Milano

'Ndrangheta: processo Krimisa, avviso di garanzia anche per avvocatessa

L'inchiesta ha permesso di rivelare come la criminalita' organizzata avesse delle infiltrazioni nei parcheggi intorno all'Aeroporto di Malpensa.

'Ndrangheta: processo Krimisa, avviso di garanzia anche per avvocatessa

E' stato depositato questa mattina - nel corso dell'udienza davanti alla giudice Rossella Ferrazzi al tribunale di Busto Arsizio - l'avviso di conclusione delle indagini ed informazione di garanzia nei confronti di 5 persone accusate di aver svuotato le casse della City Parking srl, societa' riconducibile alla famiglia De Castro, confiscata nell'ambito del processo Krimisa (troncone bis), contro la 'ndrangheta dell'alto-Milanese e del Varesotto. Si tratta dell'indagine che ha smascherato le cosche di Legnano e Lonate Pozzolo, rivelando le mani della criminalita' organizzata sui parcheggi intorno all'Aeroporto di Malpensa. Il processo ha portato qualche giorno fa (l'8 settembre), a condanne da 8 a 18 anni: in particolare e' stato condannato a 8 anni e 8 mesi il consigliere comunale di Fratelli d'Italia, Enzo Misiano, mentre la pena piu' alta e' andata a Mario Filippelli, 18 anni; 14 anni e 8 mesi sono stati comminati invece al capolocale Vincenzo Rispoli, dal quale, secondo quanto riportato nelle indagini "doveva passare tutto" cio' che avveniva nella zona. Tra gli indagati lo stesso Emanuele De Castro e il suo ex avvocato Francesca Cramis, oggi in aula in qualita' di difensore del consulente del lavoro Giampaolo Laudani, anche lui indagato.

"L'avvocato Francesca Cramis, difensore di Emanuele e Salvatore De Castro, dopo il loro arresto contattava Giampaolo Laudani", si legge nelle carte giudiziarie, "consulente del lavoro e commercialista della City Parking Malpensa, per suggerire lo svuotamento del conto corrente intestato alla societa', al fine di sottrarlo ad eventuali provvedimenti coercitivi dell'autorita' giudiziaria". Laudani, sempre secondo gli inquirenti, avrebbe convocato la ex compagna di De Castro "spiegandole che il denaro doveva essere distribuito a piu' persone" e "prestando la propria opera professionale finalizzata alla ripartizione". A quel punto il cognato di De Castro, titolare del 60% delle quote societarie, avrebbe distratto del denaro giustificandolo con pagamenti gestionali gonfiati. Altre tre persone si sarebbero rese inoltre disponibili quali destinatarie di alcuni pagamenti ingiustificati e, secondo il pm, finalizzati alla distrazione di capitale. "Appare evidente come tale notifica sia stata emessa ed eseguita al fine di zittire questo scomodo difensore alla vigilia della discussione nel processo Krimisa dinanzi al Collegio di Busto Arsizio", ha dichiarato l'avvocato Francesca Cramis.








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