Milano

Omicidio di Jessica, il gup: "Ergastolo, Garlaschi aveva intento punitivo"

Le motivazioni della sentenza di ergastolo nei confronti di Alessandro Garlaschi, che ha ucciso con 85 coltellate la 19enne Jessica Faoro

Omicidio di Jessica, il gup: "Ergastolo, Garlaschi aveva intento punitivo"

Alessandro Garlaschi "aveva un intento meramente punitivo" nei confronti di Jessica Faoro perche' lei si mostrava "poco sensibile" alle sue avance. Lo scrive il gup Alessandra Cecchelli motivando la condanna all'ergastolo inflitta nel dicembre scorso al tranviere di 40 anni che ha ucciso, il 7 febbraio dell'anno scorso, la diciannovenne che ospitava in casa sua con 85 coltellate. Alla difesa che aveva chiesto di considerare "il vissuto affettivo e familiare" dell'imputato e l'"assenza di un comprovato movente razionale", il giudice ribatte sostenendo la piena "lucidita'" di Garlaschi "e il fatto che l'uomo, pur nelle dinamiche di vita e familiari che possono piu' o meno affliggere qualunque persona, ha avuto uno sviluppo familiare e sociale privo di rilevanti anomalie tali da influire sulla sua capacita' di autodeterminazione, a differenza di quanto puo' constatarsi nel vissuto della vittima".

"La realta' oggettiva dei fatti - prosegue il giudice - non comprova una deficienza dell'elemento soggettivo ma soltanto una lucida volonta' criminale che esplode in tutta la sua brutale violenza quale conseguenza, seppur terribile, di una consapevolezza omicidiaria scatenata a seguito dell'atteggiamento di chiusura della donna ma non idonea ad escludere la capacita' di intendere e di volere". Anzi, per il magistrato va applicata l'aggravante dei motivi abietti e futili "in presenza della significativa sproporzione tra la gravita' del reato e lo stimolo esterno" tenendo presente che la brutalita' con cui Jessica e' stata uccisa "si manifesta non come sintomo di incapacita' soggettiva ma come precisa espressione di un intento meramente punitivo". In conclusione, "l'azione criminale di Garlaschi nei confronti della giovane donna e' chiara espressione di un moto interiore del tutto ingiustificato, connotandosi come mero pretesto per lo sfogo di impulsi criminale assolutamente avulsi da alcuno scopo diverso della commissione del reato".







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