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Milano
Numero chiuso in Statale, la Fedeli non ci sta: "Allargare, non chiudere"

Numero chiuso in Statale, Fedeli contraria: "Allargare, non chiudere"

"Quando si parla di immatricolazioni si dovrebbe ragionare con la capacità di allargare e non di chiudere, soprattutto per quanto riguarda alcune facoltà", parola del ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli che come riporta Repubblica prende posizione sul tema del numero chiuso in Statale fa schierandosi contro la decisione del rettore Gianluca Vago di imporre un test d'ingresso ai corsi di laurea dei dipartimenti umanistici. La ministra invita il rettore a riflettere anche "a fronte dei dati che noi abbiamo sui laureati, dobbiamo puntare su un numero maggiore di laureati".

STATALE, SINISTRA ITALIANA: "AUSPICHIAMO MARCIA INDIETRO SU NUMERO CHIUSO"

"L'Università degli Studi di Milano ha infine imposto il numero chiuso anche alle iscrizioni nelle facoltà umanistiche, nonostante i pareri contrari degli organismi degli studenti, dei collegi didattici e dei consigli di dipartimento. Come partito auspichiamo una marcia indietro su questa decisione e ci mettiamo a disposizione di tutte le forze, associazioni e movimenti disponibili ad avvalersi di noi per portare le loro istanze nelle sedi di rappresentanza più opportune, per tutelare la missione pubblica dell'Università". Si legge in una nota di Sinistra italiana Milano. "Studenti e docenti dell'Ateneo milanese - si legge - per mesi hanno cercato di far comprendere chiaramente la loro posizione di piena contrarietà all'instaurazione di paletti limitativi del diritto allo studio. Hanno ribadito il diritto per giovani di ogni classe ed estrazione sociale di accedere ad un percorso di crescita e riscatto intellettuale, di formazione del pensiero critico, nonché di studio dei loro diritti e doveri sia nei canali istituzionali, sia con vere e proprie attività di protesta. Queste azioni, finora, sono state proporzionate alle aspettative di ragionevolezza e dialogo riposte nella controparte, ma il blitz di oggi, del rettore Gianluca Vago, cambia completamente il quadro. Possiamo dedurre che il numero programmato, oltre a fare fronte ad una situazione di artificiale "contingenza di risorse" imposta dal Miur, calca appieno le logiche dell'assurdo che stanno prevalendo sulle nostre università pubbliche le quali, a seguito di tagli, speculazioni e gestioni insipienti, vengono meno alla loro missione. I dati di tutti gli studi di settore parlano chiaro: alti tassi di abbandono e pochi laureati spingono il nostro sistema universitario ed il nostro paese in fondo a tutte le classifiche europee. Siamo stanchi di questa situazione. Come partito e soprattutto come cittadini aspiriamo ad avere università pubbliche accessibili e poste in condizioni che consentano di accompagnare efficacemente al completamento della formazione una generazione già alle prese con un contesto sociale, economico e politico non certo facile".

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