Milano
Nuovo stadio a San Siro, un romanzo lungo (almeno) dieci anni
Milano, i progetti di Inter e Milan per avere un impianto più moderno, il dibattito politico, le ipotesi alternative, i vincoli sul vecchio impianto. La cronologia dal 2015 ad oggi
Nuovo stadio a San Siro, un romanzo lungo (almeno) dieci anni
Nuovo stadio di Milano, un romanzo lungo (almeno) dieci anni. E' infatti dal 2015 che gli storici club del Milan e dell'Inter hanno seriamente ripreso in mano il dossier. Per rinnovare il Meazza o per valutare l'idea di un nuovo impianto. Una vicenda caratterizzata da numerosi colpi di scena, ancora ben lungi dall'essere conclusa. Ripercorriamo qui le principali tappe (sinora).
2015-2018: le prime proposte per un nuovo impianto a Milano
Nel 2015, l'idea di un nuovo stadio per Milano inizia a farsi strada sia per l'AC Milan sia per l'Inter FC, i due club calcistici storici che condividono il leggendario Stadio Giuseppe Meazza, noto come San Siro. Questo impianto, inaugurato nel 1926 e rinnovato in diverse occasioni, rappresenta un’icona dello sport italiano e internazionale, ma mostra segni del tempo che richiedono un intervento radicale. La necessità di mantenere il passo con i nuovi standard degli stadi europei, con strutture moderne e multifunzionali, unita alla possibilità di incrementare le entrate, spinge i dirigenti dei due club a considerare un nuovo impianto o una ristrutturazione di San Siro.
Le discussioni iniziali, tuttavia, non sono semplici. Il dibattito sin da subito si incentra sulla fattibilità di ristrutturare il Meazza e adeguarlo alle esigenze moderne, oppure costruire un nuovo stadio altrove. Il Meazza, pur essendo un simbolo della città, presenta molteplici problematiche strutturali, in particolare nei settori delle tribune, accessibilità e servizi interni. Le norme UEFA e le aspettative del pubblico moderno, ormai abituato a impianti innovativi come l’Allianz Arena di Monaco o il nuovo stadio del Tottenham, fanno emergere le carenze del Meazza. Per esempio, la copertura è considerata inadeguata per garantire comfort ai tifosi durante eventi con condizioni meteo avverse, e la mancanza di aree commerciali penalizza le potenzialità economiche della struttura.
Il sogno di una “sports entertainment arena”
Sia Inter sia Milan si trovano d'accordo sulla necessità di un impianto che vada oltre il semplice stadio calcistico, abbracciando il modello delle “sports entertainment arenas”, che offrono un’esperienza immersiva ai tifosi con negozi, ristoranti e aree esclusive. Tuttavia, le divergenze tra i due club riguardano le modalità di esecuzione. Il Milan, sotto la presidenza di Barbara Berlusconi, esplora l’ipotesi di un impianto esclusivo per il club. Infatti, già nel 2015, il Milan presenta un progetto per uno stadio indipendente nell’area di Portello, presso la sede della Fondazione Fiera Milano, ma l’iniziativa non ha successo a causa di problematiche logistiche e legali, oltre alla mancata approvazione dei costi.
L’Inter, nel frattempo, rimane più incline a collaborare per la ristrutturazione del Meazza, privilegiando la continuità storica della struttura. Tuttavia, le limitazioni tecniche emergono durante le valutazioni preliminari: il secondo anello presenta vincoli architettonici e strutturali che complicano gli eventuali lavori, con costi elevati per l’adeguamento alle normative UEFA.
Fino al 2018, dunque, le discussioni proseguono senza una soluzione definitiva. La crescente pressione dei tifosi, favorevoli a uno stadio moderno, e l’esigenza di aumentare le entrate portano comunque i dirigenti dei club e le autorità comunali a iniziare a discutere di un nuovo impianto condiviso a San Siro, cercando di trovare un compromesso tra modernizzazione e rispetto per un simbolo storico di Milano.
2019: i progetti di Populous e Manica-Sportium
Nel luglio 2019, dopo anni di riflessioni e valutazioni, Inter e Milan decidono di presentare ufficialmente un progetto congiunto per la costruzione di un nuovo stadio a Milano, capace di sostituire o affiancare il leggendario San Siro. Questa proposta segna un punto di svolta nella storia calcistica e urbanistica della città, coinvolgendo i due club in una visione comune per un impianto che avrebbe non solo ospitato partite, ma anche offerto spazi commerciali, culturali e di intrattenimento. L’idea è quella di creare una struttura all'avanguardia, con 60mila posti a sedere, in linea con i più moderni stadi europei, capace di generare nuove entrate per i club grazie all’offerta di un’esperienza completa ai tifosi e visitatori.
L’investimento previsto per questo nuovo stadio è di circa 1,2 miliardi di euro, una cifra imponente che include non solo i costi di costruzione, ma anche lo sviluppo delle aree circostanti. Il progetto prevede infatti la riqualificazione di una vasta zona nel quartiere di San Siro, con l’obiettivo di creare un vero e proprio distretto sportivo e ricreativo aperto tutto l'anno, non solo in occasione delle partite. Le aree commerciali, gli spazi per eventi e le strutture ricettive mirano a trasformare la zona in un punto di riferimento per il tempo libero a Milano, elevando ulteriormente il profilo internazionale della città.
Per la realizzazione del progetto sono coinvolti due prestigiosi studi di architettura: Populous e Manica-Sportium, entrambi con una vasta esperienza nella progettazione di stadi di alto profilo. Populous propone un design soprannominato "La Cattedrale", ispirato alle architetture gotiche del Duomo di Milano e della Galleria Vittorio Emanuele II. Questo progetto, caratterizzato da un’estetica moderna ma profondamente legata alla tradizione milanese, prevede una struttura trasparente e luminosa, pensata per integrarsi armoniosamente nel paesaggio urbano. "La Cattedrale" è pensata come un omaggio alla cultura e all’arte di Milano, proponendo un mix di tecnologia e design che richiama le atmosfere storiche della città.
Dall’altro lato, Manica-Sportium presenta "Gli Anelli", un concept che prevede due anelli intrecciati, simbolo dell’unione tra Inter e Milan, ma anche della connessione tra passato e futuro. Questo design punta su un'estetica più dinamica, con linee fluide e moderne che conferiscono un senso di movimento e leggerezza all'intera struttura. Gli Anelli rappresentano visivamente i due club che, pur essendo rivali sul campo, condividono un legame indissolubile con Milano e il sogno di un nuovo impianto sportivo. Questa struttura mira a offrire un’esperienza visiva spettacolare, sia per gli spettatori presenti allo stadio che per chi lo osserva da lontano.
Si scatena il dibattito pubblico sul vecchio e nuovo San Siro
Entrambi i progetti rispondono alle esigenze tecniche e funzionali richieste da Inter e Milan: maggiore sicurezza, comfort per i tifosi, tecnologie avanzate per la gestione delle partite e dei servizi, nonché la sostenibilità ambientale. Le proposte includono infatti sistemi di risparmio energetico, l'uso di materiali ecologici e la possibilità di smantellare parte delle strutture in futuro, rendendo il nuovo stadio più versatile e rispettoso dell’ambiente.
Questa presentazione ufficiale dei due concept accende tuttavia immediatamente il dibattito pubblico, con tifosi, esperti e cittadini divisi tra entusiasmo e perplessità. Mentre alcuni sostengono l'idea di uno stadio all’avanguardia per confermare il ruolo di Milano quale capitale calcistica e turistica, altri sollevano dubbi sull’impatto ambientale e sul destino dello storico Meazza. La presentazione di questi progetti segna così l'inizio di una nuova fase di trattative e confronti, in cui le due società e il Comune di Milano devono bilanciare modernità e tradizione per trovare un accordo accettabile per tutte le parti coinvolte.
2020-2021: interviene la Soprintendenza
Il percorso verso la costruzione del nuovo stadio a Milano subisce una battuta d’arresto significativa tra il 2020 e il 2021, a causa di complesse questioni burocratiche e della crescente opposizione di vari enti e gruppi civici. In particolare, i vincoli imposti dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio rappresentano un ostacolo imprevisto per i club e per il Comune di Milano, limitando le possibilità di intervento sullo storico stadio di San Siro. La Soprintendenza, infatti, è l’ente preposto a tutelare il patrimonio architettonico e culturale, e il Meazza, nonostante la sua funzione sportiva, è ormai considerato parte integrante dell’identità culturale di Milano.
Nel 2020, l’interesse per la conservazione del Meazza cresce notevolmente, con una parte del pubblico e delle istituzioni che sostiene la necessità di preservare almeno alcune parti della struttura originale. I critici del nuovo stadio sottolineano il valore storico dell’impianto, che ha ospitato eventi sportivi e concerti di fama mondiale, divenendo un simbolo della città. Questo sentire comune favorisce l’emergere di diversi movimenti civici, tra cui alcuni composti da residenti del quartiere San Siro, gruppi ambientalisti e associazioni culturali, che iniziano a organizzare proteste e petizioni per opporsi alla demolizione completa dello stadio.
L'intervento della Soprintendenza si concretizza nel 2021, quando l'ente decide di porre un vincolo specifico sul secondo anello del Meazza. Questo vincolo impedisce ai due club di demolire completamente lo stadio, complicando ulteriormente i piani di Inter e Milan, che avevano ipotizzato una demolizione quasi totale per far posto al nuovo impianto. Il secondo anello, che rappresenta una parte fondamentale della struttura attuale, diviene dunque un elemento "intoccabile" secondo la normativa, e qualsiasi progetto alternativo deve tener conto di questa limitazione.
La decisione della Soprintendenza genera reazioni contrastanti: se da un lato i sostenitori del patrimonio storico accolgono con favore questa tutela, dall’altro lato Milan e Inter esprimono preoccupazione per la fattibilità dei loro piani. La conservazione del secondo anello comporta infatti un aumento dei costi di ristrutturazione e limita le possibilità di creare un impianto moderno e multifunzionale secondo gli standard desiderati. Questa situazione porta a un intenso scambio tra i club, le istituzioni comunali e la stessa Soprintendenza, nella speranza di trovare un compromesso che rispetti sia il valore storico dell'edificio sia le ambizioni dei club.
Il dibattito politico attorno a San Siro
Nel frattempo, anche la politica entrò nel dibattito, con alcune forze politiche che appoggiano l'idea di un nuovo stadio per promuovere lo sviluppo economico della città, e altre che invece insistono sull'importanza di preservare il Meazza come patrimonio della comunità milanese. L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Giuseppe Sala, si trova al centro di questo confronto, dovendo bilanciare le pressioni dei club, gli interessi dei cittadini e i vincoli imposti dalla Soprintendenza.
Per i club, il vincolo sul secondo anello rappresenta un freno alla realizzazione del loro progetto originale, ma allo stesso tempo evidenzia la complessità e la rilevanza storica dello stadio di San Siro. A fronte di questi ostacoli, Inter e Milan iniziano a prendere in considerazione ulteriori alternative, valutando la possibilità di costruire un nuovo stadio in altre aree della città o in località limitrofe.
2022: Milan e Inter esplorano alternative: le piste San Donato e Rozzano
Nel 2022, le difficoltà riscontrate nell’ottenere l'approvazione per un nuovo stadio a San Siro spingono l’AC Milan e l'Inter a esplorare alternative al di fuori dell’area storica. Dopo anni di ostacoli burocratici, vincoli architettonici e forti resistenze pubbliche, i due club valutano nuove opzioni per realizzare i loro progetti ambiziosi in aree meno vincolate. Questa scelta segna un cambiamento significativo nella strategia, riflettendo l'esasperazione per il lungo iter di approvazione e le crescenti incertezze legate alla possibile demolizione del Meazza.
L’AC Milan è il primo a mostrare un interesse concreto per San Donato Milanese, un comune dell’hinterland a sud-est di Milano. San Donato offre diversi vantaggi logistici e infrastrutturali, grazie alla sua vicinanza a tangenziali, autostrade e alla metropolitana, rendendolo facilmente accessibile per i tifosi e per il pubblico. Inoltre, l’area è già in fase di sviluppo con nuovi progetti immobiliari e commerciali, creando un contesto favorevole per la costruzione di un grande impianto sportivo. L’interesse del Milan si concentra su un’area specifica, vicino al distretto degli uffici Eni, dove il club avrebbe potuto non solo costruire un nuovo stadio, ma anche realizzare un complesso di infrastrutture per migliorare l’esperienza dei visitatori.
In parallelo, l’Inter valuta la possibilità di un progetto separato a Rozzano, un comune a sud di Milano, anch'esso ben collegato alla città. Rozzano è una zona in espansione, con una vasta disponibilità di terreni che potrebbe accogliere un progetto di grandi dimensioni. L’opzione Rozzano è vista dall’Inter come un’opportunità per costruire uno stadio che rispecchi pienamente la propria identità e garantisca maggiore autonomia rispetto a un progetto condiviso. Anche in questo caso, la posizione strategica e le infrastrutture già presenti favoriscono la scelta di questo comune come potenziale sede del nuovo stadio nerazzurro.
Questa fase di esplorazione delle alternative evidenzia il desiderio dei club di accelerare il processo e di evitare ulteriori complicazioni connesse alla conservazione e riqualificazione del Meazza. I costi di mantenimento del vecchio stadio continuano a salire, e le restrizioni imposte dalla Soprintendenza hanno reso improbabile la possibilità di adattare l’impianto alle esigenze moderne. Sia Milan che Inter cercano una struttura moderna che risponda ai migliori standard internazionali, per garantire sia un’esperienza di alto livello ai tifosi, sia nuove opportunità di profitto attraverso la creazione di un’area commerciale e di intrattenimento attiva durante tutto l’anno.
Nonostante la volontà di trovare soluzioni alternative, entrambe le società si rendono tuttavia conto che la costruzione di un nuovo stadio in una località diversa comporta sfide significative. Ed anche i tifosi, infatti, esprimono pareri discordanti sulla possibilità di spostare la sede fuori dalla città di Milano. Per molti di loro, San Siro rappresentava una parte essenziale dell’identità calcistica milanese, e trasferire le partite in un nuovo impianto in periferia significa rinunciare a un pezzo di storia e cultura locale.
Allo stesso tempo, le autorità comunali osservano con preoccupazione l’eventualità di ritrovarsi con uno stadio di San Siro svuotato dalla presenza dei due club calcistici. Se Milan e Inter optano per una sede diversa, il Comune di Milano vedrebbe azzerarsi l’indotto economico generato dai tifosi e dalle attività connesse agli eventi sportivi. Aprendo il fronte dei costi di manutenzione del vecchio stadio. Questo scenario incentiva le istituzioni cittadine a dialogare con i club, cercando di trovare una mediazione che permetta di mantenere lo stadio nell’area di San Siro o nelle sue vicinanze.
2023: il progetto di un nuovo stadio è ad uno stallo
Nel 2023, il dibattito sul futuro dello stadio di San Siro raggiunge tuttavia nuovi livelli di tensione, con un aumento significativo delle proteste pubbliche e delle divergenze politiche. La prospettiva di una parziale o completa demolizione del Meazza continua infatti a suscitare una forte reazione tra i residenti del quartiere e vari gruppi ambientalisti. La principale preoccupazione dei cittadini riguarda l’impatto ambientale e sociale di un progetto di tale portata, che porterebbe ad alterare il tessuto urbano e, secondo i critici, rischiato di snaturare uno spazio simbolo della città.
Tra i gruppi ambientalisti più attivi nelle proteste, si distinguono associazioni come Italia Nostra e Legambiente, che denunciano il rischio di una massiccia cementificazione dell'area, e Milano In Comune, una coalizione di cittadini, che sottolinea come il progetto di demolizione del Meazza sia una grave perdita per il patrimonio storico e culturale della città. La necessità di abbattere il vecchio stadio per far posto a una nuova struttura continua ad essere vista come una minaccia all’identità storica del quartiere, e le manifestazioni pubbliche, accompagnate da petizioni online e azioni di sensibilizzazione, divengono un elemento ricorrente per tutto l’anno.
Dal punto di vista politico, le posizioni espresse dai vari partiti e dai leader locali e nazionali evidenziano una divisione netta. Il Partito Democratico (PD), ad esempio, mostra un atteggiamento ambivalente: da un lato, esponenti come il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, sostengono la costruzione di un nuovo stadio come un'opportunità per attrarre investimenti e modernizzare le infrastrutture della città, pur riconoscendo la necessità di rispettare la storia del Meazza. Sala cerca di mantenere una posizione mediana, proponendo soluzioni che prevedano la conservazione di parti dello stadio storico o la realizzazione di un complesso integrato che possa includere spazi di aggregazione per i residenti.
D’altro canto, all’interno del PD stesso, emergono posizioni più critiche. Alcuni consiglieri comunali e membri della sinistra del partito manifestano pubblicamente la loro opposizione al progetto, difendendo il valore storico e culturale del Meazza e sostenendo che il nuovo stadio porterebbe a un aumento del traffico e dell'inquinamento nell'area, peggiorando la qualità della vita dei residenti. Questi esponenti richiedono uno studio di impatto ambientale approfondito e misure compensative per garantire che il progetto non danneggi la comunità.
Dall'altra parte dello spettro politico, la Lega e Forza Italia si schierano in modo più deciso a favore della costruzione del nuovo stadio, vedendo il progetto come un’importante opportunità economica per Milano. Secondo i rappresentanti di questi partiti, tra cui Matteo Salvini, leader della Lega, e alcuni consiglieri regionali di Forza Italia, un nuovo stadio creerebbe posti di lavoro, stimolando l'economia locale e rafforzando l’immagine della città come capitale calcistica internazionale. Entrambi i partiti sottolineano l'importanza di restare competitivi con le altre grandi città europee, che negli ultimi anni hanno investito in stadi moderni, e criticano l’immobilismo della sinistra su un progetto che, a loro dire,porterebbe solo benefici.
Il Movimento 5 Stelle (M5S), con posizioni meno nette, mostra preoccupazione per le questioni ambientali e urbanistiche, cercando di mediare tra la modernizzazione infrastrutturale e la conservazione del patrimonio culturale. Alcuni esponenti del M5S propongono soluzioni alternative, come un progetto di ristrutturazione sostenibile del Meazza che possa renderlo energeticamente efficiente senza demolizioni, mantenendo lo stadio come un simbolo della città e adattandolo ai nuovi standard senza trasformazioni radicali.
A livello nazionale, il dibattito attira l'attenzione anche del governo, che si esprime in maniera cauta, con alcuni ministri che riconosco la necessità di modernizzare le strutture sportive italiane ma senza scelte che danneggino il patrimonio architettonico. Il ministro della Cultura, ad esempio, interviene per ricordare il valore storico dello stadio di San Siro, suggerendo di vagliare attentamente le alternative e di evitare una demolizione totale che sarebbe percepita come una perdita culturale.
2024, la svolta: la Soprintendenza apre alla parziale demolizione
Nel 2024, Milan e Inter tornano a fare un passo significativo verso la risoluzione della lunga disputa sul nuovo stadio, abbandonando i progetti per strutture separate e ritornando all’idea di un impianto congiunto nell’area di San Siro. Questa decisione, emersa nel settembre 2024, segna un punto di svolta dopo anni di valutazioni su alternative come San Donato e Rozzano. I dirigenti dei club riconoscono l’importanza di San Siro sia per i tifosi sia per la città, decidendo di sfruttare l'area storica per costruire un nuovo stadio accanto al Meazza.
Uno dei principali fattori che ha spinto i due club a rivalutare San Siro è l’incertezza e i costi elevati legati alle alternative. Le aree di San Donato e Rozzano, pur offrendo spazio e accessibilità, richiedono ingenti investimenti in infrastrutture e autorizzazioni che avrebbero prolungato i tempi di realizzazione. Tornare a San Siro permetterebbe di ridurre la complessità burocratica, sfruttando una zona già destinata ad attività sportive e dotata di collegamenti adeguati. Inoltre, un sondaggio tra i tifosi evidenzia una forte preferenza per la permanenza nella storica sede, anche a costo di una struttura parzialmente moderna accanto all’impianto esistente.
La svolta decisiva si è avuta durante un incontro cruciale del 22 ottobre 2024, a Roma, in cui rappresentanti del governo, del Comune di Milano, dei due club e della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio si sono riuniti per discutere la proposta. In questa occasione, la Soprintendenza ha chiarito la sua posizione riguardo al secondo anello dello stadio Meazza, specificando che, contrariamente a precedenti vincoli più rigidi, sarebbe possibile intervenire in modo limitato sul secondo anello, con una parziale modifica o smontaggio. L’ente ha ribadito l’importanza di conservare gli elementi iconici dell’impianto, ma riconosce anche la necessità di innovare per garantire la sicurezza e il comfort richiesti dai moderni standard sportivi.
Questa apertura da parte della Soprintendenza rappresenta un compromesso importante. Mentre la demolizione completa del secondo anello rimane esclusa, sono approvate modifiche che consentano un adattamento dell’area esistente. Con la possibilità di valutare la realizzazione di un nuovo impianto nei pressi delle vestigia del vecchio. Facilitando l’integrazione di tecnologie moderne e spazi multifunzionali.
Anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, accoglie con favore la proposta rivista, confermando l’impegno dell’amministrazione comunale a favorire un accordo definitivo entro l’estate 2025.
Il ritorno al progetto congiunto per un nuovo stadio accanto al Meazza rappresenta, quindi, un compromesso tra modernizzazione e rispetto per il patrimonio storico della città. Tuttavia, restano ancora numerose sfide: sarà necessario ottenere finanziamenti adeguati, definire un piano di costruzione che minimizzi i disagi per i residenti e chiarire il destino del vecchio stadio, che potrebbe essere parzialmente trasformato in uno spazio polifunzionale per eventi non sportivi. Insomma, dopo dieci anni il meglio deve ancora venire.