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Milano
Nei guai il "re degli indennizzi". Sequestrati 30 mln a Raffaele Gerbi
Raffaele Gerbi

Nei guai il "re degli indennizzi". Sequestrati 30 mln a Raffaele Gerbi

Raffaele Gerbi, 56 anni, romano, fondatore dello studio di consulenza e mediazione Gerbi Group, si proponeva anche su giornali e tv come il difensore di coloro che avevano subito macrolesioni negli incidenti stradali.

Gerbi truffava le vittime della strada

Il gip di Milano Cristian Mariani, però, ha disposto un sequestro da 30 milioni a suo carico e di altri 12 a carico di altri indagati e di società a lui riconducibili. Le indagini, coordinate dall'aggiunto Laura Pedio e Cristian Barilli, hanno fatto emergere come Gerbi truffasse proprio quelle vittime della strada che si rivolgevano a lui.

Il gip: “Danno patrimoniale di rilevante entità”

In particolare, in 20 casi negli ultimi 3 anni, Gerbi e i suoi collaboratori avrebbero "cagionato" alle persone offese "un danno patrimoniale di rilevante gravità" commesso "con abuso di prestazione d'opera, nonché dell'aver profittato di circostanze di persona - rappresentate dalla situazione di bisogno e vulnerabilità dei sinistrati riportanti gravissimi danni psico-fisici e dalla loro scarsa dimestichezza con tale tipo di problematiche giuridiche - tali da incidere sulla privata difesa".

Gerbi avrebbe convinto i danneggiati a sottoscrivere “patti di quota lite”

In pratica Gerbi avrebbe "convinto i danneggiati, innanzitutto, a sottoscrivere o comunque ad aderire a 'patti di quota lite' largamente svantaggiosi, celando loro non solo la possibilità di ottenere indennizzi molto più elevati delle somme promesse, ma anche l'ammontare effettivo di quelle che le società del gruppo Gerbi, grazie ai predetti accordi, sarebbero riuscite ad ottenere a titolo di onorari".

Gerbi: "Evidente la mia estraneità ai fatti"

In merito alla vicenda, Raffaele Gerbi ha rilasciato la seguente dichiarazione: "Massimo rispetto per l’attività giudiziaria in corso.  Vorrei sottolineare come tutte le somme erogate dalle compagnie assicurative ai miei assistiti fossero congrue rispetto ai danni da questi effettivamente patiti, così come riscontrato dagli stessi consulenti nominati della procura di Milano.  Non deve essere sottaciuto che i precedenti professionisti avevano previsto importi di risarcimento del danno in favore degli infortunati inferiori di circa 10 volte rispetto a quanto da me ottenuto. In relazione ai rapporti tra lo studio ed i danneggiati questi sono stati sempre cristallini e puntualmente contrattualizzati. Tutti i miei assistiti erano consapevoli degli importi corrisposti ai professionisti che li hanno patrocinati. La sottoscrizione dei patti di quota lite è ovviamente precedente rispetto alla valutazione medico legale del danno, avvenuto l’accertamento della entità del danno gli stessi hanno sempre avuto contezza degli importi liquidati, peraltro accreditati sui loro conti correnti.  È talmente evidente la mia estraneità ai fatti contestati che verrà certamente dimostrata dai miei avvocati."  

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