Milano
Najafabani chiede di Cecilia Sala dal carcere. Confermato il no ai domiciliari
Abedini Najafabani in carcere ad Opera: un caso legato a doppio filo a quello di Cecilia Sala, imprigionata in Iran
Najafabani chiede di Cecilia Sala dal carcere. Confermato il no ai domiciliari
Abedini Najafabani ha chiesto di nuovo di Cecilia Sala al suo legale Alfredo De Francesco che stamattina l'ha visitato per una quarantina di minuti nel carcere di Opera. "Continua a vedere il suo volto accostato a quello della giornalista in tv e quindi mi ha richiesto di lei" spiega all'AGI il difensore al quale il detenuto iraniano gia' nel precedente colloquio aveva domandato chi fosse la donna a cui veniva accomunato nei servizi televisivi su di lui.
L'avvocato De Francesco depositera' altra documentazione nei prossimi giorni in vista dell'udienza fissata davanti alla Corte d'Appello il 15 gennaio per 'convincere' i giudici ad accogliere la sua istanza per far avere i domiciliari al suo assistito. Ha tempo fino a 5 giorni prima dell'udienza per consegnare altre carte a giudici. E' possibile, riferisce sempre De Francesco, che nei prossimi giorni arrivi anche un rappresentante dell'Ambasciata a visitare l'ingegnere arrestato su richiesta degli Stati Uniti. Nell'incontro di oggi, dice ancora il legale, "abbiamo parlato di cose tecniche in vista dell'udienza, gli ho spiegato anche la natura politica della decisione sull'estradizione". Intanto nella sua cella in isolamento Abedini ha ricevuto l'autorizzazione a parlare di nuovo con la moglie.
Il parere del pg sui domiciliari per Najafabani rsta negativo
Alla procuratrice generale Francesca Nanni che ha dato parere negativo ai domiciliari per Abedini Najafabani non sono arrivati negli ultimi giorni nuovi documenti dalla difesa e nemmeno note dagli Usa che chiedano l'estradizione dell'ingegnere iraniano. Se non ci saranno "novita'", viene spiegato in ambienti giudiziari, la Procura Generale non fara' altre mosse fino all'udienza del 15 gennaio davanti alla Corte d'Appello chiamata a valutare l'istanza dell'avvocato Di Francesco. La pg non ha evidentemente considerato efficace l'integrazione della difesa che, dopo il parere negativo, aveva portato a garanzia dell'assenza di pericolo di fuga le rassicurazioni dell'Ambasciata iraniana.
Fino all'udienza, in linea teorica, potrebbe cambiare il suo parere negativo rispetto alla possibilita' che lasci il carcere di Opera dove e' detenuto dal 16 dicembre con l'accusa dagli Stati Uniti di aver supportato i pasdaran di Teheran nell'acquisizione di componenti tecnologiche a duplice uso civile e militare montate sui droni in uso al Corpo dei Guardiani della Rivoluzione. Un sistema di navigazione che il 28 gennaio 2024 uccise in un avamposto giordano tre soldati americani. Nel frattempo viene chiarito da fonti qualificate che in Procura e' aperto un fascicolo senza indagati ne' ipotesi di reato non, come circolato nei giorni scorsi, sulle modalita' dell'arresto ma come "prassi" seguita in tutti i casi in cui una persona viene arrestata in esecuzione di un'estradizione. Lo stesso accade anche per l'imprenditore Artem Uss. Un fascicolo che al momento e' 'immobile', nel senso che non sono state svolte attivita' d'indagine di nessun tipo. L'indagine muovera' dei passi solo se dovessero avvenire fatti che necessitino di accertamenti.
L'Iran: "Cecilia Sala, nessuna ritorsione per l'arresto di Najafabadi"
L'Iran e' tornato a ribadire che l'arresto della giornalista Cecilia Sala a Teheran, lo scorso 19 dicembre, "non e' una ritorsione" per l'arresto in Italia di Abedini Najafabadi e ha auspicato che il caso "venga risolto rapidamente". "Ci auguriamo che il suo caso venga risolto rapidamente", ha detto la portavoce del governo di Teheran Fatemeh Mohajerani, durante un punto stampa, come riporta l'agenzia Isna. "Non si tratta di ritorsione, questo arresto non ha nulla a che vedere con altre questioni", ha ribadito la portavoce.
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