Milano
Niente Camera per l'uomo di Di Maio. Buffagni beffato da Carinelli. Inside
di Fabio Massa
Stefano Buffagni, in Parlamento, difficilmente ci sarà. Salvo risultati eccezionali del Movimento 5 Stelle in Lombardia, da sempre terra ostile per i pentastellati, l'uomo di Luigi Di Maio al Nord, non siederà a Roma.
E questo dopo che - secondo quanto può riferire Affaritaliani.it Milano - gli era stato da più parti chiesto di scendere nella Capitale per aiutare il candidato premier nei suoi rapporti con il mondo produttivo del Nord. Lui, Stefano Buffagni, ci aveva pensato su a lungo. Avrebbe potuto concorrere con ottime chances di successo, alla presidenza di Regione Lombardia, ipotesi che da sempre era la sua preferita. E invece no. Là corre un suo amico fraterno, Dario Violi.
Perché per lui il destino era romano. 34 anni, commercialista, un mandato in consiglio regionale ad altissima produttività e visibilità, Buffagni il pentastellato sembrava lanciato verso le stelle. E invece niente, a Roma non ci sarà. Il perché? Perché prima di lui, nel collegio in cui risiede, ovvero Milano 2, siederà Paola Carinelli, compagna del senatore Vito Crimi, l'uomo del comitato di garanzia che Statuto alla mano lavora per scrivere le regole - precedenti alle parlamentarie - per cui nelle grandi città con più collegi, e dunque su Milano, il sacro principio della residenza del candidato viene sovvertito. La questione, qui, si fa tecnica. Per il Movimento 5 Stelle, da sempre, è fondamentale l'idea che ogni territorio debba avere il suo rappresentante nelle istituzioni. E dunque, ognuno si candida nel suo collegio. Ma per il Parlamento, con le votazioni online, è successo che su Milano non fossero stati azzonati i vari collegi per motivi tecnici. E quindi? Quindi il comitato di garanzia nel quale siede Vito Crimi ha scritto e approvato la regola per la quale i primi tre più votati sarebbero stati sarebbero stati distribuiti come capilista in ognuno dei tre collegi, a prescindere dalla residenza. Regola per la quale la Carinelli finisce in Milano 2, essendo la seconda più votata. Però lei, in Milano 2, non ci risiede. E dunque la rabbia degli attivisti, che hanno scatenato un vero e proprio mail bombing perché secondo conti facilmente eseguibili sarà Stefano Buffagni il sacrificato. Ancora qualche ora c'è, per sovvertire il risultato. E da questo si vedrà la stoffa di Luigi Di Maio. Difenderà il suo uomo al Nord? Oppure lascerà che - come già in altri partiti - venga sacrificato chi ha tirato la carretta?
fabio.massa@affaritaliani.it