Milano

Mozione censura contro Romano La Russa, il Consiglio regionale la respinge

Insorgono le opposizioni: "Regione Lombardia conquistata da Fdi"

Mozione censura contro Romano La Russa, il Consiglio regionale la respinge

Con 46 voti contrari e 24 favorevoli (72 presenti, 1 astenuto, 1 non ha partecipato al voto), il Consiglio regionale, presieduto da Alessandro Fermi, ha respinto la mozione di censura all'assessore alla Sicurezza Romano La Russa, presentata dal gruppo PD (primo firmatario il capogruppo Fabio Pizzul) e sottoscritta da numerosi consiglieri dei gruppi della minoranza.

Censura proposta per “aver partecipato all’atto di appello fascista”

Per essere approvata la mozione avrebbe dovuto raccogliere il voto favorevole della maggioranza assoluta dell'assemblea. Il documento si proponeva di stabilire la censura all'assessore, da parte del Consiglio regionale, "per aver partecipato all'atto di 'appello fascista' svoltosi durante un corteo funebre a Milano il 20 settembre, portando discredito a Regione Lombardia".

Si chiedeva revoca nomina assessore

Al Presidente della Regione si voleva inoltre chiedere la revoca della nomina di assessore a Romano La Russa avvenuta lo scorso 29 agosto dopo le dimissioni da assessore di Riccardo De Corato. In conclusione nel testo era previsto l'impegno per i componenti della giunta "a non partecipare a manifestazioni e atti che simboleggino ideali e principi in contrasto con i valori della Costituzione della Repubblica e delle istituzioni democratiche".

Di Marco (M5S): “Abbiamo assistito alla presa di Regione Lombardia da parte di Fratelli d’Italia”

"Oggi fra incoerenze imbarazzanti abbiamo assistito alla presa di Regione Lombardia da parte di Fratelli d'Italia", afferma il capogruppo pentastellato Nicola Di Marco. "Nonostante sia Salvini che Fontana si fossero pubblicamente dissociati dal saluto romano dell'assessore La Russa, la maggioranza del Consiglio Regionale ha scelto di salvarlo dalla sua goffaggine istituzionale, dalle sue contraddizioni e dalle sue imbarazzanti scuse". Per Di Marco "ancora una volta, come accaduto per la pubblica sfiducia dichiarata dalla Vicepresidente Moratti, Fontana e la Lega non hanno avuto il coraggio, o non hanno potuto, andare fino in fondo". Grave invece per il capogruppo Pd Pizzul che si giustifichi un gesto simile. "Questo voto del centrodestra lombardo è una difesa d'ufficio dell'indifendibile. Nelle giustificazioni che l'assessore La Russa ha dato dopo la diffusione del video del suo braccio teso ha detto che si scusava con chi si fosse sentito 'incomprensibilmente' offeso, un avverbio che colpisce e dice tutta l'incomprensione della gravità di un gesto come quello", afferma. Infatti, "è la parola di chi non si rende conto che anche solo evocare gesti che fanno riferimento al fascismo è totalmente inopportuno e incompatibile con una carica pubblica", ecco perché "non è solo un periodo storico passato e drammatico per l'Italia, è anche uno spettro che continua ad aleggiare sul nostro presente, con forme differenti ma non per questo meno insidiose."







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