Milano
Nel laboratorio di Giulia: "3D ? No, i gioielli artigianali sono unici". FOTO
Giulia Tamburini, artigiana orafa milanese classe 1984, rispetta tutte le tradizioni dell'oreficeria classica: "Gli strumenti sono gli stessi del Medioevo"
Nel laboratorio di Giulia: "Digitale e 3D? No, i gioielli artigianali sono unici"
Non è facile per la gioielleria artigianale trovare spazio in un settore così competitivo. Ma c’è ancora chi comprende e apprezza l’unicità e il valore di un gioiello fatto a mano. È a loro che si rivolge Giulia Tamburini, artigiana orafa di Milano, classe 1984, che compie quest’anno dieci anni di attività imprenditoriale. Nel suo laboratorio lavora oro, argento e bronzo completamente a mano senza alcun tipo di processo industriale, rispettando le tradizioni dell’oreficeria classica artigianale italiana. Dopo una laurea in lettere, Giulia ha iniziato a creare gioielli specializzandosi per tre anni alla Scuola di Arti Orafe di Firenze, una delle pochissime che ancora tramanda questa tradizione. Da allora, nel suo laboratorio segue ideazione, disegno e produzione di ogni gioiello.
“Gli strumenti con cui lavoro i metalli sono gli stessi che venivano usati nel Medioevo e non sono mai cambiati: lime e seghetti, bulini di ferro per le incisioni e pece come base per modellare”, spiega Giulia. Una tradizione che rischia di andare persa. “In Italia sono rimaste pochissime scuole e i giovani hanno perso interesse, perché – soprattutto nel nostro Paese - il lavoro manuale è considerato spesso meno nobile rispetto a quello intellettuale. Nel corso che ho frequentato a Firenze, infatti, ero una dei pochi studenti italiani”. Una decisione controcorrente, mentre anche il mondo del gioiello diventa sempre più tecnologico e industriale. “Disegni in Cad e stampanti 3D permettono di tagliare tempi e costi e non richiedono il lavoro di un orafo, ma c’è differenza tra un gioiello progettato a computer e realizzato da una macchina e uno disegnato e creato a mano: il primo non ha un’impronta manuale, è più preciso, ma più asettico e industriale. Un gioiello artigianale è unico, ha una sua storia, è un oggetto vivo che crea un rapporto personale con chi lo indossa. L’artigianato permette inoltre quella personalizzazione molto richiesta oggi, che è difficile offrire per chi produce industrialmente”.
Giulia Tamburini
Ma l’innovazione e il digitale possono aiutare le piccole realtà di artigianato a creare nuovi canali di comunicazione e di vendita, senza modificare il modo in cui i gioielli vengono pensati e realizzati. Dopo dieci anni di vendita di persona e promozione sul passa parola, Giulia ha deciso così di lanciare un e-commerce e strutturare una presenza digitale insieme al fratello Francesco, professionista nel mondo della comunicazione. Nel sito (www.giuliatamburini.it) è possibile navigare tra 220 gioielli, personalizzabili con le combinazioni preferite di metalli (argento, bronzo, oro bianco, giallo e rosso) e pietre (tra cui zaffiri, tormaline, rubini, diamanti, lapislazzuli, opali e pietre di luna). “Volevo che la visita dell’ecommerce fosse un po’ come un appuntamento nel mio laboratorio, dove il cliente può sbirciare tra le teche, senza limitare scelta e personalizzazione”, spiega Giulia. “E’ possibile acquistare al tempo stesso gioielli in argento o bronzo, da indossare tutti i giorni, oppure in oro e pietre preziose, per le occasioni speciali”. Ma il digitale non sostituirà le esposizioni fisiche.
“Questo nuovo progetto mi dà tanta soddisfazione ma l’idea di uno spazio dove chi viene a comprare possa anche vedere il processo creativo resta nelle mie priorità, perché il lavoro dell’artigiano dev’essere conosciuto, scoperto, toccato con mano e assaporato”, spiega Giulia. “Sto infatti ristrutturando un nuovo laboratorio in zona Porta Venezia, che sarà anche spazio esposizione dove organizzare eventi per promuovere il lavoro artigiano mio e di altri artisti”. Giulia ha sempre creduto nella contaminazione artistica, anche con ambiti diversi da quello dei gioielli. Nei primi anni di attività ha condiviso il laboratorio con giovani artisti abituati a lavorare con il legno, le fotografie e i pennelli. Qui è nata la collaborazione con Ettore Tripodi, che ha dato vita al progetto delle cartoline gioiello, dove i gioielli prendono vita nelle illustrazioni creando un mondo magico e un po’ naïf, dove regnano creatività e immaginazione. “L’ispirazione è nella vita di tutti i giorni: un viaggio, una passeggiata, un mercato di antiquariato, ma anche una giornata di arrampicata nella natura possono essere fonti di idee per una nuova creazione”.