Milano
Omicidio stradale: Bravi chiede patteggiamento 1 anno e 6 mesi
Il cantante nel novembre 2018 aveva investito con l'auto una donna in moto a Milano
Omicidio stradale: Bravi chiede patteggiamento 1 anno e 6 mesi
Il cantante Michele Bravi, che a seguito di uno scontro con una donna in moto a Milano mentre era al voltante della sua vettura nel novembre del 2018, era stato accusato di omicidio stradale, ha chiesto, tramite il suo avvocato Manuel Gabrielli, il patteggiamento ad un anno e sei mesi. Nell'udienza che si e' tenuta stamattina nell'aula del gup Aurelio Barazzetta, la difesa ha chiesto di patteggiare con il consenso del pm Alessandra Cerreti. Il 24enne, uscito dal talent XFactor, non era tuttavia presente stamattina, mentre c'erano i due fratelli della vittima, che non si sono costituiti parte civile avendo accettato il risarcimento. In aula anche l'Associazione familiari e vittime della strada che invece ha inoltrato la richiesta di costituzione stanotte. Richiesta che il gup ha deciso di valutare e pertanto ha rinviato il suo pronunciamento all'11 marzo alle 10. "Al momento del sinistro Bravi non stava effettuando inversione ad U, bensì una svolta a sinistra per accedere ad un passo carraio". Inoltre, la moto condotta dalla vittima proveniva da dietro "rispetto al senso di marcia dell'autovettura guidata da Michele e, quindi, alle spalle di quest'ultimo. Al momento dell'impatto, l'auto di Michele aveva superato la riga di mezzeria per circa la sua metà, mentre l'impatto e' avvenuto in prossimità della portiera posteriore, lato guidatore", queste le parole dell'avvocato difensore del cantante.
Bravi "ha scritto una lettera alla famiglia di Rosanna Colia un paio di mesi dopo i fatti, rappresentando il dolore che ha provato e la sua vicinanza", ha spiegato l'avvocato che lo difende, Manuel Gabrielli, al termine dell'udienza. Nel contenuto della missiva inoltre ha parlato del "vuoto che porta in se' a seguito di questo fatto". All'Associazione italiana familiari e vittime della strada che ha criticato le sue presenze in tv, risponde anche la difesa: "Il suo comportamento e' stato impeccabile. Anche la lettera inviata e' stata valutata dall'accusa, come ogni elemento". Un incontro fisico invece tra Bravi e i familiari della 58enne, i due fratelli, "non e' ancora avvenuto".
Michele Bravi "e' distrutto e vuole chiudere questa vicenda", questa la motivazione che lo ha portato a chiedere di patteggiare. "L'istanza di patteggiamento e' stata formulata qualche giorno fa al pm, che ha prestato il suo consenso - ha spiegato il legale - si tratta di una volonta' del mio assistito che nasce da una sua valutazione e da una scelta personale: Michele vuole invece chiudere la vicenda". Dal canto suo l'avvocato avrebbe "rappresentato una possibile diversa soluzione giuridica con un abbreviato condizionato all'acquisizione di altra documentazione" anche sulla base di una "perizia dell'accusa" a lui favorevole. Due le cause dell'incidente secondo i periti: una era il fatto che il guidatore non avesse prestato sufficiente attenzione allo specchietto, ma la seconda era la velocita' dello scooter guidato dalla vittima al momento della percezione del pericolo: andava infatti a 79 chilometri orari. In questa ricostruzione "non c'e' alcuna manovra vietata compiuta da Bravi, e non c'e' un'inversione a u" come era emerso nelle prime fasi: Bravi stava "uscendo da un parcheggio e doveva svoltare a sinistra; a terra la striscia discontinua avrebbe comunque reso ammissibile l'inversione", ha precisato l'avvocato. In quel momento la moto della donna ha incrociato il veicolo - un'auto di car sharing - schiantandosi. Queste dunque le "motivazioni concrete" che hanno portato anche l'accusa a concordare su una pena di un anno e mezzo "sotto il minimo edittale di due anni". Quanto alle critiche dell'Associazione italiana familiari e vittime della strada l'avvocato risponde: "A loro non deve interessare l'atteggiamento del mio assistito. Lui si e' sempre comportato in modo corretto", tanto che la famiglia della vittima "non ha alcuna remora nei suoi confronti". I fratelli di Rosanna Colia, presenti in udienza questa mattina, non si sono costituiti parte civile "perche' si ritengono soddisfatti del risarcimento liquidato dalla compagnia assicurativa" ha poi osservato l'avocato. Alla costituzione di parte civile dell'associazione invece sia accusa che difesa hanno "formulato una richiesta di rigetto, perche' questa associazione non dimostra di essere portatrice di interesse collettivo".