Milano
'No Expo', guerriglia a Milano. Cinque italiani fermati, Comune parte civile
Sono tutti italiani i cinque fermati a Milano dalla Polizia per gli scontri al corteo No Expo: per loro, due donne e tre uomini, l'accusa e' di resistenza aggravata, ha fatto sapere la Questura. Alcuni di loro sono stati anche indagati per lesioni, getto pericoloso di cose e oltraggio. Una persona e' stata anche trovata in possesso di una modesta quantita' di hashish. I fermati sono due donne di 33 e 42 anni e 3 uomini di 32, 33 e 27 anni. Una sesta persona, una italiana di 23 anni, e' stata soltanto accompagnata per identificazione. Dopo gli scontri, la polizia ha anche perquisito due locali di ritrovo anarchici, La Mandragola e RadioCane: all'interno di un appartamento gli agenti hanno trovato tre cittadine spagnole di 35, 24 e 22 anni, che hanno tentato di allontanarsi. In loro aiuto e' intervenuta un'italiana 20enne che ha aggredito gli agenti ed e' stata arrestata per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Le tre cittadine spagnole sono indagate per resistenza.
Nell'appartamento accanto gli agenti hanno trovato un italiano 21enne indagato per resistenza e occupazione abusiva e hanno rinvenuto tre caschi, 5 spranghe, un tubo in ferro due estintori, due coltelli serramanico, 1 fionda, un martello che sono stati posti sotto sequestro. Al piano terra le perquisizioni sono state estese con l'aiuto della Digos e della Squadra Mobile: qui quattro uomini tra i 44 e i 25 anni hanno lanciato contro la polizia oggetti contundenti e sono stati indagati per resistenza. In locali adiacenti sono stati trovati numerosi bastoni in bambu' con piccoli drappi neri e caschi da motociclista, e presso La Mandragola sono stati sequestrati altri bastoni. Nel corso dello stesso blitz sono state indagate in stato di liberta' per resistenza a pubblico ufficiale due donne di 43 e 27 anni che tentavano di raggiungere i locali occupati per impedire la perquisizione. Tutti gli indagati, ha reso noto la Questura, sono noti per la militanza in gruppi anarchici radicali.
LA CRONACA DI UNA GIORNATA DI GUERRIGLIA/ La festa di Milano colorata dalle mille bandiere di Expo si è tinta di nero, come le tute e i cappucci indossati da alcune centinaia di antagonisti che, all'interno della 'May Day Parade' di venerdì 1 maggio, hanno devastato la città. Decine di auto incendiate, soprattutto di grossa cilindrata, vetrine di banche ma anche di pasticcerie e parrucchieri e altri negozi distrutte o imbrattate con la vernice. Si è concluso con undici contusi tra gli agenti il pomeriggio di quella parte di città a cui non piace l'Esposizione Universale ed e' stata ospitata dal tradizionale corteo per le rivendicazioni dei 'precari'. I 'black bloc' riescono a zittire anche la protesta festosa e motivata di migliaia di manifestanti, arrivati da tutta Italia, e incentrata soprattutto sui temi del lavoro e della poverta' ("Ai ricchi il biologico, ai poveri il cancerogeno", "No allo sfruttamento, no alla schiavitu'", le parole degli striscioni). Mentre alla testa del corteo suonavano allegri gli ottoni, piu' indietro, all'angolo tra via De Amicis e Piazza Resistenza Partigiana, le 'tute nere' hanno iniziato a lanciare sassi, petardi e fumogeni contro le vetrine e i poliziotti che avevano creato un'imponente barriera di scudi e blindati per impedire l'accesso al centro cittadino.
"CORTEO FUORI CONTROLLO"/ E' il primo 'atto di guerra' degli incappucciati. Sotto la pioggia, nelle vie che portano a Piazza Cadorna, si alzano alte nuvole di fumo nero: decine di auto parcheggiate vanno a fuoco e i poliziotti diventano il bersaglio di fumogeni e molotov. Non si arriva mai al contatto diretto tra le forze dell'ordine e gli antagonisti ma sulla citta' scende una cappa di terrore. Il timore e' che i black bloc, che usano la tecnica 'mordi e fuggi' gia' sperimentata per altre contro - manifestazioni in tutto il mondo, spuntino all'improvviso a fare danni in ogni punto del percorso. In largo D'Ancona, i black bloc lanciano bombe carta all'interno di una filiale di Unicredit. Verso le 18, si cambiano d'abito per disperdersi in borghese per le vie della citta'. E' una delle fotografie della giornata: decine di tute e caschi neri, assieme alle maschere antigas, vengono abbandonati per terra. Intanto, ci sono i primi fermati in strada. In via Giotto, una ragazza viene ammanettata tra le proteste degli amici che dapprima dialogano coi poliziotti chiedendone la liberazione perche' "stava solo camminando", poi li insultano sputando sugli scudi. Una guerriglia annunciata. All'inizio del corteo un esperto investigatore confermava preoccupazione perche' c'era "una parte del corteo assolutamente fuori controllo". Le perquisizioni e le espulsioni di francesi e tedeschi non sono riuscite a 'salvare' la festa del primo giorno di Expo.
COMUNE PARTE CIVILE/ Il Comune di Milano si costituirà "parte civile" nei processi contro i "delinquenti e idioti" che hanno devastato la citta'. E' quanto ha annunciato Giuliano Pisapia nella serata di venerdì. "Vengo da un incontro con i miei assessori che sono stati nelle zone colpite dai violenti e hanno parlato coi cittadini", ha spiegato Pisapia. "Vogliamo dare un contributo non solo materiale ma valutare la costituzione di parte civile" nei processi ai fermati, ha aggiunto il sindaco di Milano. "Oltre al contributo economico", ha proseguito, "e' importante dare una risposta anche di senso civico". Pisapia ha ringraziato le forze dell'ordine e ha aggiunto che, "non e' successo quello che e' successo a Genova anche se abbiamo avuto i nostri danni".