Moschee, la Consulta: "No a discriminazioni religiose"
I motivi dello stop parziale alla legge lombarda
No a "discriminazioni" tra confessioni religiose. Cosi' la Corte Costituzionale spiega perche', nello scorso febbraio, boccio' alcuni punti della legge regionale della Lombardia - nota alle cronache come legge 'anti-moschee' - riguardante i "principi per la pianificazione delle attrezzature per servizi religiosi". Con la sentenza n. 63 depositata oggi, i 'giudici delle leggi' ribadiscono che il "principio di laicita'", che contraddistingue l'ordinamento repubblicano, e' da intendersi "non come indifferenza di fronte all'esperienza religiosa", bensi' come "salvaguardia della liberta' di religione", in una situazione di "pluralismo confessionale e culturale".
Il "libero esercizio del culto - spiega la Consulta - e' un aspetto essenziale della liberta' di religione ed e', pertanto, riconosciuto egualmente a tutti e a tutte le confessioni religiose, a prescindere dalla stipulazione di una intesa con lo Stato": l'apertura di luoghi di culto, a sua volta, e' "forma e condizione essenziale del pubblico esercizio del culto" e ricade nella tutela garantita dall'articolo 19 della nostra Costituzione.