Milano

Negozi storici, Milano ricorre al Tar contro Regione: "No a sovranismi"

Negozi storici, è scontro tra Comune di Milano e Regione Lombardia. Con Palazzo Marino che ricorre al Tar per impugnare la delibera regionale

Negozi storici, Milano ricorre al Tar contro Regione: "No a sovranismi"

Il Comune di Milano ricorre al Tar per impugnare la delibera di Regione Lombardia sulle premialita' per le attivita' storiche e tradizionali nel rilascio delle concessioni degli spazi demaniali. Una delibera regionale, infatti, attribuisce ai Comuni la facolta' di assegnare gli spazi pubblici ad attivita' storiche per affidamento diretto. Se i Comuni non si avvalgono di tale facolta' e procedono all'assegnazione con bando pubblico, la delibera impone alle amministrazioni locali l'obbligo di predisporre specifiche premialita' (incrementi con percentuali non inferiori al 40% sulla valutazione complessiva) riservate alle attivita' commerciali e artigianali storiche e di tradizione iscritte nell'elenco regionale. Attivita' con almeno 40 anni di attivita' presenti su tutto il territorio della citta'

La delibera n. XI/2043 della Giunta Regionale, spiega una nota di Palazzo Marino, attribuisce ai Comuni la facoltà di assegnare gli spazi pubblici ad attività storiche per affidamento diretto. Se i Comuni non si avvalgono di tale facoltà e procedono all’assegnazione con bando pubblico, la delibera impone alle Amministrazioni locali l’obbligo di predisporre specifiche premialità (incrementi con percentuali non inferiori al 40% sulla valutazione complessiva) riservate alle attività commerciali e artigianali storiche e di tradizione iscritte nell’elenco regionale. Attività con almeno 40 anni di attività presenti su tutto il territorio della città.

Tasca: "Provvedimento regionale rivela intendimenti politici medioevali"

“Questo provvedimento – afferma l’assessore al Demanio, Roberto Tasca, spiegando le motivazioni del ricorso – rivela intendimenti politici medioevali. Siamo al sovranismo regionale. Il Comune di Milano non intende contestare la facoltà di deroga delle gare in favore dei locali storici ma contesta, perché illegittima, l’introduzione di una deroga generalizzata attraverso un provvedimento regionale che sembra imporre l’alterazione delle condizioni di gara ogni volta che il locale sia classificato come storico”.

Secondo il Comune di Milano infatti la deliberazione della Giunta regionale contrasta le norme (art 114 Cost. dell’art. 118 Cost. e dell’art. 13 TU 267/2000) che riservano alla competenza dei Comuni le funzioni amministrative in tema di gestione dei beni comunali e dell’attività di commercio sul territorio cittadino.

“In particolare – aggiunge Tasca – la deliberazione contrasta con tali norme nella parte in cui impone ai Comuni l’obbligo di prevedere specifiche premialità nei bandi di gara per l’assegnazione di immobili di loro proprietà, senza lasciare agli organi comunali alcuno spazio di discrezionalità a riguardo. Così la Regione si sostituisce arbitrariamente ai Comuni nella valutazione degli interessi pubblici dei locali di sua proprietà. Un’intromissione che non possiamo accettare. Questo concetto di ‘autonomia’ mi ricorda molto il centralismo statale degli anni ’30”.

“Il Comune di Milano – conclude Tasca – si era già dotato di criteri propri, per valutare eventuali ipotesi di rinnovo o di premialità bilanciando i diversi interessi. Basta informarsi. Esiste una deliberazione di Giunta Comunale del 26 luglio 2019 in cui si prevedono requisiti più rigorosi e restrittivi rispetto a quelli richiesti nella delibera regionale impugnata. No al sovranismo regionale, sì all’interesse pubblico e alla concorrenza. L’interesse privato non va tutelato a danno del bene pubblico”.

Mattinzoli (Regione): "Tempesta in un bicchiere d'acqua, aperti a confronto"

Replica l'assessore regionale allo Sviluppo economico, Alessandro Mattinzoli: "Sorprende che il Comune di Milano convochi addirittura una conferenza stampa per creare una tempesta in un bicchiere d'acqua. Ogni Amministrazione comunale, nello spirito della leale collaborazione, ha interlocuzioni con la Regione nella costruzione degli atti e anche nella segnalazione di criticita'. Nella delibera citata, la questione sollevata dall'assessore Tasca non e' stata oggetto di alcun rilievo da parte dell'Anci, cosi' come la nostra Legge era stata approvata all'unanimita' dal Consiglio regionale". 

"L'assessore Tasca - ha aggiunto l'assessore - ispirandosi a quella collaborazione spesso richiesta dalla sua Amministrazione, avrebbe potuto alzare il telefono e confrontarsi con me per capire in che modo applicare al meglio una legge che ha il solo scopo di favorire la tradizione e il valore delle attivita' che hanno scritto la storia del nostro territorio". "Resto a sua disposizione - ha concluso Mattinzoli - per un confronto politico, certo che non consideri la via giudiziaria amministrativa la cifra della qualita' dei rapporti fra Regione e Comune".

Rozza (Pd Regione): "Delibera sbagliata e fatta male"

Il Pd lombardo si schiera al fianco di Palazzo Marino: la delibera della Regione sugli spazi demaniali e i negozi storici "priva i Comuni di qualsiasi autonomia", dunque ha fatto bene Palazzo Marino a ricorrere al Tar. Questa l'opinione della consigliera lombarda del Pd, Carmela Rozza. In una nota, l'esponente dem sottolinea: "L'assessore Tasca ha tutte le ragioni di impugnare una delibera che invade le competenze dei Comuni relative allo sviluppo del commercio sul loro territorio. Che una bottega storica possa rimanere dov'e', senza bisogno di partecipare a un bando, lo ha gia' definito la giurisprudenza ma la delibera va ben oltre, perche' entra nel merito nei contenuti del bando e nei punteggi di premialita', favorendo anche chi non occupa storicamente quel luogo". Insomma, secondo Rozza, "e' una delibera sbagliata, fatta male, che pretende di dettare regole tanto dettagliate da dare la certezza che ci saranno ricorsi. La Lega chiede l'autonomia al governo per imporre il centralismo regionale ai comuni"

Confcommercio: "Senza soluzioni condivise, siamo preoccupati"

Osserva gli sviluppi anche Confcommercio, che esprime preoccupazione e auspica soluzioni condivise. Recita una nota: "Le imprese che hanno più di 40 anni di attività, e hanno saputo innovarsi e restare sul mercato per così lungo tempo, sono un valore non solo economico per tutta la nostra società. Un valore che deve essere condiviso anche a livello istituzionale. A Confcommercio Milano sono associate 5600 imprese con oltre 25 anni di attività. E sono 320 le imprese che hanno già aderito al nuovo Gruppo Imprese Storiche, associazione di Confcommercio Milano per la tutela e il sostegno di queste importanti attività che coniugano tradizione e innovazione. “I locali storici sono un valore per il nostro territorio e rappresentano un punto di forza dell’attrattività di Milano – afferma Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano - Non entriamo nel merito del contrasto istituzionale tra Comune e Regione, soprattutto perché si fa riferimento anche a monumenti di pregio storico della nostra città.  Ma siamo preoccupati per possibili situazioni di stallo nell’azione a favore di queste importanti realtà imprenditoriali. Auspichiamo che vengano velocemente risolte le divergenze tra istituzioni che non fanno bene né alle nostre imprese né alla nostra economia”.







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