Milano
Numero "anti-gender": maggioranza regionale divisa e stop in consiglio
"Abbiamo accolto le legittime richieste di attenzione espresse da genitori e associazioni presenti sul territorio lombardo, che necessitano di un supporto concreto da parte delle Istituzioni nella difesa dell'educazione dei propri figli". Interviene cosi' l'assessore alle Culture, Identita' e Autonomie di Regione Lombardia Cristina Cappellini, in merito alla conferma, da parte della Giunta lombarda, della "volonta' di attivare un Numero verde per dare voce a tutti i cittadini che vogliano esprimere le proprie preoccupazioni in merito a iniziative ispirate all'ideologia gender proposte nelle scuole lombarde.
"Siamo gia' al lavoro - ha ribadito l'assessore, intervenendo in Consiglio regionale durante l'esame del Bilancio - per l'attivazione di un Numero verde che vogliamo istituire entro la fine di gennaio, per dare uno strumento utile a tutte quelle che famiglie che non vogliono abdicare al proprio ruolo educativo". "Questa iniziativa - ha concluso Cristina Cappellini -, lanciata dal consigliere regionale Massimiliano Romeo al nostro convegno sulla famiglia del 17 ottobre scorso, diventa sempre piu' concreta grazie al sostegno del presidente Maroni e dell'assessore all'Economia Garavaglia, che ringrazio per la sensibilita' dimostrata".
Ma dietro alle conferme dell'assessore, come riportato da Repubblica, ci sarebbe in realtà un vero e proprio dietro-front, con il ritiro da parte della Lega dell'emendamento in Consiglio regionale per lo stanziamento di 50mila euro per l'istituzione del telefono "anti-gender", tuttavia disponibili perchè stanziati dalla Giunta. Un passaggio resosi necessario davanti alla spaccatura creatasi all'interno della stessa maggioranza sul controverso provvedimento. Il vicepresidente del consiglio, il leghista Fabrizio Cecchetti, aveva già annunciato la sua astensione. Ed anche tre consiglieri della lista Maroni, supportati da altrettanti assessori di Forza Italia, sarebbero stati sulla stessa linea. E l'emendamento avrebbe rischiato di fare una brutta fine in aula.