Navigli, esplode il caso barconi-bar. Palazzo Marino mette i sigilli
Il Comune fa chiudere i barconi-bar sul Naviglio Pavese. Ma i titolari non ci stanno: "Resteremo aperti"
IL COMUNE SIGILLA I BARCONI-BAR SUI NAVIGLI
Sui Navigli di Milano le acque sono agitate. Il Comune ha infatti deciso uno stop per i tre barconi-bar ormeggiate da ormai 40 anni sulle acque del Naviglio Pavese. Come riporta il Corriere della Sera, infatti, i tecnici comunali hanno ripristinato le balaustre in modo da impedire l’ingresso e i barconi sono ora inaccessibili. Non solo. Sono già state allertate pattuglie di polizia locale che controlleranno l'effettiva chiusura dei locali e che gli accessi non vengano forzati. E nei prossimi giorni saranno staccate le utenze di luce e gas.
Tutto nasce da una lunga contesa sull'occupazione dell'acqua. Lo scorso gennaio una sentenza del Consiglio di Stato stabilisce che "lo spazio acqueo occupato da un barcone costituisce un bene demaniale economicamente contendibile, il quale può essere dato in concessione ai privati, a scopi imprenditoriali, solo all’esito di una procedura comparativa ad evidenza pubblica".
Palazzo Marino aveva dato tempo fino al 31 maggio per liberare gli spazi ma i titolari dei barconi-bar si sono rifiutati di dare seguito alla richiesta del Comune. E ora promettono battaglia: "Gli esercizi rimarranno aperti, mi rifiuto di rispettare questo divieto — dice —. Affitto questo barcone a 1.500 euro al mese, l’amministrazione me ne chiede molti di più come tasse, come se occupassi suolo pubblico e non soltanto le acque. Ho scritto al sindaco e persino al Presidente della Repubblica", ha dichirato il titolare del Bench al Corriere della Sera.