere la stesura del documento e per proseguire il dialogo gia' avviato, con l'obiettivo di rendere Milano una citta' ancora piu' accogliente per i fedeli di tutte le confessioni".

COLUCCI (LOMBARDIA POPOLARE): "SALA, NO FUGHE IN AVANTI" - "Un risultato significativo, un importante passo in avanti sul fronte del dialogo con la comunità islamica nel nostro Paese ma soprattutto un successo reso possibile grazie al lavoro del Ministro Alfano. Lasciamo che si concluda questo importante iter un passo per volta, poi affrontiamo con gli strumenti adatti il tema della moschea a Milano”. Questo il commento del coordinatore di Lombardia Popolare, Alessandro Colucci, di fronte alle notizie sulla  riunione del Consiglio per le relazioni con l'Islam riunito al Viminale e sulla conclusione dell'avviso pubblico riguardante l'assegnazione di aree destinate alla realizzazione di nuovi luoghi di culto a Milano. “Più volte nel corso del dibattito sull'apertura di una moschea a Milano – sottolinea Colucci – abbiamo evidenziato come fosse prima necessaria una legge nazionale in grado di dettare regole certe. Con ieri si è fatto un importante passo in avanti verso una maggiore regolamentazione nel riconoscimento dei ministri di culto musulmani attraverso la richiesta agli imam di un percorso civico di riconoscimento delle regole dell'ordinamento italiano e all'obbligo di predicare nella nostra lingua senza dimenticare la valorizzazione del ruolo delle donne”. “La notizia di ieri – conclude il coordinatore di Lombardia Popolare – dello stop all'avviso pubblico per la realizzazione di una moschea a Milano, ci pone nella condizione di poter lasciare terminare al Governo questo importante lavoro senza alcuna fretta per poi riaffrontare in modo più serio e adeguato il tema dei luoghi di culto. Mi auguro che il sindaco Sala sappia affrontare con razionalità e realismo questa questione, evitando inutili e pericolose corse in avanti. Aprire una moschea a Milano in assenza di regole non rappresenta infatti una risposta reale alla domanda di libertà religiosa dei mussulmani milanesi ma un semplice contentino dal sapore elettorale”.

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