Milano

Non una di meno: in 5mila sfilano a Milano "contro la violenza maschile". FOTO

di Redazione

Azioni dimostrative contro Regione e ai giardini Montanelli, ribattezzati "Giardini di Porta Venezia": "Siamo il grido delle donne che non hanno voce"

Non una di meno: in 5mila sfilano a Milano

Terminato nella serata d ieri piazza della Scala, dopo piu' di due ore, il corteo autorizzato di protesta per l'8 marzo organizzato dal collettivo transfemminista 'Non una di meno'. Quasi 5000 le persone che hanno riempito l'onda fucsia, come fucsia sono i panuelos, i fazzoletti iconici del movimento indossato da molte e molti partecipanti.

Non una di meno: azioni dimostrative contro Regione Lombardia e ai giardini  Montanelli

Diverse le azioni dimostrative, la prima sotto la Regione Lombardia contro la sanita' privata e il caro affitti; la seconda sotto la sede della societa' di sviluppo immobiliare Coima, in piazza Gae Aulenti. E ancora nei pressi del consolato americano, per dire "basta alla guerra sui nostri corpi", quindi ai giardini Indro Montanelli ribattezzati 'Giardini di Porta Venezia' e di fronte alla sede dell'agenzia delle entrate di via Manin. Fumogeni e striscioni il 'format' canonico della protesta. L'ultima azione in via croce rossa, zona Montanapoleone, contro il lusso e il caro-vita di una "Milano citta' vetrina e inaccessibile". In piazza della Scala, infine, i manifestanti hanno inneggiato alla rivoluzione delle donne iraniane intonando il coro-simbolo 'Donna vita liberta'. "Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che piu' non hanno voce" le parole cantate che hanno accompagnato il festoso corteo, tra musiche suonate in consolle e tamburi.

Fumogeni rossi per ricordare le morti Covid

Azione dimostrativa di Non una di meno sotto il palazzo della Regione Lombardia, in piazza Citta' di Lombardia, dove ha sede l'ufficio del presidente Attilio Fontana. Un piccolo gruppo di attiviste ha acceso cinque fumogeni rossi e attaccato cartelli sul muro esterno del palazzo, contro la privatizzazione della sanita' e "la mercificazione della salute". I poliziotti in assetto antisommossa si sono schierati all'ingresso della piazza. "Fontana, Conte, Gallera, Speranza, Guerra: non dimentichiamo i 45mila morti per Covid" si legge su uno di questi. "Solo 8,2% degli ospedali in Lombardia permettono uso della pillola Ru486" recita un altro. "La privatizzazione della sanita' da parte della regione uccide: 8 mesi per una mammografia" e' scritto su un altro ancora, "Non possiamo piu' aspettare i vostri tempi biblici. Per favore sbrigatevi", hanno scandito.

Alla partenza del corteo coperte termiche per ricordare la tragedia dei migranti di Cutro

Il corteo era partito da piazza Duca d'Aosta in zona Stazione Centrale. Sullo striscione di testa un testo-manifesto: "Contro la violenza maschile sulle donne e di genere, siamo ovunque, Non una di meno". Le attiviste hanno consegnato ai partecipanti un pezzo di coperta termica simbolo delle migrazioni. La partenza infatti e' stata dedicata alle vittime e ai sopravvissuti della strage di Cutro "e a tutte le persone morte in mare", hanno spiegato le attiviste. "Le parole di Piantedosi sono inaccettabili. No caro ministro, non e' che non dovevano partire, non dovevano morire. Gli attacchi al reddito di cittadinanza, i Cpr sono frutto della stessa logica mortifera. Caro ministro, noi vogliamo vivere. Costruire spazi di resistenza e' un nostro dovere. Oggi scioperiamo anche per questo: non saremo libere finche' tutte non saranno libere".

Prima della partenza un gruppo di performer ha messo in scena una esibizione che sembra inneggiare alla lotta per la liberazione da quelli che sono ritenuti i simboli del patriarcato. 'Dio patria famiglia' le parole affisse su una struttura a forma di croce. "Insieme siamo partite, insieme torneremo, non una non una non una di meno", il tradizionale slogan che e' stato intonato alla fine.







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