Milano

Old Fashion, e le promesse? Il kit antidiabete fuori non c'è. VIDEO

Diabetici all’Old Fashion. Dopo la disavventura di Martina il locale aveva promesso di offrire kit all'ingresso. Ma Affaritaliani.it Milano ha scoperto che...

Diabetici all’Old Fashion. Il kit non c’è all’ingresso. Video

Settimana scorsa Martina, una giovane ragazza ammalata di diabete tipo 1, il più pericoloso, ha ingaggiato una battaglia di civiltà con l'Old Fashion, la celebre discoteca milanese. Martina era stata respinta all'ingresso, malgrado avesse un tesserino che aveva esibito, comprovante la sua patologia, perché aveva delle bustine di zucchero e un succo di frutta nella borsa. Alle sue spiegazioni che ce le aveva perché avrebbe potuto avere un calo ipoglicemico, il buttafuori aveva opposto un rifiuto. Il titolare aveva inizialmente respinto tutti gli addebiti, finendo poi con lo scusarsi (in privato) e promettendo - in una lettera al Corriere della Sera (LEGGI QUI) testualmente: "D’ora in poi all’ingresso dell’Old fashion avremo sempre dei kit salvavita con zucchero e succo da consegnare a chi è malato di diabete e mostra il tesserino medico". E ancora: "Per i casi come questo, il kit deve essere immediatamente disponibile". All'ingresso, dunque. Perché è ovvio che al bar della discoteca zucchero e succhi di frutta non mancano (e non mancavano neppure prima). Quindi, promessa solenne, e tutti felici e contenti. Sarà stata assolta? Beatrice Elerdini, collaboratrice di Affaritaliani.it Milano, è andata a verificare di persona.
 

Diabetici all’Old Fashion

articolo di Beatrice Elerdini

Siamo andati a verificare che il kit per i diabetici fosse disponibile all'ingresso dell'Old Fashion, come promesso dal titolare. Così, armati di invalidità (vera), ci siamo recati all'Old Fashion, chiedendo cortesemente un kit per diabetici all'ingresso. La risposta? 'Ce l'abbiamo noi lo zucchero... una persona della sicurezza può portarti al bar a prenderlo'. Dopo i controlli e dopo aver pagato. Per farla corta: il kit (vero e proprio) non c'è. Ma facciamo un passo indietro.

L'Old Fashion, discoteca riconosciuta dal Comune di Milano e la Regione Lombardia come 'negozio di importanza storica', la settimana scorsa è balzato agli onori della cronaca locale, per una vicenda piuttosto delicata: Martina, una giovane ragazza di 25 anni, affetta da diabete di tipo 1, che aveva in programma di festeggiare la laurea con i suoi amici nel noto locale milanese, è stata respinta perché durante i consueti controlli pre-ingresso le hanno trovato succo di frutta e bustine di zucchero nella borsa. Il personale della sicurezza le ha detto chiaramente che non avrebbe potuto portarli all'interno e nonostante lei abbia ampiamente spiegato che costituiscono un salvavita in caso di ipoglicemia, non c'è stato nulla da fare. Martina e i suoi amici hanno girato i tacchi e se ne sono andati, mandando in fumo una serata di festeggiamenti. La ragazza però non si è data per vinta e ha raccontato tutto il suo malcontento ai media, tra cui TgCom, Affaritaliani.it e Corriere della Sera. All'inizio il gestore dell'Old Fashion, Roberto Cominardi, ha replicato affermando che si trattava unicamente di 'un problema di sicurezza', poiché non è possibile verificare su due piedi il contenuto di ogni bottiglietta trasportata dai clienti. Poi però, dopo un'intera giornata di polemiche, ha cambiato rotta e si è scusato personalmente con Martina e ha rivolto le sue scuse a tutti coloro che si sono sentiti offesi. Ha poi assicurato che avrebbe da subito introdotto un kit per diabetici all'ingresso del locale e a breve avrebbe organizzato 'qualcosa che trasformi un brutto episodio in un qualcosa di positivo e costruttivo, un'iniziativa pubblica sul diabete'. Questa la promessa.

Ieri sera, mercoledì 15 novembre, ci siamo recati alla serata 'Erasmus' dell'Old Fashion, quella dedicata agli universitari per intenderci, e dopo una breve attesa in fila è arrivato il nostro turno. Erano le 23 circa. Abbiamo mostrato un'invalidità totale per Fibrosi Cistica, una patologia che comporta anche il diabete, e abbiamo chiesto cortesemente se fosse disponibile consumare zucchero e succo di frutta per entrare in discoteca 'in sicurezza'. Alla nostra domanda, otteniamo come risposta un altro quesito: 'Cos'è una domanda a trabocchetto?'. A quel punto replichiamo semplicemente sottolineando che non avendo portato né zucchero, né altro, volevamo verificare se fosse possibile che ci venisse fornito da loro. La risposta? 'Abbiamo tutto noi, basta che chiedete a qualcuno della sicurezza'. Non ci pare ancora sufficiente e quindi cerchiamo di ottenere maggiori dettagli, domandando se fosse però possibile avere almeno lo zucchero prima di entrare e non certo al momento del bisogno: 'Sì, sì, una persona della sicurezza ora vi accompagna al bar'.

In buona sostanza, il kit all'ingresso non c'è, o se c'è non ci è stato dato malgrado tesserino e richiesta esplicita. Lo zucchero c'è (e lo sappiamo), ma per poterlo avere bisogna prima passare dal controllo di sicurezza, pagare e seguire l'incaricato fino al bar. Del succo di frutta non se n'è nemmeno più fatta menzione. E' chiaro che ci fosse la volontà di offrire un maggior supporto rispetto al trattamento che era stato riservato a Martina. Tuttavia, stando alle promesse del gestore del locale il kit, o semplicemente dello zucchero e un succo di frutta dovrebbero essere disponibili all'ingresso e dinanzi a un'invalidità dovrebbero essere consegnati a mano, ancor prima di mettere piede nel locale.

Al di là del kit però l'Old Fashion qualcosa l'ha fatta: ha distribuito sui tavoli del locale un volantino con l'immagine di Ermal Meta e lo slogan 'Io sostengo la ricerca dell'Ospedale San Raffaele sul diabete. E tu?'. Sarà abbastanza? Il giudizio ai lettori.

Ermal Meta San Raffaele







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