Nuova ala del San Raffaele: Vip in bambola, MEB in disparte
All'ospedale si posa la prima pietra del nuovo reparto di Chirurgia d'Urgenza. Sfilata di politici col caschetto. Il racconto di Mrs. Lina Smith.
di Mrs. Lina Smith
A Paolo Romani quel caschetto bianco non piaceva per nulla, forzatamente portato all’indietro o sul davanti (che fosse piccolo?), era tutto un togli metti; capiva di perdere fascino con quel copricapo anche se l’interlocutore preferito del momento era Giovanni Bozzetti con cui parlava fitto fitto. Ignazio La Russa, da vice presidente del senato, l’ha indossato più sportivamente, sa di piacere anche così. A Fabrizio Sala l’han dato giallo, sembrava a suo agio mentre armeggiava con l’arnese da muratore. Melania Rizzoli ha deciso che sulle 23 non era poi male, Maria Stella Gelmini, invece, ridacchiava come una matta per smorzare l’imbarazzo. Giulio Gallera non se l’è nemmeno messo. I bene informati dicono ci fosse anche Roberto Maroni. Ma non sappiamo cosa avesse in testa.
L’occasione per avere il capo coperto da un elmetto da lavoro è stata la posa della prima pietra del nuovo blocco di Chirurgia d'Urgenza del San Raffaele. A un triste Carlo Borghetti, vicepresidente del Consiglio regionale, delegato dal presidente Alessandro Fermi a rappresentare il parlamentino lombardo, è toccato il compito più istituzionale ma non s’è divertito affatto. Forse guardava la sua compagna di partito, Maria Elena Boschi (di bianco vestita), sola soletta, in un angolo, ormai nelle retrovie, perfino nei posti dietro a quelli che contano. L’unico davvero soddisfatto della mattinata è stato Paolo Rotelli, il giovane presidente del Gruppo ospedaliero San Donato, giustamente orgoglioso dei suoi successi.
"Un monumento ai pazienti e alla sanità italiana. Non solo bello da vedere", con la sua forma che richiama quella di un iceberg, ma "hi tech". Al punto che i familiari potranno seguire il percorso del loro caro in tempo reale con un'app, mentre aspettano in sala d'attesa. Senza ombra di dubbio, la più bella ed elegante era Gilda Gastaldi, vedova di Giuseppe Rotelli e madre di Paolo. Le donava perfino il caschetto.
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