Milano
Movio e Scatà, i poliziotti eroi che hanno ucciso il terrorista Anis Amri










Monta la polemica per la diffusione dei nomi di Cristian Movio e Luca Scatà, i due agenti di Polizia che hanno ucciso Anis Amri, il killer di Berlino
Terrorismo, l'attentatore di Berlino ucciso dalla polizia a Milano. Anis Amri, l'uomo ricercato per la strage al mercatino di Natale a Berlino, è stato ucciso a Sesto San Giovanni, nel Milanese questa notte nel corso di un controllo di Polizia.
MOVIO E SCATA', CHI SONO I DUE POLIZIOTTI EROI - Cristian Movio e Luca Scatà: sono loro i "poliziotti eroi" che alle 3 di questa notte si sono ritrovati davanti l'uomo più ricercato d'Europa, Anis Amri, l'attentatore di Berlino che alla guida di un camion ha ucciso dodici persone ad un mercatino di Natale della capitale tedesca. Un normale controllo dei documenti davanti alla stazione ferroviaria di Sesto San Giovanni, nel Milanese, per i ragazzi della volante "Alpha 6" del commissariato di Sesto: Movio, 36enne agente scelto originario della provincia di Udine, e Scatà, 29enne di Canicattì Bagni, agente da appena dieci mesi e in prova al commissariato.
Non sapevano chi avessero di fronte: l'identità del terrorista è stata appurata solo questa mattina. Per la loro condotta, tutta Italia plaude ai due poliziotti. Movio, colpito alla spalla destra da Amri quanto l'attentatore si è sentito braccato, e Scatà, che nel conseguente conflitto a fuoco esplode due colpi, uno dei quali raggiunge al costato il terrorista, uccidendolo. Movio è stato quindi condotto all'ospedale San Gerardo di Monza, dove l'operazione alla spalla è perfettamente riuscita.
LA GRATITUDINE DELL'ITALIA, DA MATTARELLA E BOLDRINI A SALA, MARANGONI E GRILLO - Unanimi gli elogi ai due poliziotti: "C'e' una grande riconoscenza per i due agenti intervenuti stanotte. Diamo atto alla grande professionalita' di questi agenti e complimenti per il coraggio che hanno avuto", sono le parole del prefetto di Milano Alessandro Marangoni."Quello che e' successo stanotte vede le nostre forze di polizia attente, presenti e che vigilano", ha aggiunto il sindaco Beppe Sala in conferenza stampa. "Non amo dire che sono stati eroi ma due bravi agenti di polizia" che stavano conducendo "un controllo ordinario del territorio", ha detto il questore di Milano Antonio De Iesu. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha chiesto al Ministro dell'Interno, Marco Minniti, di far pervenire le sue piu' vive congratulazioni ai due agenti per la professionalita' e il coraggio dimostrati. Il Capo dello Stato ha chiesto inoltre al Ministro dell'Interno di far pervenire all'agente Movio, rimasto ferito, gli auguri di pronta guarigione. Il presidente della Camera Laura Boldrini ha espresso "enorme soddisfazione, anche a nome dell'intera Camera dei Deputati, per l'azione della Polizia di Stato che stanotte ha portato all'uccisione del terrorista sospettato della strage di Berlino. Auguro una pronta guarigione a Christian Movio e ringrazio lui e il suo collega Luca Scata': con grande coraggio e rischio personale i due giovani agenti hanno saputo porre fine alla fuga di un pericolosissimo criminale". Il ministro Marco Minniti ha commentato: "Guardiamo all'equipaggio della volante come persone straordinarie, giovanissimi, che facendo il loro dovere hanno fatto un servizio straordinario alla comunità. Interpreto il sentimento del nostro paese nel dire che l'Italia e' a loro grata", ha detto il ministro che ha sentito l'agente ferito a Sesto a cui "ho trasmesso la gratitudine mia personale, del ministero, del capo della polizia e gli auguri di pronta guarigione. Nei prossimi giorni andro' personalmente ad abbracciarlo". "Grazie a persone come lui gli italiani potranno fare un Natale ancora piu' felice". Beppe Grillo dal proprio blog ha scritto: "Tutta l'Italia, tutta l'Europa sono grate a questi due ragazzi. Io personalmente mi sento in dovere di ringraziarli e abbracciarli, specialmente Cristian che ora si trova in ospedale con una spalla forata".
IL PADRE: "MIO FIGLIO HA FATTO IL SUO DOVERE". IL TRIBUTO DELLA RETE - "Ringrazio Dio che sia vivo. È un ragazzo coraggioso e ha fatto il suo dovere", sono le parole di Giuseppe Scatà, dipendente comunale di Canicattì Bagni e padre di Luca Scatà, riportate dalla stampa. Sono già numerose le pagine facebook che si stanno moltiplicando dedicate ai due giovani poliziotti, da "Luca Scatà is my hero" a "Luca Scatà EROE mondiale grazie" a "Onore a Christian Movio e Luca Scatà".
MA IL COISP POLEMIZZA: "FOLLE RENDERE NOTI I LORO NOMI, RISCHIO RITORSIONI" - "E' stata una follia rendere noti i nomi dei poliziotti che la scorsa notte a Sesto San Giovanni hanno fermato il killer di Berlino. C'e' infatti il timore che gli agenti, ma anche le loro famiglie, possano subire delle ritorsioni da parte dei terroristi islamici"; lo afferma Franco Maccari, segretario generale del Coisp, Sindacato indipendente di polizia. Che aggiunge: "Si sarebbe dovuta tutelare l'identita' degli agenti, cosi' come avviene per i militari impegnati all'estero nelle attivita' di contrasto al terrorismo. E' incredibile la superficialita' con cui e' stata gestita la vicenda da parte dello stesso governo, che rendendo nota l'identita' degli agenti, le loro foto e persino i loro comuni di provenienza, ha dimostrato di sottovalutare il rischio di rappresaglie, mettendo a rischio le vite dei nostri colleghi e dei loro familiari. Auspichiamo che almeno si cerchi di porre riparo garantendo la massima tutela dei poliziotti coinvolti e dei loro familiari, oltre a rafforzare ulteriormente l'azione di controllo e contrasto del rischio terrorismo nell'intero Paese, che con l'uccisione di Anis Amri ha dato un duro colpo all'Isis".
"NOMINATIVI RESI PUBBLICI, INCOMPETENZA AL VIMINALE": MONTA LA POLEMICA - Non è solo il Coisp a contestare fortemente la scelta del Viminale di diffondere i nomi dei due agenti. E la polemica, inizialmente limitata ai social, monta con il passare delle ore con qualche sconfinamento nella politica. Tra i primi a mettere il neo ministro dell'Interno, Marco Minniti, nel mirino e' Gianni Alemanno, di Azione nazionale. "Si dimetta - attacca l'ex sindaco della capitale -. E' veramente una vergogna l'incompetenza e la mancanza di professionalita' di un ministro che in conferenza stampa svela i nomi e i volti degli agenti di polizia che hanno ucciso l'attentatore di Berlino, espone queste persone a una sicura ritorsione da parte del terrorismo islamico". Non e' rimasto "sorpreso" piu' di tanto dal fatto che siano stati fatti i nomi e distribuite le immagini dei poliziotti il sindaco di Milano Giuseppe Sala: "Credo che ormai bisogna sapere che con la diffusione dei vari canali di informazione sia molto difficile" non far uscire queste informazioni.
BLOCCATI I PROFILI FACEBOOK DI SCATA' E MOVIO - Nel frattempo, i profili Facebook di Scata' e Movio vengono 'bloccati': impossibile aggiungere commenti e messaggi anche se restano visibili i contenuti gia' 'postati' dai giovani, un selfie con amici dal letto di ospedale, scattato da Movio, e la schermata di un sms in cui si riportano i ringraziamenti di una mamma che ha un figlio che vive a Berlino. Tanto che quella del questore di Milano, Antonio De Iesu, appare ai cronisti piu' di una semplice 'raccomandazione': "Quello che e' stato sinora non mi interessa, abbiamo detto ai ragazzi di evitare di farsi prendere dall'emotivita'", "di non condividere selfie con gli amici. E' nel loro interesse, tenuto conto della delicatezza dei soggetti con cui sono entrati in contatto: non parliamo di criminalita' comune, ma di terrorismo internazionale". Preoccupazione, questa, ben presente anche al capo della polizia, Franco Gabrielli, che in una circolare inviata a tutti i questori subito dopo il conflitto a fuoco aveva invitato a prestare la "massima attenzione" per evitare eventuali "azioni ritorsive" contro poliziotti e appartenenti alle forze dell'ordine in genere.
LA CRONACA: "POLIZIOTTI BASTARDI", POI GLI SPARI
Sono le 3:08 di stanotte quando gli agenti della volante 'alpha 6' individuano una persona, sola, di origini maghrebine in piazza Primo maggio davanti alla stazione ferroviaria di Sesto San Giovanni alle porte di Milano. In servizio l'agente scelto Christian Movio, classe 1981, e l'agente in prova (nove mesi di servizio) Luca Scata', 29 anni. Stando a quanto ricostruito dal dirigente del commissariato di polizia di Sesto, Roberto Guida, Movio e Scata' decidono un "controllo piu' approfondito". I due agenti si avvicinano: il sospetto, spiega Guida, "parlava un buon italiano con accento estero". Amri, appena fermato dagli agenti, ha detto loro di essere di Reggio Calabria, cosa che ha insospettito ancora di piu' i due poliziotti che hanno notato l'accento straniero dell'uomo. A riferire il particolare e' stato il vicepresidente della Regione Lombardia, Fabrizio Sala, andato a trovare in ospedale a Monza l'agente ferito dall'attentatore di Berlino. I due agenti gli chiedono di "svuotare lo zainetto che ha con se'". Il sospetto - prosegue il vice questore aggiunto - si "mostra tranquillo e inizia a svuotare le tasche e lo zainetto". All'improvviso, l'uomo tira fuori la pistola, presumibilmente dallo zaino o forse dalla giacca, ma il gesto e' cosi' repentino che gli inquirenti non si sbilanciano. "La pistola e' gia' carica e pronta all'uso", precisa il questore di Milano, Antonio De Iesu, inserendosi nel racconto di Guida. Parte un colpo che "raggiunge la spalla destra" dell'agente scelto. "Benche' ferito, Movio reagisce sparando" a sua volta, prosegue Guida. A quel punto, l'aggressore "tenta di nascondersi dietro a un'automobile per colpire meglio gli agenti". L'agente in prova gira intorno all'auto e "spara due colpi". "Dei due colpi uno risulta mortale all'altezza del costato", conclude Guida. Le esatte parole pronunciate da Anis Amri mentre sparava contro gli agenti a Sesto sono state "poliziotti bastardi" e non "Allah Akbar" come era parso inizialmente, ha aggiunto Guida. Solo qualche ora piu' tardi gli agenti scoprono l'identita' dell'uomo: Anis Amri, ricercato dalle polizie di tutto il mondo per l'attentato che ha provocato la morte di 12 persone in un mercatino di Natale di Berlino, lunedi' scorso. "Abbiamo capito chi era stamattina dalla comparazione delle impronte", ha spiegato il questore. "Gli agenti non avevano intuito che il sospettato fosse il ricercato, altrimenti sarebbero stati piu' cauti", aggiunge. "L'operazione - sottolinea de Iesu - e' frutto della straordinaria attivita' di controllo del territorio", risultato dell'attivita' di "prevenzione" e del fatto che "i due operatori avevano deciso di controllare un extracomunitario, come detto da noi con molta intensita'". Amri aveva con se' "pochissimi effetti personali: un piccolo coltellino e qualche centinaio di euro, nessun telefono, nessuno scritto, ne' documenti". Era solo, cosi' come era solo in stazione centrale a Milano un paio di ore prima, all'una, quando le telecamere a circuito chiuso hanno catturato la sua immagine. Gli inquirenti non sanno come abbia raggiunto Sesto da Milano, dove e' arrivato in treno dalla Francia.
GLI SPOSTAMENTI, L'ARRIVO DI NOTTE IN STAZIONE CENTRALE - Amri aveva parlato con i suo parenti due settimane fa. Lo ha detto suo fratello, Walid al quotidiano Bild. Tra i due i contatti erano esclusivamente via Facebook da quando nel 2011 l'uomo aveva lasciato la Tunisia per arrivare Italia. In seguito si era spostato in Germania nel 2015 per trovare lavoro. Il fratello Walid ha riferito che l'uomo in questi anni non ha aiutato finanziariamente i suoi parenti in Tunisia. E che la famiglia non ha mai avuto contatti con l'Isis. Secondo suo padre Amri era stato trattenuto in carcere quando era in Italia e che era gia' finito nei guai per aver incendiato una scuola. Anis Amri "sicuramente e' passato dalla Francia" e "all'una di notte di ieri e' stato registrato il transito dalla stazione centrale di Milano". Lo ha detto il questore di Milano Antonio De Iesu. Il terrorista "aveva pochissimi effetti personali" con se', "non aveva telefono, documenti, nessuno scritto, nessuna arma oltre alla pistola, eccetto un piccolo coltellino". E' quanto ha detto il questore di Milano, Antonio De Iesu, in conferenza stampa. "Non amo dire che sono stati eroi ma due bravi agenti di polizia" che stavano conducendo "un controllo ordinario del territorio", ha aggiunto De Iesu.
"ERA PERICOLOSISSIMO, POTEVA COMPIERE ALTRI ATTENTATI" - Anis Amri era un soggetto "pericolosissimo che, da libero, avrebbe potuto compiere altri attentati". Lo ha detto il Questore di Milano, Antonio de Iesu, nel corso della conferenza stampa dopo i fatti di Sesto San Giovanni.
ANCHE L'ISIS CONFERMA: ERA L'ATTENTATORE DI BERLINO - Anche lo Stato Islamico ha confermato che l'uomo ucciso in una sparatoria con la polizia la notte scorsa a Milano, il super-ricercato tunisino Anis Amri, era proprio l'autore materiale della strage di lunedi' con un tir in un mercatino di Natale a Berlino: lo afferma l'agenzia di stampa 'Amaq', braccio mediatico del gruppo jihadista. "L'assalitore di Berlino", si legge in un dispaccio diramato dalla stessa 'Amaq', "ha compiuto un nuovo attacco contro una pattuglia della polizia italiana a Milano, ed e' stato ucciso in uno scambio di colpi". Amri era gia' il principale sospettato per l'eccidio nella capitale tedesca. Era rientrato dalla Germania in Italia, dove si sarebbe radicalizzato, via Francia.
POLIZIOTTO FERITO, OPERAZIONE PERFETTAMENTE RIUSCITA - E' riuscito perfettamente l'intervento per estrarre il proiettile dalla spalla il poliziotto ferito nel conflitto a fuoco con il killer di Berlino. L'agente Christian Movio, - hanno spiegato i sanitari - e' stato sottoposto ad una "operazione non difficile. Ma operazioni facili - ha precisato il chirurgo - non ce ne sono. Il proiettile ha seguito un tragitto superficiale quindi non ci sono state complicazioni nell'estrarlo". Il ricovero dovrebbe quindi durare pochi giorni. Movio, hanno poi raccontato i sanitari, e' arrivato in ospedale cosciente e proprio nel nosocomio e' venuto a conoscenza dell'identita' dell'uomo che aveva fermato insieme al collega cha ha poi ucciso Amri.
LE INDAGINI: APERTI TRE DIVERSI PROCEDIMENTI - La Procura di Monza ha aperto un procedimento, per il momento rubricato come 'modello 45' (cioe' senza indagati e senza ipotesi di reato), sul conflitto al fuoco tra Amri e i due agenti di polizia che lo hanno fermato per un controllo alla stazione di Sesto San Giovanni. All'attenzione del procuratore aggiunto di Milano, Alberto Nobili c'e' invece un procedimento avviato in base all'articolo 270 bis del codice penale, per associazione con finalita' di terrorismo anche internazionale, e relativo alla rete di contatti che il tunisino poteva avere in Lombardia. C'e', infine, l'inchiesta della Procura di Roma, che ha la competenza sui fatti di sangue che riguardano italiani all'estero, aperta dopo l'attentato di Berlino in cui ha perso la vita Fabrizia Di Lorenzo, 31 anni di Sulmona. Un primo contatto tra la Procura di Milano e quella di Roma c'e' gia' stato. E non si esclude che, al di la' di quelli che sono gli accertamenti urgenti, gli atti compiuti dalla prima possano essere trasmessi alla seconda che punta a ricostruire la rete di contatti che Anis Amri aveva in Italia.
LE REAZIONI
MINNITI: SISTEMA SICUREZZA CAPACE FUNZIONARE - "Se c'e' un controllo elevato del territorio che consente, nell'imminenza dell'ingresso nel nostro paese di una persona che e' stata in fuga, di identificarlo e neutralizzarlo, vuol dire che c'e' un sistema capace di funzionare". Lo ha detto il ministro Marco Minniti in conferenza stampa al Viminale. Minniti ha spiegato che sono state "tempestivamente informate le autorità tedesche". Minniti ha quindi espresso "la mia più totale soddisfazione" per l'operazione.
MAULLU (FI): “ATTENTATORE UCCISO DA EROE IN DIVISA” - “Neutralizzato da due agenti l'attentatore di Berlino, purtroppo siamo nel centro del mirino. L'unica cosa che ci sta proteggendo è una rete di forze dell'ordine di prim'ordine. È inquietante che l'episodio sia avvenuto nella Saint Denis Italiana, a poca distanza da Via Padova, quella che per Pisapia era il meglio di Milano, e nel quadrilatero delle moschee, abusive, progettate, realizzate e sognate. Abbiamo la conferma che esistono zone nel nostro paese da bonificare, per prevenire la nascita di realtà ghetto potenzialmente esplosive come Moleenbek”.
GRIMOLDI (LEGA): "SI CONFERMA PERICOLO TERRORISMO IN ITALIA" - "La presenza dell'attentatore di Berlino nell'area di Milano conferma che l'Italia sta diventando il territorio di appoggio della jihad che opera in Europa e la Lombardia, dove negli ultimi due mesi sono stati fermati o espulsi cinque immigrati radicalizzati e sospettati di attività terroristica, ne è l'epicentro". Lo sostiente Paolo Grimoldi, deputato della Lega Nord e Segretario della Lega Lombarda. "Da mesi - prosegue l'esponente leghista - segnaliamo l'allarme rosso in Lombardia, dove gli inquirenti hanno individuato e neutralizzato 'lupi solitari' e cellule organizzate, da mesi invochiamo un rafforzamento della presenza di agenti e territori sul territorio lombardo per monitorare le schede e i centri islamici che spuntano come funghi, da mesi chiediamo l'istituzione di un pool specifico in Procura che si occupi solo del terrorismo islamico, ma finirà il ministro Alfano non ci aveva ascoltato, speriamo che il nel ministro Minniti venga presto a Milano e disponga un giro di vite sulle moschee e sui centri islamici presenti in Lombardia. Il Governo si svegli: è in Lombardia l'epicentro dell'attività jihadista in Italia!"