Milano

'Ndrangheta: maxi blitz della Polizia, oltre 100 misure cautelari

Tra i reati: associazione mafiosa, estorsione, detenzione e porto illegale di armi, antiriciclaggio, traffico di sostanze stupefacenti

Estorsione, droga e truffe da Nord a Sud

Maxi blitz anti 'ndrangheta della Polizia di Stato su tutto il territorio nazionale. Le Squadre mobili di Reggio Calabria, Milano, Firenze e Livorno, con il coordinamento del Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine, hanno eseguito oltre 100 misure cautelari emesse dalle procure distrettuali antimafia di Reggio Calabria, Milano e Firenze, a conclusione di articolate indagini che hanno riguardato esponenti della 'ndrangheta operanti in stretto raccordo tra loro, in diverse regioni.

L'operazione ha riguardato soggetti di origine calabrese provenienti dalla Piana di Gioia Tauro, presunti appartenenti alla cosca Mole', attivi anche in Lombardia e in Toscana, e con ramificazioni internazionali. I reati contestati a vario titolo sono associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, detenzione e porto illegale di armi, autoriciclaggio, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, produzione, traffico e cessione di sostanze stupefacenti, usura, bancarotta fraudolenta, frode fiscale e corruzione. 

Il filone milanese delle indagini e' stato condotto dalla Polizia di Stato in collaborazione con il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Como. C'e' anche una azienda del Comasco che opera nel settore logistico tra i beni per un valore complessivo di 2.2 milioni di euro sequestrati oggi in Lombardia nel blitz della Polizia e della Guardia di Finanza in diverse regioni italiane contro presunti appartenenti alla cosca Mole'.

'Ndrangheta: pm Dolci, oggi e' mix arcaicita' e modernita' 2.0 

"L'operazione 'Cavalli di razza' delle procure di Milano, Reggio Calabria e Firenze "e' la rappresentazione plastica di quello che oggi e' l'ndrangheta: un mix di arcaicita' e di assoluta modernita' che proietta l'organizzazione nel futuro". Lo ha detto il procuratore aggiunto con delega alla Dda di Milano Alessandra Dolci durante una conferenza stampa in cui sono stati illustrati i dettagli dell'indagini che in Lombardia ha portato al fermo di 54 persone indagate a vario titolo di associazione di stampo 'ndranghetista, estorsione, traffico di droga, bancarotta e reati fiscali. Da un lato - ha osservato il pm antimafia - restano "i riti di iniziazione" e "le 'mangiate'" dall'altro c'e' una "'Ndrangheta 2.0 che sfrutta gli imprenditori per acquisire il loro know-how" cosi' da "sostituire le mazzette con i proventi dell'evasione fiscale".

Tra gli indagati anche l'ex sindaco di Lomazzo e un finanziere

Tra gli indagati del filone milanese dell'indagine contro la 'Ndrangheta "Cavalli di razza" figurano anche l'ex sindaco di Lomazzo (Como) Marino Carugati, 79 anni, e Cesare Pravisano, ex assessore sempre di Lomazzo, entrambi gia' condannati per bancarotta fraudolenta in un'inchiesta della procura di Como con al centro un sistema di frode che passava attraverso consorzi e cooperative creati e poi volutamente destinati al fallimento. I due "ex amministratori pubblici", non destinatari del provvedimento di fermo eseguito oggi, avrebbero avuto - stando alle indagini della Squadra mobile di Milano e della GdF di Como, coordinate dalla Dda del capoluogo lombardo - rapporti con gli affiliati del clan Mole'-Piromalli radicato in Lombardia, tra le province di Varese e Como.

In particolare, l'ex primo cittadino Carugati e l'ex assessore Pravisano, nel 2010 a Gioia Tauro (Reggio Calabria) avrebbero partecipato a una 'riunione' del clan Mole'. Un incontro - secondo gli inquirenti milanesi - a cui sarebbero stati presenti anche alcuni 'imprenditori estorti' che aprirono le porte delle loro societa' all'Ndrangheta. 

Tra le persone fermate nell'ambito dell'operazione coordinata dalle Procure Antimafia di Reggio Calabria, Milano e Firenze c'e' anche Michele Contessa della Guardia di Finanza di Olgiate Comasco. Nel capo d'imputazione si motiva il provvedimento "per il sistematico asservimento delle funzioni e poteri di pubblico ufficiale inerenti la qualifica coperta nonche' per il compimento degli atti contrari ai suoi doveri d'ufficio" consistiti nell'introdursi nella banca dati alla quale aveva accesso in quanto finanziere per assecondare le richieste di alcuni presunti appartenenti al gruppo criminale.

'Ndrangheta: riunioni in Svizzera per aggirare 416 bis

Riunioni del clan in Svizzera per evitare di incorrere nel reato di associazione mafiosa. Il particolare e' stato rivelato nel corso della conferenza stampa tenuta in Questura a Reggio Calabria per illustrare i dettagli sull'operazione "Nuova Narcos Europea" che ha portato all'arresto di 36 persone, su oltre 100 raggiunte da provvedimenti emessi dalle procure di Milano e Firenze. "L'operazione ha un connotato importante, per quanto riguarda il tipo di offensivita' di questa cosca della Piana, Mole', da qualche parte, da qualcuno, era stata definita una cosca in ribasso dal punto di vista della sua capacita' criminale. Non e' cosi'" ha detto il direttore centrale anticrimine della Polizia di Stato, prefetto Francesco Messina.

La cosca Mole', infatti, era storicamente federata alla potentissima cosca Piromalli di Gioia Tauro, fin quando le strade criminali delle due consorterie si divisero, con l'omicidio di Rocco Mole' ucciso nel 2008. Non solo la cosca Mole' e' tornata alla ribalta della cronaca, ma aveva proiezioni anche all'estero. "Qualcuno - ha spiegato Messina - si spostava in Svizzera perche' li' manca la fattispecie analoga al 416 bis (il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso) e li' vi teneva regolarmente riunioni pensando di essere al sicuro".







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