Milano

Naviglio, due disabili cadono in acqua: uno è morto, grave l'altro

Tragedia nel Naviglio tra Robecco, Cassinetta e Albairate: due disabili in gita dalla Brianza cadono in acqua. Uno è stato recuperato, l'altro è morto

Naviglio, due disabili cadono in acqua: uno è morto, grave l'altro


I due giovani stavano percorrendo in bicicletta l’alzaia del Naviglio Grande quando sono finiti nelle acque del canale: uno è stato estratto in gravissime condizioni, l'altro è stato trovato morto nel pomeriggio. Stando a una prima ricostruzione, i ragazzi facevano parte di una comitiva di disabili che era in gita in un agriturismo della zona tra Robecco e Cassinetta dalla Brianza.

L'intervento del 118, che e' giunto sul posto con due ambulanze e due elicotteri per il soccorso e' intorno alle 10:20.  I due, con i loro accompagnatori, erano a bordo di speciali mezzi a tre ruote che si sarebbero accidentalmente toccati portandoli a cadere nelle acque in un punto del Naviglio privo di protezioni.

La ricostruzione dei fatti

Sono le 10:30 del mattino quando un gruppo di disabili di un centro diurno di Macherio sta percorrendo la pista ciclabile che costeggia il Naviglio Grande tra Cassinetta di Lugagnano e Robecco sul Naviglio, in provincia di Milano. Il gruppo e' accompagnato dagli educatori, che in quel momento fungono anche da conducenti dei "tricicli" adoperati per l'uscita: si tratta di biciclette con due ruote davanti e una dietro, che sulla parte anteriore hanno un contenitore metallico ampio, sul quale si possono caricare bambini e persone. Proprio in questo gabbiotto erano collocati i disabili, imbragati alla seduta, alcuni bloccati anche con un corpetto. Durante il tragitto sono gli educatori a pedalare, ma qualcosa va storto: cade una prima bici, poi la seconda e con i mezzi anche guidatori e passeggeri. I disabili seduti sul davanti, entrambi 31enni, finiscono in acqua: uno di loro tetraplegico, e non riesce a sganciarsi, mentre il secondo aveva imparato a staccare la sicura e grazie a questo riesce a salvarsi. E' infatti il primo, Nicola F. di Villasanta a rimanere incagliato alla bici. Il mezzo fa da zavorra e lo trasporta sul fondo dall'altra parte dell'argine. Il secondo, G.A., di Lissone, invece, staccando la cintura di sicurezza, riesce a risalire. I conducenti delle bici restano a galla ed escono dal fiume, per chiedere aiuto ai passanti. I soccorsi arrivano in pochi minuti: 2 ambulanze e 2 elicotteri del 118, e 4 mezzi del nucleo Sar dei vigili del fuoco, sommozzatori e servizio fluviale.

Sono proprio i pompieri a tirare fuori dall'acqua il primo 31enne: le manovre rianimatorie dei paramedici effettuate sul posto non sono pero' sufficienti: il giovane e' stato a lungo sott'acqua e quando viene portato fuori e' in arresto cardiaco; viene quindi caricato sull'elisoccorso e portato, gia' gravissimo, all'ospedale San Raffaele di Milano, in codice rosso. Ci vorranno invece 4 ore per tirare fuori dall'acqua il cadavere dell'altro 31enne Nicola, ancora legato alla bicicletta. Sul posto arrivano anche i carabinieri della compagnia di Abbiategrasso per i rilievi e per provare a ricostruire la dinamica dei fatti, ma la versione al momento piu' accreditata e' che si sia trattato di una caduta accidentale, di cui bisognera' accertare le cause. La pista ciclabile su cui e' avvenuto il tragico incidente e' spesso frequentata anche da bambini e famiglie, non ha un parapetto e gia' nel 2015 un ciclista (nel tratto piu' vicino a Magenta) mori' cadendo nel corso d'acqua, dopo una notte in camera iperbarica. Il 31enne portato in ospedale e' tuttora in rianimazione: la prognosi e' riservata.







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