Milano
Olimpiadi, gara fra manager: Novari è in pole ma… I ritratti
Gestione delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026: divenuti pubblici i 3 nomi della short list Baldan, Mockridge e Novari, ai quali si aggiunge Domenicali. I profili
Olimpiadi, gara fra manager: Novari è in pole ma… I ritratti
Si sa, la guida dei grandi eventi, con tutti gli interessi, i pesi e i contrappesi del caso, è un’impresa complessa. Anche per scegliere il nocchiero di Expo Milano 2015 (con gli ottimi risultati che ne scaturirono) ci è voluta pazienza e filo da tessere. Perché il primo candidato, indicato da Letizia Moratti, Paolo Glisenti, fu abbattuto subito dal fuoco amico del centrodestra. Mentre Lucio Stanca, scelto dal Cav, durò il tempo necessario a trovare il cavallo vincente: Beppe Sala, prima amministratore delegato e poi commissario unico di Expo. Ma siccome è difficile fare tesoro delle esperienze passate - dribblata la nascita di una Spa a favore di una più flessibile fondazione, per le Olimpiadi invernali del 2026 a Milano-Cortina – ora il comitato promotore rischia di incartarsi su chi dovrà guidare il treno olimpico. Il nodo sembrava sciolto con la scelta di una short list di tre candidati ma ad oggi sulle nevi olimpiche di Milano Cortina soffia la tormenta. Già all’indomani dell’incontro di Verona, giorni fa – dopo che qualche quotidiano aveva pubblicato i tre nomi (Alberto Baldan, Tom Mockridge e Vincenzo Novari) - c’era stata la levata di scudi di Fontana: "Chi parla quando ci si era impegnati a mantenere il riserbo è una persona scorretta. Non è proprio detto che chi verrà scelto sia una di quelle tre persone. Stiamo ragionando anche su altri nomi".
E infatti, a ruota, la presa di posizione del ministro per le Politiche giovanili e lo sport, Vincenzo Spadafora che bacchettava il Coni e (indirettamente) il comitato ristretto che ha favorito la short list: "Nell'ultima riunione a Verona, dopo una approfondita discussione, l'iniziale lista di sei candidati è stata poi ridotta a tre. Né all'interno della prima, né della seconda lista, era presente il nome del Dott. Stefano Domenicali il quale, è stato riferito in riunione, non era nella condizione di garantire la propria disponibilità. Al termine dell'incontro il presidente Malagò ha dichiarato che sperava, comunque, in un eventuale, ma improbabile ripensamento di Domenicali, poi puntualmente avvenuto poche ore dopo. Il Governo non entra nel merito del processo di selezione. Conosciamo le capacità del Dott. Domenicali così come quelle di tutti gli altri candidati. Ho messo tuttavia in discussione solo il metodo e la poca chiarezza rispetto a quanto era emerso, pubblicamente, soltanto poche ore prima", conclude Spadafora. Tra le righe la polemica sulla società che avrebbe operato la selezione, la Spencer Stuart, il cui incarico resta mistero fitto. Ma vediamo chi sono i candidati in campo.
Stefano Domenicali, oggi presidente e Ceo della Lamborghini e dal 2008 al 2014 direttore della gestione sportiva della Ferrari, già indicato in passato dal sindaco Sala per la guida delle Olimpiadi, è molto vicino al presidente del Coni Malagò. Domenicali, ex uomo chiave Ferrari dai tempi di Schumacher a quelli di Alonso, in Lamborghini ha preso il posto di Stephan Winkelmann, nell’azienda fondata nel 1963 da Ferruccio Lamborghini. Di lui si è parlato di recente (Corriere Dello Sport) nell’ipotesi di un suo ritorno alla Ferrari. John Elkann avrebbe pensato all’attuale Ceo Lamborghini per il futuro della scuderia del Cavallino. Ipotesi poi accantonata. Dunque manager molto apprezzato nel mondo dello sport, sicuramente un nome di prestigio per guidare l’avventura olimpica. Con qualche punto di domanda che, ad oggi, non sembra avere trovato una risposta definitiva. Il compenso innanzitutto: un manager privato di rango guadagna cifre molto impegnative per una fondazione destinata a gestire le Olimpiadi invernali. La durata: le Olimpiadi sono nel 2026, chi accetta di guidare il treno deve garantire la sua presenza per sei anni e si sa i top manager cambiano spesso scuderia. Ora, da ciò che si legge, Domenicali sembra disponibile a discutere il suo passaggio da Lamborghini alle cime delle Dolomiti, mitigare dallo splendore della Madonnina. Si vedrà.
Nel frattempo provano i Moon Boot i tre manager selezionati dalla short list, dei quali Beppe Sala ha detto: “Si tratta di tre persone che dovunque caschi, caschi bene”.
Vincenzo Novari, 60 anni, è un manager a tutto tondo. Ad di 3Italia dal 2001 al 2016. Nell’ottobre 2016 fonda SoftYou, una startup nel campo del business e dei servizi a valore aggiunto. Sempre nello stesso anno diventa Special Advisor Italia per CK Hutchinson. In precedenza, dal 1987 al 1992 è stato direttore marketing di un’azienda del gruppo L’Oréal, la Parfume et Collections. Successivamente ha ricoperto il medesimo ruolo per Johnson Wax e Saiwa, appartenenti al gruppo Danone. Poi nel 2000 diventa Ad di Andala S.p.a, la società si tramuterà poi in 3 Italia. Lascia l’azienda quando 3 Italia e Wind nel 2016 si fondono in un’unica società. Noto alle cronache rosa come il fidanzato di Daniela Ferolla, ex Miss Italia.
Tom Mockridge, 64 anni, già ad di Sky Italia e Virgin Media, è un dirigente di caratura internazionale con una forte conoscenza del sistema dei media. Viene dalla Nuova Zelanda dove nel 1977 ha lavorato come giornalista del quotidiano Taranaki Daily News di New Plymouth. Poi in Australia, dove, dopo aver lavorato per The Sydney Morning Herald entra nella galassia di Rupert Murdoch, lavorando per il The Australian. Nel 2001 è nominato Ceo di Independent Newspapers, la principale casa editrice di quotidiani e periodici neozelandese, facente capo a News Corp, e presidente di Sky New Zealand. Nel 2002 viene chiamato in Italia a guidare il processo di fusione tra v e TELE+, conclusosi con la nascita della piattaforma satellitare Sky Italia; al termine della fusione, Rupert Murdoch lo sceglie come amministratore delegato della stessa. Da notare che già nel 2008 veniva nominato Ad di European Television, la divisione che riuniva tutte le attività televisive europee di News Corp al di fuori del Regno Unito.
Alberto Baldan ha lavorato a lungo nel mondo del retail, con ruoli di primo piano nei gruppi Pam, Auchan, PPR di Francois Pinault. Poi dg nel 2007 e Ceo nel 2012 di la Rinascente per dieci anni e ora Ad con Grandi Stazioni Retail anche a contatto con la realtà metropolitana di Milano, per valorizzare, tra l’altro, anche Stazione Centrale. Dunque Baldan può vantare un buon rapporto con la comunità ambrosiana impegnata, oltre che nella rinascita degli scali ferroviari, nel trasformare il terminal della disperazione della stazione Centrale in un luogo accogliente per chi entra in città.
Dunque i candidati di peso non mancano, come le buone notizie. Infatti ministro per lo Sport Vincenzo Spadafora ha chiarito che “un evento di importanza mondiale come le Olimpiadi non può non vedere un investimento da parte dello Stato”. L’altra buona notizia è che il super manager olimpico sarà scelto il prossimo 6 novembre. Vinca il migliore.