Milano

Nomisma attacca Milano: "Sulla casa modello negativo"

"Il capoluogo emiliano, però, "non deve diventare come Milano, che ha trasformato in un recinto la città"

Nomisma attacca Milano: "Sulla casa modello negativo"

In questo momento a Bologna "c'è una grande attenzione al tema casa. L'anno scorso si sono registrate 6.500 compravendite, record dal 2004 (e i numeri di quest'anno mostrano una crescita ulteriore), con un aumento dei prezzi sull'usato del 5,1%", e nonostante le tante incertezze sul futuro "tutte le famiglie cercano casa per trovare una nuova fiducia, comprese quelle monocomponenti e quelle 'sandwich', cioé 'intrappolate' nella cura sia dei figli che dei genitori".

"Il capoluogo emiliano, però, "non deve diventare come Milano, che ha trasformato in un recinto la città"

Il capoluogo emiliano, però, "non deve diventare come Milano, che ha trasformato in un recinto la città, da cui si resta esclusi a causa dei prezzi alti, e in quest'ottica la periferia può essere l'elemento di sintesi tra domanda e offerta".

La periferia può diventare "il luogo in cui si conciliano le diverse esigenze

Questa, in sintesi, l'analisi sull'andamento del mercato immobiliare in città fatta oggi da Marco Marcatili, responsabile Sviluppo di Nomisma, nel corso di un incontro promosso dalle Acli bolognese. Il problema principale, spiega Marcatili, è che oggi a Bologna "manca, o è inadeguata, l'offerta per alcune categorie, come studenti, lavoratori e giovani coppie". Su questo tema, chiosa, "servono tante politiche per rafforzare l'offerta in periferia, sia dal punto di vista del numero di case, sia sui servizi all'abitare", per far sì che Bologna "non diventi una città 'esclusiva', ma inclusiva". In quest'ottica, proprio la periferia, intesa non solo come i quartieri periferici della città, ma anche come i Comuni dell'hinterland, può diventare "il luogo in cui si conciliano le diverse esigenze" legate alla domanda e all'offerta. Sempre per quanto riguarda il tema delle famiglie che comprano casa, Marcatili aggiunge che "una grossa novità, a mio avviso positiva, è data dal fatto che quasi tutte le famiglie, tra l'80 e il 90%, hanno smesso di comprare casa per investimento, ma la comprano per viverci"








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