Milano
Moschee, Majorino: "Stop a tensioni politiche. E Islam ritrovi unità"
“Credo che tutti dovremmo fare il massimo dello sforzo per affrontare un problema, quello relativo alle effettive garanzie per il diritto di culto, che riguarda non solo, ma anche la religione musulmana - lo dichiara l'assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino -. In questo quadro ci auguriamo che le forze politiche e le istituzioni si concentrino sulle soluzioni concrete da avanzare e non sulla volontà di alimentare tensioni e conflitti. L'esito dei lavori della Commissione sugli spazi, esito che prenderà atto del fatto che probabilmente in uno di essi, quello di via Esterle, peserà un contenzioso tra il soggetto risultato come ‘primo’ e l’Amministrazione comunale, indica una strada che inizia a fornire, per l'appunto, soluzioni. Soluzioni che possono essere ancora più forti se il mondo musulmano milanese vorrà ricomporre i conflitti al proprio interno che lo hanno caratterizzato in questi anni".
"Riguardo allo storico Centro di viale Jenner - prosegue Majorino -, mi limito a far notare che i fedeli oggi pregano nell'area dove potrebbe sorgere una delle due moschee. Quindi lo spazio utilizzato oggi continuerà a essere disponibile, peraltro esattamente nelle dimensioni attuali e grazie a un progetto che mi pare piuttosto innovativo anche sul piano culturale. Per quel che concerne, infine, il tema dell’area di via Marignano, lì dovrebbe sorgere un luogo rivolto alla comunità evangelica, spesso ignorata, e a torto, da molti. Questo punto non è sindacabile e deriva dalle regole che abbiamo adottato”, conclude Majorino.
TWEET GELMINI: "SI SCHERZA CON IL FUOCO"/ "Col fuoco e col rischio non si scherza, anche la Tunisia pensa alla chiusura delle moschee. Milano controcorrente". Lo scrive su Twitter Mariastella Gelmini, coordinatore regionale di Forza Italia Lombardia
LA REPLICA DI PICCARDO (CAIM): "STANDARD GELMINI DA NORDAFRICA. CANTIERI NEL 2016"/ Anche se è ancora prematuro riflettere sul 'quando', il Caim si augura di iniziare i lavori per costruire la moschea vicino all'ex Palasharp di Milano nel 2016 e che la questione del bando per i luoghi di culto sia esclusa dal dibattito per le prossime elezioni comunali. "Ci sono questa e altre incognite, dipenderà dalla nuova amministrazione, ma noi speriamo assolutamente di partire il 2016", spiega Davide Piccardo, alla guida del Coordinamento delle associazioni islamiche di Milano. Le promesse di 'barricate' del centro destra a Palazzo Marino? "Il solito ritornello che ascoltiamo da tempo", dice, l'indomani della chiusura del bando del Comune di Milano per l'assegnazione delle tre aree pubbliche da destinare a luoghi di culto e che dovrebbe portare alla costruzione di due moschee in città. "C'è un bando pubblico che non può subire l'interferenza della politica o essere bloccato perché a qualcuno non piace chi ha vinto", sottolinea. Dal punto di vista culturale, "è molto grave che ancora oggi si discuta se garantire o meno il diritto alla preghiera a 100mila persone che risiedono a Milano. Preghiera che non solo già esiste, ma che si esprime - spiega - in luoghi di culto informali finora sempre tollerati". A Maria Stella Gelmini, che accusa Milano di andare "controcorrente" mentre in Tunisia le moschee si chiudono, "meno male - obietta Piccardo - che siamo in Italia e non in Tunisia: si vuole davvero tornare agli standard del Nord Africa in fatto di diritti?".
E LA CHIESA EVANGELICA SI TIRA FUORI.../ La Shalom Gospel Church, chiesa evangelica milanese, si chiama fuori dalla gara per l'assegnazione delle aree del Comune di Milano destinate ad ospitare luoghi di culto. "Abbiamo cambiato idea. Abbiamo parlato con il nostro avvocato e ci siamo resi conto che trent'anni sono troppo pochi", spiega all'AdnKronos Lister Brieman Perera, meglio conosciuto come pastore Rangi. Perera, in Italia "da 23 anni", viene da Negombo, non lontano da Colombo, capitale dello Sri Lanka, e a Milano durante la settimana si guadagna da vivere come custode, mentre nel weekend lavora "per Dio", guidando una comunità di fedeli che conta circa "120 persone", tutte srilankesi, prevalentemente cingalesi ma "anche tamil", assicura. La Shalom Gospel Church, che ora si riunisce in "un locale preso in affitto in via Socrate", in zona Villa San Giovanni, alla periferia nordest del capoluogo lombardo, ha partecipato alla gara ("Abbiamo
mandato le buste due o tre mesi fa", spiega il pastore) indetta dal Comune.
Il progetto della Shalom Gospel Church non rientra tra i tre selezionati dalla commissione tecnica del Comune di Milano, presieduta da Carlo Minoia, ma potrebbe rientrare in gioco, visto che sulle tre aree (Molino Dorino, via Padova, Rogoredo al confine con San Donato) le moschee non potranno essere più di due. In ogni caso, la chiesa evangelica guidata da Perera non è più interessata: "A noi serve un posto: siamo disposti anche a comprare. Ma trent'anni sono troppo pochi: noi dovremmo fare un mutuo e poi, se dopo trent'anni il Comune decide che rivuole le aree, dovremmo andarcene. Ce ne vorrebbero almeno 99, di anni", conclude.