Milano

Omicidio di Cernusco: il killer aveva precedenti per tentato omicidio

Polemiche sull'omicidio di Cernusco. Gabriella Fabbiano aveva denunciato il suo killer per violenza. E l'uomo aveva precedenti

MORTA NELLA CAVA, LA VITTIMA AVEVA DENUNCIATO IL SUO KILLER

Al comando dei carabinieri di Cernusco Gabriella Fabbiano era giá conosciuta. Due anni fa aveva denunciato di essere stata violentata proprio nella cava dove nella notte del 5 dicembre è stata trovata cadavere avvolta in un telo di plastica, legata e zavorrata con massi da 70 kg. In quella occasione aveva organizzato una messa in scena dicendo che l'ex marito - che dopo la separazione aveva ottenuto l'affidamento dei figli- l'aveva violentata nella cava, per farsi proteggere aveva chiamato proprio Mario Marcone e Fabrizio Antonazzo. I carabinieri giunti sul posto avevano controllato i tre, e avevano capito che non c'era stata nessuna violenza. Le stesse persone due anni dopo avrebbero portato il corpo di Gabriella in quella cava per occultarlo. Marcone è ritenuto colpevole dell'omicidio. Antonazzo è accusato di concorso in detenzione di armi e occultamento di cadavere e favoreggiamento.

L'EX COMPAGNO DELLA VITTIMA CON PRECEDENTI PER TENTATO OMICIDIO

Mario Marcone, 52 anni, operatore ecologico, accusato dell'omicidio di Gabriella Fabbiano, 43 anni, trovata morta in una cava privata di Cernusco Sul Naviglio, ha un precedente per tentato omicidio. Nel 2010 infatti aveva tentato di uccidere, investendola con l'auto, la compagna di allora. La relazione con Gabriella Fabbiano era invece cominciata un anno e mezzo fa. Il complice di Marcone, Fabrizio Antonazzo di 60 anni, e' un nullafacente di Cernusco che abitava a cento metri dalla cava dove il corpo della donna e' stato occultato e passava le sue giornate in un bar, spesso alticcio. Dal racconto fatto dal presunto omicida durante l'interrogatorio, Marcone avrebbe coinvolto il complice fin dalla sera in cui e' avvenuto l'omicidio, nella notte del 30 novembre. Lo spostamento del cadavere nel laghetto e' invece avvenuto tra il 4 e il 5 dicembre. Il ritrovamento nel pomeriggio del 5. I due sono stati fermati, e' attesa per domani l'udienza di convalida da parte del Gip.

PER MARCONE 4 GIORNI IN CASA CON IL CADAVERE DELLA COMPAGNA

Mario Marcone, il presunto omicida del 'delitto della cava' di Cernusco sul Naviglio, per quattro giorni ha tenuto il cadavere di Gabriella Fabbiano in casa, prima di sbarazzarsene. E' quanto emerso durante gli interrogatori dell'uomo. Marcone aveva piu' volte cambiato versione e cercato di difendersi in varie trasmissioni tv, alludendo al fatto che Gabriella Fabbiano, la vittima dell'omicidio di cui e' accusato, in qualche modo "se la fosse cercata". Anche durante l'interrogatorio inizialmente negava che fra i due ci fosse una vera e propria relazione, insinuando che la donna vedesse anche altri uomini e raccontando che da quando era sparita, il 30 novembre, lui l'aveva cercata. Quando poi ha confessato l'omicidio, ha raccontato una versione di quella notte (tra il 29 e il 30 del mese scorso) a cui gli inquirenti non hanno creduto: sarebbe stata la donna, nella sua versione, a puntargli un'arma in camera da letto, ne sarebbe quindi nata una colluttazione, lui avrebbe cercato di toglierle la pistola e un colpo sarebbe partito accidentalmente. Ma il foro alla nuca ritrovato sul cadavere della Fabbiano e accertato dai medici legali, secondo gli investigatori non corrisponde a questa versione. Per quattro giorni, dopo quella notte, Marcone - operatore ecologico di origini pugliesi - ha tenuto il cadavere in casa, ma gia' prima aveva tentato di coinvolgere il complice, Fabrizio Antonazzo, suo corregionale disoccupato, per sbarazzarsi del corpo. Le indagini condotte dai Carabinieri di Cassano d'Adda con il sussidio sul territorio di quelli della compagnia di Cernusco, sono cominciate dal giorno stesso del ritrovamento, nel pomeriggio del 5 dicembre, con una perquisizione nella casa dell'uomo (i militari erano a conoscenza della loro relazione), dove e' stata trovata una corda simile a quelle usate per le serrande, compatibile con quella con cui il corpo di Gabriella e' stato trovato legato nella cava privata. I sospetti si sono quindi da subito concentrati sul cinquantaduenne residente a Pioltello, e sono stati poi confermati dagli uomini del Ris di Parma, che hanno analizzato la sua casa e la sua auto e hanno trovato tracce ematiche e abiti della donna. Oltre che di omicidio Marcone dovra' rispondere di porto abusivo d'armi e occultamento di cadavere.

SVOLTA PER L'OMICIDIO DI CERNUSCO, ARRESTATI L'EX COMPAGNO DI GABRIELLA E UN COMPLICE

E' il compagno il presunto omicida di Gabriella Virginia Fabbiano, la donna trovata morta - avvolta in un telo - il 5 dicembre scorso in un lago artificiale prospiciente una cava di Cernusco sul Naviglio. L'uomo e' stato fermato questa sera dai carabinieri del Nucleo investigativo di Monza e da quelli della Compagnia di Cassano d'Adda, coordinati dal procuratore aggiunto Alberto Nobili e dal sostituto Francesco Cajani.

Nei confronti dell'uomo e' stato eseguito un fermo di indiziato di delitto disposto dagli stessi pubblici ministeri a conclusione delle prime indagini degli inquirenti, le cui risultanze sono state rafforzate dagli esiti degli accertamenti scientifici eseguiti da personale del RIS di Parma che, procedendo ad un'attenta analisi dell'autovettura in uso all'indagato, ha rinvenuto all'interno alcune tracce ematiche. Il successivo sopralluogo presso l'abitazione dell'uomo ha consentito di evidenziare ulteriori tracce di sangue nella camera da letto, macchie di sangue che portano alla vittima. Proprio questo - riferiscono i carabinieri - ha portato l'uomo a fare le prime ammissioni in merito alle proprie responsabilita', successivamente formalizzate nel corso dell'interrogatorio reso alla presenza del pm titolare delle indagini, Francesco Cajani, e del proprio legale.

OMICIDIO DI CERNUSCO, IL KILLER CONFESSA: "L'HO UCCISA PER GELOSIA"

L'uomo ha quindi confessato di aver commesso l'omicidio di Gabriella, specificando che il delitto era avvenuto il 30 novembre all'interno della propria abitazione, con un colpo di arma da fuoco esploso al culmine di un litigio dettato dalla gelosia. Soltanto alcuni giorni dopo l'omicidio, Marcone avrebbe provveduto ad occultare il corpo, liberandosi della pistola, che infatti e' ancora al centro delle ricerche degli investigatori.

Per Marcone le accuse sono quindi di omicidio, concorso in porto illegale d'arma da fuoco e concorso in soppressione di cadavere. Analogo provvedimento restrittivo e' stato emesso nei confronti di Fabrizio Antonazzo, 60enne di Cernusco sul Naviglio e amico dell'omicida, a carico del quale gli investigatori hanno raccolto gravi indizi di colpevolezza nell'occultare il cadavere della donna uccisa, concorso in porto illegale di armi e favoreggiamento personale, avendo appunto fornito contributo materiale al successivo occultamento del cadavere.

I provvedimenti restrittivi di oggi hanno condiviso le risultanze investigative fin qui raccolte dalla stazione carabinieri di Cernusco sul Naviglio e proseguite nel lavoro d'indagine assicurato dal Nucleo operativo della Compagnia di Cassano d'Adda e dal Nucleo investigativo del Gruppo di Monza. Prezioso viene definito infine in un comunicato il contributo del comandante e di tutti i militari della stazione di Cernusco sul Naviglio che, grazie alla capillare conoscenza del territorio, avevano sin dalle prime battute indirizzato le indagini su Marcone.







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