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Milano
Old Fashion, il titolare: "Non può essere un virus a fermare la nostra storia"
Mike Bongiorno all'Old Fashion di Milano

Il titolare dell'Old Fashion: "Non può essere un virus a fermare la nostra storia"

“Abbiamo superato la guerra e i gerarchi nazisti che venivano qui alla Ballhaus, come si chiamava negli anni Quaranta l’Old Fashion. Possiamo farci annientare da un virus?” È sconfortato Roberto Cominardi, titolare di uno dei locali storici, ma davvero, della città di Milano.

“Lo so che ci vedono come discotecari, ma siamo imprenditori. Vi siete mai chiesti perché esistono le catene di ristoranti, di bar, di negozi ma non di locali? Perché bisogna creare la magia! Quell’alchimia che porta la gente a venire da te. È un mestiere, non si improvvisa. E dà lavoro a un sacco di gente: camerieri, addetti alla sicurezza, barman, tecnici, ballerini, dj, oltre alla schiera di professionisti che un locale come il mio deve avere ovvero avvocato, commercialista, architetto, consulente del lavoro. Sapete che oneri burocratici e gestionali ha un locale come il mio? I costi per una serata media sono di 5.000 euro. Solo per tenere in piedi la baracca, che di affitto costa 300.000 euro l’anno Capite che i 25.000 euro di iniezione (ma qualcuno li ha visti, ndr), mi bastano per tre giorni?”.

Quello che non ha potuto la bomba da 500 chili trovata in giardino, perché la Triennale era la sede della Wehrmacht e cercavano di bombardarla, può un virus. “Eppure noi le capienze di un metro le abbiamo dagli anni Settanta. Non dobbiamo modificarle, il codice 1,2 ovvero una persona per metro, lo rispettiamo da sempre. Siamo già strutturati per adempiere a questo tipo di obbligo. Purtroppo il luogo comune ci vede come gente che fa la bella vita e si diverte ma gestire un locale significa programmare mesi e mesi prima, investire, fare contratti alla gente, avere un conto economico e un bilancio, ritrovarsi nell’occhio del ciclone per qualsiasi comportamento individuale fuori norma”.

02Marcello Mastroianni all'Old Fashion di Milano
 

Ma lo sgomento viene da una considerazione semplice. “Abbiamo chiesto il blocco dello sfratto per morosità, in modo da poter stare in piedi perché è l’affitto l’onere principale. Al Governo costerebbe zero, il locatore manterrebbe il suo credito solo spostato più in là nel tempo. E si salverebbero aziende. Lo Stato dice che non può intervenire nelle trattative fra privati? Un mutuo non è contrattato fra una banca e un privato? Eppure è stato fatto no? Quindi può essere fatto anche qui! Una cosa è certa. O si bloccano gli affitti, o si eroga denaro. Senza fare nulla, le aziende falliscono. E Old Fashion è un pezzo di Milano”.

In effetti, Madonna è passata da qui, insieme a Jimi Hedrix, di cui si ricorda il memorabile concerto del 1968, quando il locale era simile al mitico Piper. O ancora Whitney Houston e tanti altri. Indimenticabile quando, negli anni Novanta, per il rinnovo del concept, Old Fashion è stato presentato  in diretta televisiva di Marcello Mastroianni. “Perché abbiamo esposto le opere di suo zio Umberto, uno dei maggiori scultori del Novecento, simbolo della Resistenza. E a lui sono seguiti altri artisti. Possiamo lasciarci sopraffare da un virus, con una storia così?”

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